Mario Ascheri

Manoscritti giuridici : alcune priorità

MPI für ERG, Frankfurt/M 25 ottobre 1998

[redazione provvisoria e incompleta nelle note della relazione al convegno sui Manoscritti giuridici tenutosi a Frankfurt al MPI für ERG; ogni commento, correzione e integrazione sarà gradita; mio e-mail: ascheri@unisi.it M.A.]

E' un vero piacere trovarsi qui al Max-Planck in questa occasione per cercare di riflettere di alcune priorità che, senza pretesa di completezza naturalmente, a mio avviso dovremmo cercare di mettere a fuoco relativamente ai manoscritti giuridici tardomedievali in questa fine di millennio che presenta tante novità anche nel nostro specifico. Un piacere intensificato dalla eccezionalità dell'evento - e dalla cordiale organizzazione di cui siamo debitori all'amico Vincenzo Colli. Riflessioni che intervengono dopo un periodo molto intenso di ricerca. Ad esso vorrei accennare da parte mia, limitandomi alle principali novità degli ultimi anni, degli anni '90, o almeno a quelle più di mia pertinenza, di area italiana -, ricordando quanto di nuovo e di significativo essi ci hanno dato, riflettere sulle lacune esistenti e cogliere l'occasione per ricordare qualche nuova possibilità offerta dai mezzi elettronici. Dicevo dei limiti del mio intervento, ovvi del resto. Mentre la partecipazione con una relazione di Ludwig Burgmann esime dalla necessità, per me drammatica, di accennare alla situazione della bizantinistica - in una fase di importante sviluppo, grazie anche e soprattutto al gruppo tedesco di Simon-Burgmann -, la presenza di Peter Landau e Martin Bertram non solo ci onora, ma ci copre anche per l'area fondamentale della canonistica, che peraltro gode anche - a differenza della civilistica - degli atti degli convegni internazionali che si tengono quadriennalmente e che consentono di identificare rapidamente i grandi temi oggetto di ricerca e dati bibliografici aggiornati(1). Vero che le relazioni di Landau e Bertram rimangono entro la cornice del secolo XIII, ma della loro grande dottrina potremo far tesoro nelle discussioni ben al di là di quel limite cronologico. Grazie alla presenza di Landau, il cui importante lavoro sulle fonti del Decretum è troppo noto per essere ricordato, ci si può sentire esonerati dal ricordare specificamente quanto si fa facendo per la riedizione critica del Decretum stesso(2) - che intanto è stato dotato di un utilissimo lavoro di concordanza a cura di Reuter e Silagi - , mentre si sa che disposti conciliari e statuti sinodali, in quanto di diretto interesse per la storia della Chiesa, hanno specifici luoghi di edizione e di repertoriazione bibliografica(3). Detto questo, si può parlare di passi molto significativi in avanti negli ultimi anni nei vari settori di ricerca che ruotano attorno al manoscritto giuridico, passi avanti che hanno anche in un certo senso creato le condizioni favorevoli per un incontro altamente interdisciplinare come questo. I vari fronti di lavoro del resto sono presto identificati, tenuto conto che il manoscritto giuridico si produceva nelle Università da o attorno ai maestri, in gran parte per tanto tempo grazie a un'organizzazione professionale cui si deve una produzione per il tempo di 'massa' del libro universitario, e dando vita a raccolte librarie per lo più private, disperse nei secoli ma spesso non distrutte, consapevoli come si è stati di regola del valore del manoscritto. Il che continuò a valere anche quando si cominciò a passarlo a stampa, come conferma ad esempio il caso dello Zabarella scoperto proprio da Colli e in corso di stampa, producendo quelle edizioni di testi incunabole o cinquecentesche sulle quali ancora in massima parte si svolge il lavoro dello storico del diritto - edizioni quindi che rientrano a pieno titolo direttamente nel discorso di cui ci occupiamo in queste giornate. Università e maestri, stationarii e peciae, biblioteche antiche e moderne, stampe antiche e moderne. Queste, quindi e almeno, sono le aree coinvolte da ogni discorso complessivo sul manoscritto giuridico al di là dello specifico discorso di storia del libro, e ad esse appunto ora ci riferiremo partitamente. I La storia delle Università è per noi fondamentale, e gli ultimi anni hanno assistito ad un'esplosione di studi in argomento, oltre a quanto fatto normalmente dalle note riviste specializzate, come "History of Universities" e "Quaderni per la storia dell'Università di Padova", cui si è aggiunta ora una nuova rivista dedicata all'Italia. Come in Germania e altrove, in Italia, anche prima che ci fosse la sollecitazione dei festeggiamenti per il presunto ottavo centenario di Bologna nel 1988, che oltre alle rievocazioni d'obbligo ha prodotto tante pubblicazioni talora importanti anche per noi (4), si è avuto un pullulare di iniziative, concernenti in particolare ora Napoli(5), ora Arezzo(6), Pavia, Roma(7), Pisa e Siena - mentre ancora agli anni '80 risale la fatica padovana di Annalisa Belloni e la prosecuzione della grande opera di Armando Verde per Firenze-Pisa(8). E, mentre si ritornava sul problema dello status giuridico e della considerazione sociale, per lo più altissima, dei maestri, di cui si è riconsiderata l'autocoscienza di ceto(9) - proseguivano gli incontri più generali di storia universitaria. Si ricorderanno i convegni più recenti, come quello di Madrid(10), e anche più quello di Milazzo che ha dato luogo al bel volume(11) curato da Andrea Romano in cui per il Medioevo si esaminano le Università francesi (e di Montpellier specificamente), ma anche Salamanca, Parma, Piacenza, Siena, la quale ultima nel frattempo ha goduto dei contributi di Paolo Nardi e di Giovanni Minnucci(12); Vercelli poi diveniva anche oggetto di ricerca in un convegno apposito(13). Sempre a Milazzo Dieter Girgensohn(14) ha fatto un rendiconto complessivo sugli statuti delle Facoltà di giurisprudenza, ora anche ampliato, riprendendo un discorso che aveva cominciato in margine a due pubblicazioni recenti sui collegi dei docenti universitari, della Trombetti Budriesi(15) e di Meyer-Holz(16), che si sono aggiunti ai fondamentali lavori di storia dell'Università (soprattutto di Bologna e Parma) e dei collegi di quel benemerito ricercatore che fu Celestino Piana. Sono stati poi oggetto di attenzione comparata anche i collegi residenziali(17), che, si sa, possono prestare lumi sull'organizzazione dell'insegnamento. Grandi lumi però possono venire su questo aspetto direttamente dai manoscritti, e da questo punto di vista molte informazioni di prima mano sulla storia di talune Università(18) - segnatamente Roma, Napoli, Siena e Perugia - vanno segnalate come presenti nelle dettagliate descrizioni dei manoscritti del Collegio di Spagna di Bologna, nell'ambito del catalogo sul quale torneremo oltre. Più che agli aspetti istituzionali, sono stati invece dedicati agli incontri culturali i lavori recenti come sempre ricchi di novità di Domenico Maffei, del quale in particolare ricorderemo quello su Ugolino da Sesso(19), e per il periodo più tardo (sul Quattrocento e Pavia in particolare) quelli sempre saldamente documentati di Agostino Sottili(20), fondamentali in particolare per i legami italo-tedeschi nell'epoca della pre-recezione1, quei legami che hanno visto anche i lavori specifici per noi di diretto interesse di Helmut Walther(21) incentrati sui consulenti a Nürnberg1. Fondamentale però in questa sede quanto si produsse nelle Università, e quindi la ricerca sul lavoro di scriptores e di stationarii, operatori a metà tra produzione e fruizione del libro, e quindi sugli exemplaria, cui è dedicata la relazione di Giovanna Murano in queste nostre giornate(22). Ma ancor prima che il sistema di peciae ed exemplaria si stabilizzasse, si tramandavano gli apparati con i libri magistrorum di cui ci parlerà Gero Dolezalek e sui quali lo stesso è già intervenuto magistralmente, se mi si consente l'allitterazione, negli ultimi anni(23). Quando, sviluppando il programma Legistik di questo Istituto, sono stati aggiornati i lavori sulla civilistica, mettendoli al passo con quanto fatto nell'ambito della canonistica del 1100 e di cui è uno splendido saggio la grande raccolta di contributi dello scomparso Rudolf Weigand(24), già coautore con lo stesso Dolezalek d'un contributo di paleografia giuridica(25). Del lavoro dell'uno e dell'altro ricorderò solo il giudizio dato da uno studioso che di edizioni di testi si intende come Gérard Giordanengo: "qui n'a pas admiré sans réserve l'édition(...) de Gero Dolezalek secondé par Laurent Mayali ou n'a pas été pris de saisissement devant la perfection de la publication de Rudolf Weigand(...)?"(26). Sullo stesso XII secolo, del resto, proseguiva nel suo impegno di ricerca il compianto Gérard Fransen, che ha dato un impulso di rilievo sia allo studio delle raccolte di decretali che alle quaestiones canonistiche(27) sulle quali ci illuminerà in questa sede Orazio Condorelli, che si è già occupato anche delle Mercuriales di Giovanni d'Andrea(28). Per il primo secolo delle Università, inoltre, intere categorie di fonti sono state oggetto di studi approfonditi, come gli ordines iudiciarii, per i quali disponiamo ora del prezioso lavoro d'assieme di Linda Fowler(29), o per le quaestiones civilistiche del secolo XII, che dobbiamo ad Annalisa Belloni, mentre André Gouron ha continuato le sue ricerche a tappeto, impegnato com'è ormai da decenni a riconsiderare e valorizzare il ruolo del Midi della Francia nella cornice della rinascita degli studi giuridici del 1100(30). Si è anche tratta dall'oblio qualche nuova fonte su Irnerio nel tentativo di averne un'immagine più precisa, e sono apparse specifiche monografie su singoli giuristi, come l'Uguccione di Wolfgang Müller(31) o il magister Honorius di Grimm, mentre van de Wouw pubblicava brocarda conservati a Durham(32). In Italia sembra invece interrotto l'impegno editoriale sulle glosse pre-accursiane del gruppo di Severino Caprioli(33), che ha comunque prodotto l'edizione della Glossa di Poppi grazie all'impegno di Victor Crescenzi. Intanto, Luca Loschiavo è ritornato estesamente sul problema delle materiae e delle summae al Codex esaminando un importante manoscritto berlinese(34). Studi importanti sono infatti intervenuti anche sui manoscritti delle fonti normative. In particolare grazie a Peter Weimar e Gérard Giordanengo per quanto concerne i Libri feudorum(35), ora al centro dell'attenzione di Magnus Ryan(36) - e non sfuggirà l'attenzione che ha ad essi dedicato una storica non del diritto come Susan Reynolds nel suo discussissimo Fiefs and Vassals. Ma si è anche ripresa funditus la questione della tradizione dei Tres Libri grazie ad Emanuele Conte, e Giuseppe Speciale ha lavorato(37) sul solco del grande lavoro sul Codex di Dolezalek-Mayali. Per questo, come per il periodo successivo, del resto, si deve segnalare che si è consolidato finalmente - cosa che in Italia era tutt'altro che scontata - l'uso delle fonti manoscritte per controllare la tradizione di testi già noti oppure per renderne noti dei nuovi, come risulta facilmente da lavori recenti che fanno largo uso di fonti inedite e danno contributi all'edizione dei testi. Ricorderei ad esempio, e quindi senza pretese di completezza, il libro di Giovanni Chiodi sull'interpretazione del testamento, di Nicoletta Sarti su Iacopo Balduini e sul iuramentum calumniae(38), di Andrea Errera sull'arbor actionum, di Giovanni Minnucci sulla posizione processuale della donna, di Emanuele Conte sui servi, di Elio Tavilla su Martino da Fano(39), fino al Francesco Migliorino dei rapporti tra decretali pontificie e diritto locale(40) e al Condorelli dei chierici pellegrini, o al Giacomo Pace su Riccardo da Saliceto(41) - ma, sia chiaro, c'è ancora tra gli storici del diritto, e non proprio tra i meno stimati e anche influenti nell'Accademia, chi preferisce scrivere prose poetiche sul Medioevo e si guarda bene dal perder tempo a leggere un manoscritto... Comunque, ancora, tutto dedicato all'edizione di un compatto fondo di consilia tardo-duecenteschi è un libro di Monica Chiantini - l'unico che ricordo per la ricchezza e antichità dei pezzi, perché non posso soffermarmi sulle tante altre edizioni di consilia singoli o a grappoli(42), per i quali rinvio senz'altro al prossimo volume miscellaneo già consegnato per la stampa nella collana della Robbins Collection e che completa quello notevolissimo già apparso a cura di Ingrid Baumgärtner. Per tornare al Duecento-primissimo Trecento, che si è molto giovato dell'impegno editoriale degli studiosi olandesi(43), allevati a scuole come quella di Robert Feenstra, instancabile ricercatore sui post-glossatori e gli orleanesi(44) e sui loro rapporti con i maestri bolognesi(45), si deve salutare l'arrivo dell'utilissima traduzione italiana della grande ricerca del 1990 di Frank Soutermeer sulla pecia(46), problema che ha poi avuto anche note puntali da parte di Martin Bertram(47). Il benemerito Soutermeer, che qui ci parlerà infatti del sistema della pecia, ha comunque proseguito alacramente le sue dotte e importanti ricerche sulla diffusione della glossa e sui post-accursiani(48), non senza dare anche contributi ad esempio alla recezione delle Clementine nelle Università(49). In tal modo alcuni noti giuristi sono stati oggetto di un'attenzione privilegiata, oltre ad orleanesi prima poco conosciuti come Raoul d'Harcourt(50). Oltre che alla Glossa e Accursio(51), il che è ovvio, si è trattato in particolare di Azzone(52), di Iacopo Balduini(53), di Odofredo(54), dell'Ostiense(55) e di Guglielmo Durante - al centro, quest'ultimo, anche di un convegno specifico(56). Ci sono state probabilmente disarmonie, con una ricerca non sempre attenta forse alle priorità, ma è un fatto del tutto normale nella ricerca individuale, che finisce per avere percorsi anche naturalmente fruttuosamente anarcoidi. Comunque sia, l'impegno serio sui manoscritti, sulla tradizione universitaria e sulle sue forme letterarie, in cui da ultimo oltre a Manlio Bellomo e ad Antonio García si è distinto in particolare Ennio Cortese, ma sulle quali ha lasciato una traccia specifica anche Soutermeer(57), ha dato come risultato un maggiore lavoro a contatto con gli storici di altre specializzazioni. Mi sembra un segnale da ricordare ad esempio - preceduto da occasioni come il simposio importante tenuto già nel 1983 a Grottaferrata, dove tra l'altro si parlò di pecia di manoscritti giuridici(58) -, lo spazio che Olga Weijers ha riservato nel suo studio su dizionari e repertori ai materiali giuridici(59), mentre non è senza significato, credo, che Vincenzo Colli sia stato chiamato a collaborare al volume, sempre a cura della Weijers, sul lavoro intellettuale nel Medioevo(60), o che Gero Dolezalek sia intervenuto all'incontro organizzato da Jacqueline Hamesse sui lessici e glossari(61), o che il diritto abbia avuto un bel rilievo nel convegno di Lecce-Otranto del 1986 sui luoghi e le tecniche dell'insegnamento(62) - e, tra l'altro, che io stesso sia stato invitato al recentissimo incontro di Erice dei filologi studiosi di umanesimo sui marginalia(63). Tutte le occasioni di incontro tra paleografi, codicologi e storici del diritto, occasionali materiali o di lettura (e penso ad esempio ai lavori importanti, specie per il notariato, di Armando Petrucci(64) o sul diritto bizantino di Guglielmo Cavallo) sono fermamente da auspicare, perché naturalmente destinate a rafforzare le motivazioni di lavoro dei medievisti tra gli storici del diritto, mentre la storia giuridica moderna gode già di un fortissimo trend a proprio favore, incoraggiata com'è da chi pensa che la storia del diritto possa risolvere chissà quali problemi del mondo contemporaneo del diritto...; ma non vorrei neppure trascurare la storia dell'arte, che abbiamo qui rappresentata da Robert Gibbs, e che ci ha già dato recentemente il lavoro di Freeman-Sandler negli atti del congresso canonistico e della Valiati Schoenburg nel catalogo della mostra senese sul manoscritto universitario. Del resto, e ne va dato atto agli animatori, vanno bene i corsi specialistici di cui è cominciata la sperimentazione anche qui al Max-Planck, come quello di Erice animato da Manlio Bellomo e Ken Pennington, cui si è aggiunto quello di Andorra con Aquilino Iglesia Ferreirós (65), che danno spesso l'occasione di presentare anche lavori sulle fonti e i loro manoscritti. Ugualmente vanno bene le raccolte librarie e di fonti specialistiche, come quella del Max-Planck che ci ospita e quella della Robbins, ma anche quelle specifiche di microfilms come quella di Milano, in particolare. Lo stesso può dirsi per le ristampe anastatiche di rare edizioni di fonti legislative e dottrinali che per noi sono vero ossigeno, e che consentono un'espansione della ricerca prima impensabile. Perciò ci si deve rammaricare per l'interruzione della bella collana iniziata da Armin Wolf per le antiche leggi europee, e quella di Maffei, Cortese e Rossi per le antiche edizioni di opere giuridiche, ma si dovrà segnalare la nuova iniziativa del Cigno Galileo Galilei e quella tedesca animata da Linda Fowler, che ha ora immesso nel circuito degli studiosi il prezioso CD-Rom delle collezioni pre-grazianee. Per tornare alle nostre fonti manoscritte c'è un'altra novità importante da sottolineare per questo primo periodo. Ossia l'emergenza degli autografi e dei codici d'autore. Mentre infatti la Belloni ha riesumato la mano del Bassiano, a Colli si deve l'individuazione prima d'un codice del Durante, poi del grande Giovanni d'Andrea e ora, entro un manoscritto baldesco d'un fondo importante di un testo lungo autografo di Bartolo(66). Vale la pena di sottolineare l'importanza di questi reperti e le prospettive che essi aprono? Difficile dire in questi casi se sia più importante il testo originale ora così accertato, oppure i pentimenti d'autore o le aggiunte che di solito accompagnano questi testi. Entriamo in questo modo nello studiolo del giurista e ne possiamo quasi seguire passo passo il filo del ragionamento senza la mediazione dell'infida stampa. Senza contare, poi, che la conservazione scrupolosa ad esempio del frammento bartoliano ribadisce ancora una volta quanta cura si avesse nell'evitare la dispersione dei materiali manoscritti. Non è possibile che si siano conservati assai più numerosi originali d'autore di quanti si sia abituati a pensare? Sempre per il Trecento, ricorderò ancora il lavoro svolto sulle additiones di Giovanni d'Andrea da Pennington, in realtà reportationes di lezioni, materiale parificabile quindi alle lecturae reportatae per viam additionum sulle quali si è intrattenuto in particolare Bellomo(67). I commentari alle Clementine sono ora stati oggetto di attenzione approfondita (che tra l'altro ha risolto il problema dell'Alano) da parte di Martin Bertram(68), che prosegue così nella sua amplissima e preziosa ricognizione del materiale manoscritto successivo al Repertorium di Kuttner(69). Per le edizioni della civilistica invece mi pare che si segni il passo dopo i lavori meritori di Diego Quaglioni e salve le edizioni di testi minori. Andrà però almeno ricordato ora l'impegno di Kirshner ed allievi nell'edizione del De insignis et armis di Bartolo(70), o di Giordanengo per chiarire il rapporto con Bartolo(71) del Somnium viridarii - poi Songe du vergier, di cui sono apparse edizioni a cura di Marion Schnerb-Lièvre, ora impegnata nell'edizione di tre repetitiones sulle Decretali di quello che sembra indiscutibilmente l'autore del Somnium, ossia Evrard de Trémaugon(72). Si è così confermata la già nota centralità del giurista di Sassoferrato anche per la storia del pensiero politico(73), mentre si è auspicata sempre in questo contesto l'edizione critica del De bello, De represaliis e De duello di Giovanni da Legnano(74). Altri lavori di edizione, che troverebbero comunque pochi lavori di repertoriazione analitica pronti come quello della Baumgärtner su Martino Garati, non mi sembra siano da segnalare, salvo alcuni contributi di Kenneth Pennington(75): chi ad esempio ha schedato l'importante raccolta di consilia alla Classense(76)? Il ritardo editoriale sul periodo più maturo dell'utrumque ius, il tardo Trecento e il Quattrocento mi sembra evidente, anche se non si possono trascurare contributi puntuali come quello di Girgensohn sullo Zabarella(77) e di Domenico e Paola Maffei su Angelo Gambiglioni(78). Il maturo diritto comune in realtà non solo non è stato affrontato frontalmente a suo tempo dal nuovo Savigny e in fondo anche dall'Handbuch di Coing, ma neppure per ora dalla History of Medieval Canon Law di Hartmann-Pennington di cui forse è a questo punto già apparso l'annunciato I volume mentre altri due sono pronti per la stampa - mi comunica lo stesso Pennington - ma che continua a mancare di un indice per questo periodo. Per lo ius proprium - tema cui qui è dedicato per la Spagna l'intervento di Pérez Martín - mi pare che in generale sia in corso un ripensamento storiografico positivo, perché si stanno rivedendo le usuali categorie che gli attribuivano un significato secondario. In realtà, esso è legislazione primaria e solo la naturale tendenza dei professori ad attribuirsi tanta importanza porta a mettere sempre in primo piano il diritto accademico del Medioevo. In quest'ambito tanti problemi sono ancora aperti e degni di grande approfondimento con gli stessi criteri filologici con cui ci si occupa dei più nobili testi universitari. Che le fonti legislative anche allora avessero grande importanza - nonostante il grande tema della consuetudine, che non è peraltro solo del Medioevo - ce lo dicono ora i codicologi e i paleografi, più sensibili dei giuristi agli aspetti formali dei testi. Erano redatti a volte con la solennità che ne confermava la funzione regolatrice della società - la scrittura dei testi sacri passò tradizionalmente alla scrittura delle leggi, come ha ricordato efficamente Giovanna Nicolaj al recente convegno di Cluny dei paleografi, ma il problema della diplomatica della legislazione antica è stato a lungo trascurato(79). E questo del rapporto nostro con i codicologi e paleografi mi sembra un altro aspetto prioritario da recuperare: lo storico del diritto, saturo del formalismo di certo diritto moderno, a volte ritiene che si debba pensare solo alla sostanza, alle dottrine, trascurando così quegli aspetti formali che invece sono stati (e sono) parte essenziale del mondo giuridico. Comunque, che ci sia bisogno di lavoro in quest'ambito lo mostrano per l'Italia, ad esempio, i dubbi che ancora investono la tradizione delle Assise di Ruggero II, ma anche quanto è venuto fuori sui testi di Federico II durante i recenti, plurimi e variegati, avvenimenti per l'ottavo centenario della nascita. Sembra assodato che c'è bisogno ancora di molto lavoro sui testimoni manoscritti anche di queste fonti, e non è un caso che Bertram sia stato coinvolto in queste ricerche, e gli apporti di Tilmann Schmidt sulla legislazione dello Stato pontificio e la sottolineatura della sua rilevanza mi sembrano confermare questo orientamento. Molto ci si attende dagli atti del convegno di Cagliari svoltosi in occasione del VI centenario della Carta de logu, che sono tuttora in attesa, come lo sono gli atti di un convegno del CNR sempre cagliaritano sugli statuti. Tra le edizioni, direi di ricordare almeno quella ormai prossima, si spera, del diritto statutario pisano del MS famoso di Yale, che il recentissimo lavoro preparatorio di Claudia Storti Storchi permette di intravedere ormai come realistica. Ci si è comunque soffermati anche su raccolte importanti di realtà urbane notevoli come quelle di Pisa, Pistoia, Venezia, Treviso Perugia, Spoleto(80) e Verona, e si è già giunti anche ad un primo repertorio notevole per l'Emilia Romagna(81) mentre quello della Liguria (diretto da Rodolfo Savelli) è prossimo alla stampa(82), e si è avuta la ripresa del catalogo della Biblioteca del Senato della Repubblica e una prima bibliografia statutaria per il decennio 1985-95. Ma certo va ammesso che siamo lontanissimi da un repertorio così notevole com'è quello di Oppitz per la Germania, e possiamo consolarci con i ritardi che vengono lamentati per la Francia da Giordanengo(83). Non sarà però inutile ricordare che rimane ancora lontana la ripresa di edizioni per Firenze, che pur sarebbe importantissima, auspicata com'è infatti dagli storici della cultura e delle istituzioni dei due secoli suoi importantissimi, il Tre-Quattrocento. Così come mi sembra sempre molto deficitario l'impegno per quanto riguarda i trattati internazionali, che in Italia si limita a Venezia, mi pare. In questo constesto si può auspicare che si raccordino i lavori sui manoscritti con i documenti d'archivio come si fa da tempo ad esempio nella scuola di Milano - e basterà ricordare il lavoro di Antonio Padoa Schioppa a questo proposito, ma si pensi anche solo alla luce che getta sulla diffusione del Decretum il risalente documento pubblicato ora da Paolo Nardi nella miscellanea per García (e ricordo incidentalmente che gli autografi consiliari è più facile trovarli in archivio che non in biblioteca). Per certi istituti del resto il raccordo è già in atto, occupandosi la ricerca storica politico-sociale della documentazione su istituti di nostro sicuro interesse, dall'Inquisizione ai Monti di pietà, ad esempio(84). Ma per quanto riguarda la storia della procedura presso singole corti non si è fatto molto, almeno quanto a pubblicazione di fonti, e nulla in comparazione a quanto ci ha offerto la Francia(85), anche se va ricordato almeno quanto è stato fatto per la giustizia a Perugia e a Firenze, e per l'Inquisizione soprattutto a Bologna(86), nonché i contributi medievistici al recente volume curato da Weijffels. In generale si può ben dire che continui la tendenza a studiare le dottrine prescindendo dalla prassi documentaria e dalla loro recezione notarile. II Dicevamo di importanti novità nelle prospettive per il lavoro sui manoscritti giuridici. E allora, innanzitutto, andrà ricordata quella catalogazione e studio di fondi manoscritti che devono rimanere naturalmente un primum movens per ogni progresso nella ricerca. Questa si svolge oggi entro un quadro certamente agevolato rispetto al passato. Basterà accennare al completamento della grande opera di Paul Oskar Kristeller(87), ora disponibile anche in CD-Rom, quegli Itinera attraverso il mondo dei cataloghi e degli inventari delle biblioteche di tutto il mondo tanto spesso sostenuti da autopsie proprie, nel riuscitissimo tentativo di connettere tra loro le disiecta membra di una cultura che ha fatto il mondo moderno e che ha subito una dispersione in mille rivoli favorita dal suo stesso straordinario successo. Non storico del diritto ma grande uomo di cultura, Kristeller non ha mai dimenticato il rilievo del diritto anche e in particolare nella civiltà dei secoli di cui si è occupato da grandissimo maestro, per cui ha opportunamente segnalato la presenza di giuristi quando gli è sembrato il caso. Non si può poi evitare di sottolineare l'importanza di lavori di indicizzazione come quello dei cataloghi di manoscritti pubblicati nella Bundesrepublik dal 1945 al 1995, ora disponibili in microfiches, o di quello di Avril sui codici miniati della Bibliothèque Nationale data la frequenza dei manoscritti giuridici, o di quello della Nebbiai(88) sulla biblioteca di Saint Denis. Intanto è stato completata l'opera fondamentale di catalogazione iniziata da N.R. Ker per l'Inghilterra grazie al IV volume con la collaborazione di Piper, mentre in Francia si è ugualmente arrivati alla conclusione del fondamentale strumento di lavoro costituito dai MSS datati là conservati, progetto ora in prosecuzione in Belgio e in svolgimento per l'Italia sotto la direzione di Claudio Leonardi. E' ben chiaro che qualsiasi catalogo generale andrà consultato se di biblioteche con materiali antichi, come anche ogni pubblicazione più genericamente diretta ad illustrare l'esistenza di un fondo manoscritto(89). I cataloghi recenti di fondi manoscritti sono assai numerosi e sarebbe certamente ingenua ogni pretesa di completezza. A parte alcuni minori per quantità ma non sempre per qualità del materiale come per Subiaco, Parma, Assisi, Bologna (Archiginnasio) Verona(90), Udine, Perugia, Terni(91) e Trento, per l'Italia, si pensi poi ai fondi dell'Academia Española, di Orense, Maiorca, Compostela per la Spagna, o alla Newberry Library di Chicago, o al Capitolo di Lincoln, e alle biblioteche di molte città tedesche da Mainz a Tübingen (ove ci si è potuti avvalere della collaborazione di Knut Wolfgang Nörr), Aachen, Nürnberg, Hannover, Klosterneuburg, o di altri Paesi come Uppsala, Innsbruck, Limburg. Ma sono anche comparsi 4 voll. per Cracovia e 3 voll. di indici per i cataloghi francesi(92), mentre l'incipitario dei testi raccolti all'Institut de recherche et d'histoire des textes di Parigi è ora facilmente consultabile in CD-Rom. Più in particolare sul manoscritto giuridico - a parte il contributo di Leonard Boyle, che menziono rapidamente soltanto, visto che alla sua operosità Landau ha dedicato ora una specifica riflessione nei Mélanges offerti appunto a Boyle -, dicevo che andrà ricordato in primo luogo il tantissimo che, specie in Spagna ma non solo, ha fatto Antonio García y García da solo o coadiuvato da colleghi(93). Il caro e dotto amico, giustamente destinatario ora di due volumi di Studia Gratiana in suo onore, ha predisposto cataloghi di raccolte importanti, e sta ora coordinando un nuovo gruppo per il fondo da tempo noto per essere fondamentale di Seu d'Urgell - annunciato come sotto stampa e cui hanno collaborato tra i presenti Perez Martin e Soutermeer. Ma soprattutto, poi, sono comparsi cataloghi specificamente giuridici la cui importanza va qui sottolineata. Se ancora negli anni '80 venivano pubblicati i primi due volumi col catalogo di circa 500 manoscritti giuridici della Vaticana, solo da pochi anni è finalmente apparso quello tante volte annunciato del Collegio di Spagna a Bologna, il cui fondo anche se non esclusivamente giuridico è pur sempre caratterizzato per essere prevalentemente composto da codici giuridici ed è comunque stato opera prevalente di storici del diritto. In mezzo abbiamo avuto addirittura due cataloghi dei manoscritti canonistici conservati nei Paesi Bassi (quasi in concorrenza tra loro(94), è comunque più importante quello di de Groot anche per comprendere pergamene e testi d'interesse locale), nonché il catalogo relativo ad Hamburg(95) - e prescindiamo da quello dei manoscritti giuridici inglesi conservati a Cambridge redatto da John Baker, un po' perché fuori del ius commune e poi perché essenzialmente moderno(96). Importante ancora il tanto che si è fatto sulle raccolte antiche di libri, proprio perché era normale la presenza del libro giuridico nelle raccolte librarie - allora raramente specialistiche e quindi anche monocordi come sono talvolta oggi. I cataloghi di biblioteche antiche sono stati oggetto di iniziative di repertoriazione e ricognizione bibliografica generale(97) e particolare. A parte quanto è stato fatto per la biblioteca papale ad Avignone e a Peñiscola(98), mi riferisco all'impresa, di cui la signora Nebbiai ci dirà probabilmente visto che lei stessa ha già dato contributi importanti(99), relativa proprio alle biblioteche medievali italiane in corso presso l'Institut de recherche et d'histoire des textes di Parigi - dopo che si è conchiuso il grande progetto per le raccolte francesi dal VI secolo al 1530 diretto da Vernet. Di una sottolineatura è meritevole la grande raccolta di documenti sul libro a Barcellona, ricca specie per il secondo Trecento, di Joseph Hernando(100), ma non si possono certamente trascurare le grandi imprese tedesche, austriache e svizzere che hanno già dato tanti risultati. In Germania nel 1990 si è pervenuti ad un prezioso Handschriften-Register(101), mentre in Inghilterra nel 1990 è iniziato il Corpus of British Medieval Library Catalogues e un progetto sulle Private Libraries in Renaissance England, avviato nel 1992, prevede anche un data-base sottoposto ad aggiornamento permanente - e di questo anche probabilmente ci avrebbe parlato padre Boyle. Altre pubblicazioni hanno riguardato un inventario di Pistoia (Savino) o la riedizione di quello riguardante i MSS Ripoll ora all'Archivio della Corona d'Aragona. Sono la memoria d'un passato che può aver lasciato scarsissime tracce in loco oggi: penso ad esempio alla Sicilia, un tempo così ricca di manoscritti e ora ad esempio priva di un solo manoscritto del Corpus canonistico - ci ricorda García y García(102). Si tenga presente poi che anche il lavoro sugli incunaboli e sugli stampati antichi ha fatto passi grandi avanti. Per l'incunabolistica, a parte i tanti cataloghi parziali, basterà ricordare i volumi con gli incunaboli conservati in Vaticana e poi che la British Library ha addirittura messo in Internet il proprio catalogo ed è stato organizzato in modo che si potrebbe partire da esso per costruire dei data-base - come ha proposto recentemente, durante una tavola rotonda presieduta da Leonard Boyle, Martin Davis per i marginalia che corredano gli incunaboli(103) - non spesso in modo importante, ma talora avviene per cui bisogna imparare a tenerne conto. Per gli stampati successivi va ricordato il repertorio dei libri napoletani del '600 e dei libri antichi dei territori di lingua spagnola. Specificamente giuridico poi il lavoro di un altro Colli, il Gaetano Colli cui si deve l'elaborazione bibliografica dei tractatus raccolti nella grande raccolta di Venezia seguendo l'esempio del Verzeichnis di Dolezalek, nonché un primo esame complessivo delle raccolte miscellanee di tractatus cinquecentesche(104). Ma che cosa ci dirà il Census di Douglas Osler, tenuto conto del tanto che traluce da quanto ci ha anticipato? E quali saranno gli impegni di elaborazione del materiale offertoci, speriamo presto, da Osler? Si lavora bene sui manoscritti se si ha un'idea precisa di che cosa è disponibile a stampa. Essenziale quindi è il completamento del suo Census delle edizioni cinquecentesche, anche se ciò non deve significare trascurare specifiche raccolte particolari preziose per il diritto comune, che dovrebbero essere perlomeno schedate sommariamente in modo da avere punti di riferimento preciso per la ricerca e le collazioni - e sarà molto facile una volta che sarà disponibile l'Osler. Tra l'altro è chiaro che solo un lavoro accurato sugli stampati permette anche progressi decisivi in un campo che non può non essere lasciato alla ricerca individuale, cioè quello della riflessione sulle attribuzioni. E' opera individuale, non a caso compiuta però avendo a disposizione una raccolta di stampati eccezionale, quella che ormai da anni e con risultati straordinari svolge in modo instancabile Domenico Maffei, i cui lavori raccolti nel suo fondamentale volume di storia delle Università e della letteratura giuridica(105) sono già da integrare ad esempio con uno studio sul Caccialupi(106) e con quello sulla lessicografia dei maestri di Orléans(107), in cui si sottolinea il carattere aperto anche dei lessici, necessariamente "costituite da mosaici di elementi lessicali che acquistano organicità solo in rapporto a situazioni di base di tempo in tempo variabili", con la conseguenza che certe opere vengono presto ritenute superate ma non messe da parte del tutto e quindi riutilizzate ampliate; insomma, basterà pensare che è emerso un lessico di un Pietro Ferro da Priverno (+1336) prima assolutamente sconosciuto e che lo stesso è risultato elemento di base del grande Dizionario di Alberico da Rosciate, sulla cui diffusione manoscritta e a stampa c'è poco da sottolineare. III Basta quanto fin qui detto per rendersi conto dell'enormità dei dati nuovi che ci sono stati offerti dall'esplosione della ricerca biblioteconomica e codicologica internazionale? Vale la pena di ricordare che un tempo si rimediava alla dispersione con ricognizioni territoriali specifiche, come quella dedicata da Kuttner all'Ungheria, ma ora come si fa con questa crescita esponenziale? E allora ci sono, a mio avviso, due priorità.

La prima risponde al principio fondamentale di evitare sprechi finché possibile. Il che comporta l'impegno per il completamento dei progetti già iniziati e in tempi ragionevoli, ossia se necessario conservando o adottando criteri ristretti di catalogazione se non già previsti come tali, oppure in subordine procedere anche soltanto a descrizioni provvisorie. In questo filone andrà in primo luogo auspicata la prosecuzione del Vatican Project impostato da Stephan Kuttner e giunto solo, come s'è anticipato, al II volume a stampa nell'ormai lontano 1987, con un terzo volume da tempo, pare, pronto per la stampa. Sono lieto che sia presente Peter Landau, direttore dell'Istituto di storia del diritto canonico(108) di München a Stephan Kuttner dedicato, dove sono conservate le descrizioni dei vari fondi Vaticani a suo tempo apprestate col molto lavoro di molte persone a Berkeley sotto la direzione dello stesso Kuttner. Cosa si può e cosa si deve fare realisticamente per portare avanti il progetto? Non è possibile pensare che tanto lavoro giaccia inedito senza possibilità di utilizzazione, mentre ci sono vari centri di ricerca che potrebbero collaborare a portarlo avanti.

Altro caso. Dopo la pubblicazione di Jordan nel 1989, ci sono dei ritardi anche a Notre Dame, nell'Indiana, che come molti ricorderanno anni fa era al centro dell'interesse per la catalogazione dei MSS della Biblioteca Ambrosiana(109) - di cui là sono conservati i microfilm, così come a Berkeley sono pur sempre conservati i microfilm dei MSS Vaticani, che non hanno seguito il destino delle descrizioni già predisposte a Berkeley.

C'è poi il lavoro di Emanuele Casamassima sui manoscritti bartoliani, com'è noto pubblicato per la Germania, ma fermo per il resto, in particolare per l'Iter italicum, laddove l'eminente studioso lo lasciò alla sua morte dieci anni or sono. C'è voluta un'inquisitio bella e buona per accertare che quelle carte sono ora a Firenze e che sono vicinissime alla stampa quanto meno per i testimoni conservati alla Biblioteca vaticana. Ma se non c'è l'impulso degli storici del diritto quelle carte non rimarranno sepolte assieme alle tante altre lasciate?

A Siena abbiamo cominciato il catalogo dei MSS specificamente giuridici della Biblioteca comunale, fondo di cui un saggio è stato offerto in un catalogo di mostra sul libro universitario. La catalogazione, iniziata con Enzo Mecacci, Giovanna Murano e altri giovani collaboratori, è temporaneamente sospesa per impegni assorbenti di altra natura dei vari collaboratori. La partita comunque non è chiusa, e intanto esiste un catalogo provvisorio consultabile in biblioteca, e ci si augura sempre di poter riprendere il lavoro per dargli la veste definitiva(110).

L'altro problema - ed è la seconda direzione prioritaria d'impegno - è quello di impostare un nuovo Verzeichnis sul modello dell'utilissimo elaborato ormai più di 25 anni fa da Gero Dolezalek per i MSS di opere sul diritto romano. Tutto il materiale accumulatosi negli ultimi decenni richiederebbe senz'altro un impegno non da poco e non di una sola persona. Perdipiù mi chiedo se non sarebbe oggi possibile unificare la ricognizione per l'utrumque ius, o comunque estenderla a tutto il diritto dotto, universitario. Non sarebbe un progetto a medio termine di rilievo, sicuramente bisognoso di una collaborazione internazionale di grande livello? Il Nuovo Verzeichnis quanto tempo richiederebbe e che tipo di organizzazione? Sono lieto che Dolezalek sia presente, perché dovrebbe essere il primo a sostenere l'iniziativa e ad avere parte direttiva nella stessa. Che comporta non pochi problemi, se si vuole allargare. Ad esempio, a mio avviso si dovrebbe segnalare in quella sede anche quello che risulta dai cataloghi delle biblioteche antiche, da non considerare definitivamente deperditum, quanto disperso - insomma, manoscritti che potrebbero poi venir fuori, e talora già in qualche modo presenti nei cataloghi. Ma non ci si dovranno includere anche le new entries della ricerca, sul tipo di quel Pietro Ferro da Priverno ora recuperato da Maffei?

Sarà anche in questa sede da affrontare un'altra questione. Da varie parti si è sottolineato come i criteri generali disposti dai codicologi per la preparazione dei cataloghi siano troppo rigidi nel caso dei MSS giuridici. Esistono introduzioni o vere e proprie prescrizioni di solito a livello nazionale per il lavoro di catalogazione(111), ma non mi sembra che siano giunte precise proposte da parte degli storici del diritto su questo punto. Inutile dire che una convenzione per la catalogazione sarebbe molto utile, anche se sarebbe certo necessario un incontro specifico e debitamente preparato nei materiali preliminari, logicamente successivo a questo, per affrontare propriamente questo complesso di questioni. I più recenti cataloghi specificamente giuridici sono stati condotti con criteri molto differenti. Basterà porre agli estremi la formula del catalogo Vaticano(112), che per brevità ad esempio utilizza un manoscritto-base per ogni opera cui poi viene fatto riferimento in occasione del reperimento di altri testimoni, e che delle raccolte consiliari indica solo gli autori presenti, e dall'altra parte quello di Bologna, attento ad ogni singolo pezzo considerato individualmente anche se minore. I problemi certo non mancano. Ad esempio, che fare quando abbiamo un formulario come quello d'un giudice del podestà di Pisa che intorno al 1495, su sollecitazione di un notaio dei malefici, scrive quello che lui chiama 'libellus notularum'(113)? La precisazione originaria del manoscritto risulta però ex post assai sfortunata, perché se il catalogatore rimarrà fedele al titolo originale dell'opera non darà nessuna idea precisa del suo contenuto. In mancanza di un titolo, noi ne avremmo posto uno che chiarisse la sua funzione di supporto per la pratica giudiziaria, mentre in questo caso la presenza del titolo ci blocca di solito. E allora, quando ci sono intitolazioni originali non formalizzate e tradizionali non bisognerà entrare nel merito nell'interesse dell'utente del catalogo?

Altra priorità mi sembra la raccolta di autografi d'autore. Si è già ricordato che cosa è venuto fuori da due consilia di Bartolo e di Giovanni d'Andrea. Certo, è facile immaginare che gli autografi si moltiplichino più si va avanti nel tempo, in particolare col '400 per il quale si sono già segnalati vari autografi; allora, forse, essi sono meno importanti ai fini di recuperi testuali d'autore. Ma la ricerca va in ogni caso estesa per il Trecento con molta attenzione ai fondi d'archivio, e non si vede perché non si possa pensare ad una raccolta di fac-simili, che possa servire da memorandum per storici del diritto e altri frequentatori di manoscritti giuridici.

Nel complesso, e per finire, bisogna badare più attentamente agli strumenti informatici, che tra l'altro dovranno essere tenuti ben presenti per risolvere il problema delle priorità che ho indicato sopra. A parte i CD-Roma di cui abbiamo parlato, bisognerà tener conto di varie iniziative in corso. Esiste un 'Progetto Irnerio' di Bologna per digitalizzare i manoscritti glossati: già presentato, attende ancora di essere finanziato, per quanto ne so. Intanto, la Harvard Law School, grazie sopratuttto all'apporto di Charles Donahue con la consulenza di Thomas Bruce e Terry Marton, ha messo a disposizione in Internet il testo di Bracton, De legibus et consuetudinibus Angliae, in inglese e in latino, pronto per ogni ricerca e per l'ipertesto. Mario Montorzi ha inserito nel sito di diritto comune dell'Università di Pisa(114) il suo data-base sulla glossa ordinaria ai Libri feudorum e un primo esperimento di repertoriazione dei consilia di Silvio Pucci, e tiene laboriosamente aggiornata una rubrica di notizie. Ha utilmente indicato anche una serie di links che consentono facilmente di raggiungere siti interessanti la ricerca che ci interessa, primo tra tutti quello della Syracuse University(115) che dà notizia degli undici volumi previsti della History of Medieval Canon Law, e poi la Domus Gratiani organizzata da Anders Winroth della Yale University(116), da cui traggo ad esempio notizia dell'incontro di Kalamazoo dell'anno prossimo dedicato a Kuttner, organizzato dallo stesso Winroth e da Izbicki. Sempre il sito pisano ci parla dell'elaborazione in corso da parte di Franco Migliorino, in collaborazione con Speciale e Condorelli, dell'indice delle concordanze per il Liber extra. Mentre altri siti sono di diretto interesse per il diritto romano - come quello diretto da Alfons Bürge(117) e quello dedicato all'ipertesto della Glossa e del Corpus iuris civilis(118), non è da trascurare quello generale (un Medieval Sourcebook) con moltissimi testi, non sono per il common law, diretto da Paul Halsall(119), e quello della Zeitschrift für Rechtsgeschichte(120). Nel complesso, e chiudo, stiamo vivendo una rivoluzione informatica di cui dobbiamo ancora capire la portata per le nostre discipline. Incontri come questi divengono vitali per chiarirsi le prospettive.

 

Note bibliografiche :

  1. Sono stati pubblicati gli atti dell’VIII e del IX. Nel primo volume si segnalano le relazioni di Kozur, Figuera, Höhl, inoltre nell’altro Avril su codificazione sinodale, Schmidt sul VI, Weigand su glosse simone, Conte su coloni, Kozur su Honoirus e Graziano(?)), Melville su statuti ordini, Conklin su Stefano di Tournai.
  2. V. nell’ultima Savigny… Per una traduzione nel MS Bruxelles 9084/2502, v. L. LÖFSEDT, Gratiani Decretum, I: Distinctiones, (Societas Scientiarum Fennica, Commentationes humanarum litterarum 95), Helsinki 1992.
  3. Basterà pensare a quanto va facendo l’AHC e l’AHP, ma tra le varie iniziative recentissime andrà almeno ricordata la traduzione dei Conciliorum oecumenicorum decreta (ed. G. Alberigo et Alii, Bologna 1973) in francese: Les conciles oecuméniques, 3 voll., Paris 1994, che si sono accostati alla traduzione francese dell’opera di San Tommaso. V. poi da ultimo, ad esempio, Synodicon Hispanum, sous la direction d’A. García y García, VI: Avila y Segovia, éd. par B. ALONSO RODRIGUEZ, F. CANTELAR RODRIGUEZ, A. GARCIA Y GARCIA, M.L. GUADALUPE BERAZA, J. C. MATIAS VICENTE, M. SANZ, J.-M. SOTO RABANOS, (Biblioteca de Autores Cristianos), Madrid 1993, e Les statuts synodaux franais du XIIIe siècle, IV: Les statuts synodaux de l’ancienne province de Reims (Cambrai, Arras, Noyon, Soissons et Tournai), publiés par J. AVRIL, (Collection de documents inédits sur l’histoire de France, Section d’histoire médiévale et de philologie s. in 8°, 23), Paris 1995 (sul quale v., ancheper la ricchissima bibliografia, la recensione di L. FALKENSTEIN, in: ZRG kan. Abt. 83 (1997), pp. 624-632).
  4. Come l’utile ristampa di Statuti delle Università e dei collegi dello Studio bolognese, a cura di C. MALAGOLA, Bologna 1988 (già 1888) e i volumi Alma mater librorum. Nove secoli di editoria bolognese per l’Università, Bologna 1988; Sapere e/o potere… Ma v. già prima W. STEFFEN, Die studentische Autonomie in mittelalterlichen Bologna, Bern-Frankfurt/Main-Las Vegas 1981.
  5. Sulla quale v. ad esempio già E. CORTESE, Sulla scienza giuridica a Napoli tra Quattro e Cinquecento, in Scuole diritto e società (nota…), I, pp. 31-134.
  6. Dopo F. FABBRINI, Statuti dell’Università medievale di Arezzo (1255), Arezzo 1990, è intervneuto il libro di R. BLACK…, che ha esposto la sua ricerca con Arezzo e la sua Università sconosciuta del Rinascimento, in: Atti e memorie dell’Accademia Petrarca…. (1986), pp….
  7. V. in particolare il volume con gli atti del convegno su Roma e lo Studium Urbis. Spazio urbano e cultura dal Quattro al Seicento, (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Saggi 22), Roma 1992, ma anche G. ADORNI, Statuti del Collegio degli avvocati concistoriali e statuti dello Studio romano, in: RIDC 6 (1995), pp. 293-355 (fine ‘400).
  8. A.BELLONI, Professori giurisiti a Padova nel secolo XV, (Ius Commune, Sonderhefte 28), Frankfurt am Main 1986.
  9. S. DI NOTO MARRELLA, "Doctores". Contributo alla storia degli intelettuali nella dottrina del diritto comune, (Università degli studi di Parma; Pubbl. della Gacoltà di Giurisprudenza n.s. 18), I-II, Padova 1994. Contributi molto utili primain Sapere e/o Potere?
  10. Dove dal nostro punto di vista un apporto da considerare è quello sui collegi dei dottori, anche se solo marginalmente rientra nel nostro periodo: A. DE BENEDICTIS, Poteri pubblici ed università in Italia in età moderna (secc. XV-XVIII), in: I poteri politici e il mondo universitario (XIII-XX secolo), a cura di A. ROMANO e J. VERGER, (Commission Internationale pour l’histoire des Universités III), Soveria Manelli – Messina, 1994, pp. 35-65.
  11. Università in Europa. Le istituzioni universitarie dal Medioe Evo ai nostri giorni: strutture, organizzazione, funzionamento, a cura di A. ROMANO, (Università di Messina, Comission Internationale pour l’histoire des Universités, Centro di documentazione per la storia dell’Università di Messina), Soveria Mannelli-Messina 1995.
  12. P. NARDI, L’insegnamento superiore a Siena nei secoli XI-XIV. Tentativi e realizzazioni dalle origini alla fondazione dello Studio generale, (Orbis Academicus 6), Milano 1996. e di MINNUCCI-KOSUTA, ….utile documentazione emersa a cura di MINNUCCI…
  13. L’Università di Vercelli nel Medioevo. Atti del secondo congresso storico vercellese, Vercelli 1994, ove in particolare si vedranno la relazione civilistica di I. SOFFIETTI (anche in: RSDI 66, 1993, pp. 131-147), e canonistica di V. PIERGIOVANNI.
  14. Gli statuti medioevali dele Università di giurisprudenza italiane: conservazione, materie regolate, interdipendenze, pp. 159-170.
  15. A.L. TROMBETTI BUDRIESI, Gli statuti del collegio dei dottori, giudici e avvocati di Bologna (1393-1467) e la loro matricola (fino al 1776), (Deputazione di storia patria per le proncie di Romagna, Documenti e studi 23), Bologna 1990.
  16. U. MEYER-HOLZ, Collegia iudicum. Über die Form sozialer Gruppenbildung durch die gelehrten Berufsjuristen im OberItalien des späten Mittelalters, mit einem Vergleich zu collegia doctorum iuris, (Fundamenta iuridica 6), Bade-Baden 1989.
  17. Volume collana Maffei+Vocabulaire des collèges universitaires (XIIIè-XVIè siècles). Actes du colloque, Leuven 9-11 avril 1992, a cura di O. Weijers, (Civicima. Etudes sur le vocabulaire intellectuel du Moyen Age 6), Brepols 1993.
  18. Fatto giustamente sottolineato da D. GIRGENSOHN, Recensione in: Studi Senesi 107 (1995), pp. 520-528, al catalogo I codici del Collegio di spagna di Bologna, studiati e descritti da D. MAFFEI, E. CORTESE, A. GARCIA Y GARCIA, C. PIANA, G. ROSSI et Alii, (Orbis Academicus 5), Milano 1992.
  19. D. MAFFEI, Fra Cremona, Montpellier e Palencia nel secolo XII: ricerche su Ugolino da Sesso, in: RIDC I (1990), pp. 9-30, poi nei suoi Studi (nota…), pp. 1*-22*
  20. In particolare v. A. SOTTILI, Università e cultura. Studi sui rapporti itao-tedeschi nell’età dell’Umanesimo, (Bibliotheca eruditorum 5), Goldbach 1993.
  21. V. ora il suo Italienisches gelehrtes Recht im Nürnberg des 15. Jahrhunderts, in: Recht und Verfassung im Übergang vom Mittelalter zur Neuzeit, I, hrsg. H. BOOCKMANN, L. GRENZMANN, B. MOELLER, M. STAEHLIN, Göttingen 1998, pp. 215-229; segue, autore B. HAMM, l’esemplificazione relativa a Lazarus Spengler, giurista e avvocato della Riforma a Nürnberg.
  22. Della quale ricorderemo questi contributi: "Liber questionum in petiis". Osservazioni sul ms. Darmstadt 853, in: Studi Medievali s. III 33 (1992), pp. 645-694, Exemplar e manoscritti peciati nella Biblioteca Malatestiana di Cesena, in: Libraria Domini. I manoscritti della Biblioteca Malatestiana. Testi e decorazioni, a cura di F. LOLLINI, P. LUCCHI, Bologna 1995, pp. 237-248.
  23. V. infine G. R. DOLEZALEK, Les gloses des manuscrits de droit: reflet des méthodes d’enseignement, in: Manuels, programmes de cours et techniques d’enseignement dans les Universités médiévales, (Université Catholique de Louvain. Publications de l’Institut d’Etudes Médiévales), Louvain-la-Neuve 1994, pp. 235-255.
  24. R. WEIGAND, Glossen zum Dekret Gratians, in: SG 25-26 (1991). Questo maestro è stato giustamente onorato con la raccolta di scritti Ius et historia. Festgabe für Rudolf Weigand, hrg. N. HÖHL, Würzburg 1989. Ma non si dimenticherà la sua raccolta importante di contributi Liebe und Ehe im Mittelalter, (Bibliotheca eruditorum 7), Goldbach 1993.
  25. R. WEIGAND – G. DOLEZALEK, Das Geheimnis der roten Zeichen. Ein Beitrag zur Paläographie juristischer Handschriften des 12. Jahrhunderts in: ZRG 100, kan. Abt. 69 (1983), pp. 143-199.
  26. G. GIORDANENGO, Publier des textes juridiques? Pourquoi, lesquels, comment?, in: Bulletin de la Commission Royale pour la publication des Anciennes Lois et Ordonnances de Belgique 37 (1996), pp. 95-123 (100).
  27. Anche nell’opera complessiva B.C.BAZAN, J.F.WIPPEL, G. FRANSEN, D. JACQUART, Les quéstions disputées et les questions quodlibétiques dans les Facultés de Theologie, de Droit et de Medecine, (Typologie des sources du Moyen Age occidental 44-45), Turnhout 1985; ma v. la bibliografia dei suoi scritti in apendice al necrologio di A. GARCIA Y GARCIA, Balance de la aportación científica de Gérard Fransen, in: ZRG kan. Abt. 83 (1997), pp. 1-11. V. poi ad esempio E. MECACCI, Un manoscritto senese delle"Quaestiones" di Bartolomeo da Brescia e dei "Brocarda" di Damaso. Ipotesi di descrizione globale di un manoscritto giuridico, in: Scritti di storia del diritto offerti dagli allievi a Domenico Maffei, a cura di M. ASCHERI, (Medioevo e Umanesimo 78), Padova 1991, pp. 27-65.
  28. O. CONDORELLI, Dalle Quaestiones Mercuriales alla Novella in titulum de regulis iuris, in RIDC 3 (1992), pp. 125-171.
  29. Da L. FOWLER-MAGERL, Ordo iudiciorum vel ordo iudiciarius. Begriff und Literaturgattung, (Ius Commune Sonderhefte 19), Frankfurt am Main 1984, si è poi passati al suo Ordines iudiciarii and Libelli de ordine iudiziorum (from the middle of the twelfth to the end of the fifteenth century), (Typologie des sources du Moyen Age occidental 63: A-III.1*), Turnout 1994.
  30. V. le sue note raccolte di studi in Variorum Reprints, cui hanno fatto seguito studi recenti, come…
  31. W.P. MÜLLER, Huguccio. The Life, Works, and Thought of a Twelfth-Century Jurist, (Studies in Medieval and Early Modern Canon Law 3), Washington D.C. 1994.
  32. Ora in Misc. Maffei I; c’è da accertare F. BETANCOURT, El libro anonimo "De interdictis". Codex Vaticanus Latinus n° 5766, (Derecho 65), 1997.
  33. S. CAPRIOLI et Alii, Glosse preaccursiane alle Istituzioni. Srato azzoniano. Libro primo, (Fonti per la storia d’Italia 107), Roma 1984.
  34. Per i frammenti di una Summa Codicis francese del 1100, v. L. LOSCHIAVO, Alcune note sul frammento di Summa Codicis contenuto nel ms. Berlin lat. Fol. 271 in: Ius Commune 19 (1992), pp. 31-59, e il suo Summa Codicis Berolinensis. Studio ed edizione di una composizione ‘a mosaico’, (Ius Commune, Sonderhefte 89), Frankfurt am Main 1996.
  35. G. GIORDANENGO, Les feudistes (XIIe-Xve s.), in: El dret comú i Catalunya, ed. A. IGLESIA FERREIROS, (Fundació Noguera, Estudis 3), Barcelona 1992, pp. 67-139.
  36. V. il suo lavoro nella miscellanea per Federico II, ma tieni presente anche lo spunto di Reynolds per i Libri feudorum, che mi pare non aver per ora avuto risposta.
  37. G. SPECIALE, La memoria del diritto comune. Sulle tracce d’uso del Codex di Giustiniano (secoli XII-XV), (I libri di Erice 10), Roma 1994.
  38. N. SARTI, Maximum dirimendarum causarum remedium. Il giuramento di calunnia nella dottrina civilistica dei secoli XI-XIII, (Seminario giuridico dell’Università di Bologna 160), Milano 1995;
  39. C.E. TAVILLA, Homo alterius: i rapporti di dipendenza personale nella dottrina del Duecento. Il trattato de hominiciis di Martino da Fano, Napoli 1993.
  40. F. MIGLIORINO, In terris Ecclesiae: frammenti di ius proprium nel Liber Extra di Gregorio IX, Roma 1992.
  41. G. PACE, Riccardo da Saliceto. Un giurista bolognese del Trecento, (I Libri di Erice 9), Roma 1995, e v. ora anche L. GARGAN, Nuovi codici "condotti" a Padova nel Tre e Quattrocento, in: Quaderni per la storia dell’Università di Padova 22-23 (1989-90, ma 1992), pp. 1-57.
  42. Come quelli di Basilea ed. Suter.
  43. Dopo i contributi di CH. BEZEMER e L. WAELKENS, v. L.J. VAN SOEST-ZUURDEEG, La Lectura sur le titre De actionibus (Inst. 4,6) de Jacques de Révigny, (Rechtshistorische Studies 14), Leiden 1989. In quest’ambito, su un giurista caro a Feenstra, v. anche A. BERNAL PALACIOS, "Reportatio" of a Lectura on the Title De Actionibus (Inst. 4.6 rub.-6) of Guido de Cumis (MS Vat. Lat. 2689, fol. 5), in: TRG 54 (1986), pp. 269-286. V. comunque G. GIORDANENGO, Studium Aurelianense. Les écoles et l’Université de droit (XIIIe-XIVe siècles) d’après les recherches récentes des historiens néerlandais, in: Perspectives médiévales 18 (1992), pp. 8-21.
  44. L sua raccolta fondamentale è Fata iuris Romani, (Leidse juridische reeks 13), Leiden 1974, ma v., tra i contributi recenti, R. FEENSTRA – M. DUYNSTEE, Un recueil de textes de l’Ecole de droit d’Orléans dans la Huntington Library à San Marino (Cal.), in: TRG, 60 (1992), pp. 81-108.
  45. Sui quali v. anche i lavori di L. WAELKENS, L’influence de l’Ecole d’Orleans sur la doctrine bolonaise à la fin du XIIIe siècle, in: "Houd voet bij stuk". Xenia iuris historiae G. van Dievoet oblate, Leiden 1990, pp. 193-208, e H. VAN DE WOUW, Entre Bologne et Orléans. Quelques notices et textes du Ms. Leyde B.P.L. 6C, in: Etudes néerlandaises de droit et d’histoire présentées à l’Université d’Orléans pour le 750e anniversaire des enseignements juridiques, edd. R. FEENSTRA –C. M. RIDDERIKHOFF, in: Bulletin de la Société archéologique et historique de l’Orléanais, n.s. 9, 68 (1985), pp. 31-39.
  46. F. SOETERMEER, Utrumque ius in peciis. Aspetti della produzione libraria a Bologna fra Due e Trecento, (Orbis Academicus VII), Milano 1997. In quest’ordine di ricerche può qui ricordarsi L. GARGAN, "Exstimatus per bidellum generalem Studii Paiensis". Per una storia del libro universitario a Pavia nel tre e Quattrocento, in: Per Cesare Bozzetti. Studi di letteratura filologia italiana, Milano 1996, pp. 19-36 (14 manoscritti con note di stima).
  47. V. il suo Beilage: Peciehandschriften, in Drei neuere Kataloge juristischer Handschriften, in: ZRG 126 kan. Abt. 82 (1996), pp. 380-402 (397-399). I catalaghi di MSS spesso trovano note di precisazione da parte degli specialisti: si segnala per il passato ad esempio M. BOHANCEK, Zur Behandlung juristischer Handschriften in den neueren Handschriftenkatalogen, in: Studie o rukopisech 9 (1970), pp. 147-169, a proposito del catalogo dei manoscritti conservati a Kassel; per i due volumi dei MSS Vaticani importante anche la recensione di J. GILCHRIST in: ZRG KA 109 (1992), pp. 581-585.
  48. F. SOETERMEER, L’ordre chronologique des apparatus d’Accurse sur les libri ordinarii, in: Historia del derecho privado. Trabajos en homenaje a Ferran Valls i Taberner, ed. M.J. PELAEZ, (Estudios interdisciplinares en homenaje a Ferran Valls i Taberner con l’ocasión del centenario de su nacimiento 10), Barcelonea 1989, pp. 2867-2892, Zur Identität des Magister Rufinus Lumbardus, Rechtslehrer in Angers (um 1275/80), in: ZRG rom. Abt. 09 (1992), pp. 539-546, Due tradizioni testuali francesi dell’Apparatus Digesti Novi di Accursio, in: RIDC 8 (1997), pp. 77-127, e il suo Doctor suus? Accurse et Jacques Balduin, in: SG 29 (1998: Per Garcia y Garcia), pp. 795-814. Sulla più tarda diffusione della glossa v. ora anche P. MAFFEI, L’eccellenza della Magna Glossa sul Digesto Vecchio e sulle istituzioni secondo Giovan Maria Riminaldi (1434-1497). Con due excursus bio-bibliografici, in: Studi Senesi 110 (1998), pp. 96-128.
  49. F. SOUTERMEER, The Origin of MS D’Ablaing 14 and the Transmissio of the Clementines to the Universities, in: TRG 54 (1986), pp. 101-112.
  50. L. WAELKENS, La Lectura Institutioum de Raoul d’Harcourt, in: RIDC 3 (1992), pp. 79-91.
  51. G. SPECIALE, "Accursius fuit de Certaldo…", in: RIDC 1 (1990), pp. 111-120.
  52. V. ad esempio E. CONTE, Un sermo pro petendis insigniis al tempo di Azzone e Bagarotto, in: RSDI 60 (1987), pp. 71-86
  53. Dalla Sarti (nota…), da Soetermeer (nota…); v. poi N. SARTI, Sull’identità del "Dominus Iacobus quod Ianuae in equo armatus tulit sententiam", in: RSDI 62 (1989), pp. 363-382.
  54. G. DOLEZALEK, The Lectura Codicis of Odofredus, recensio I, and Jacobus Balduini, in: The Two Laws. Studies in Medieval Legal History Dedicated to Stephan Kuttner, edd. L. MAYALI – St. A.J. TIBBETTS, (Studies in Medieval and Early Modern Canon Law 1), Washington D.C. 1990, pp. 97-120, e A. PADOVANI, L’archivio di Odofredo. Le pergamene della famiglia Gandolfi Odofredi. Edizione e regesto (1163-1499), Spoleto 1992.
  55. K. PENNINGTON, A ‘Quaestio’ of Henricus de Segusio and the Textual Tradition of his ‘Summa super decretalibus’, in: BMCL n.s. 16 (1986), pp. 91-97 (con appendice di M. BERTRAM), ora nella sua raccolta Popes, canonists and Texts, 1150-1550, Aldershot 1993, nu. XVIII.
  56. Guillaume Durand, Evèque de Mende (v. 1230-1296), Paris 1992.
  57. F.P.W. SOETERMEER, Une catégorie de commentaires peu connue. Les "commenta" ou "lecturae" des précurseurs d’Odofrède, in: RIDC 2 (1991), pp. 47-67, e L’édition de lecturae par ls stationnaires bolonais, in: TRG 59 (1991), pp. 333-351, ora in Miscellanea Domenico Maffei (nota ), I, pp. 411-429.
  58. J.F. GENEST, Le fonds juridique d’un stationnaire italien à la fin du XIIIe siècle: matériaux nouveaux pour servir à l’histoire de la pecia, in La production du livre universitaire au Moyen Age. Exemplar et pecia, edd. L.J. BATAILLON, B.G. GUYOT, R.H. ROUSE, Paris 1988, pp. 133-154, e S. ZAMPONI, Exemplaria, manoscritti con indicazioni di pecia e liste di tassazione di opere guridiche, ivi, pp. 125-132 (dello stesso A. av. nche Manoscritti con indicazioni di pecia nell’Archivio Capitolare di Pistoia, in: Università e società nei secoli XII-XIV, Pistoia 1983, pp. 447-484). Pionieristico per le fonti giuridiche G. BATTELLI, i cui contributi, risalenti anche agli anni ’30, si leggono principalmente ora nei suoi Scritti scelti, Roma 1975.
  59. G. SCANO, I manoscritti del Decreto di Graziano conservati nella Biblioteca apostolica Vaticana, in: SG 7 (1959), pp. 3-68.
  60. O. WEIJERS, Dictionaaire et répertoire au Moyen Age, (Civicima. Etudes sur le vocubulaire intellectuel du Moyen Age 4), Turnhout 1991, pp. 133-144.
  61. V. COLLI, Termini del diritto civile, in: Méthodes et instruments du travail intellectuel au Moyen Age. Etudes sur le vocabulaire, éd. Par O. WEIJERS, (Civicima. Etudes sue le vocabulaire intellectuel du Moyen Age 3), Turnhout 1990, pp. 231-242.
  62. G. DOLEZALEK, Lexiques de droit et autres outils pour le "ius commune" (XIIe – XIXe siècles), in: Les manuscrits des lexiques et glossaires de l’antiquité tardive à la fin du Moyen Age, éd. par J. HAMESSE, (Fédération Internationale des Instituts d’Etudes Médiévales, Textes et études du Moyen Age 4), Louvain-la-Neuve 1996, pp. 353-376.
  63. Luoghi e metodi di insegnamento nell’Italia medievale (secoli XII-XIV), a cura di L. GARGAN, O. LIMONE, Galatina 1989.
  64. Nella settimana di studi diretta da Guglielmo Cavallo, l’incontro è stato organizzato da Vincenzo Fera (Università di Messina): atti di cui è prevista la pubblicazione.Nel quale v. ora Dalla minuta al anoscritto d’autore, in: Lo spazio letterario del Medioevo, I. Il medioevo latino, a cura di G. CAVALLO, C. LEONARDI, E. MENESTO’, I, La produzione del testo, Roma 1992, pp. 353-372.
  65. E c’è stato persino un incontro sul diritto comune attuale a Pisa, i ui atti sono in corso di stampa presso Giappichelli, Torino.
  66. V. COLLI, L’apografo dello Speculum iudiciale di Guillaume Durand, in: Ius Commune 23 (1996), pp. 271-280; (con G. MURANO), Un codice d’autore con autografi di Giovanni d’Andrea (ms. Cesena, Biblioeca Malatestiana, S. II. 3), in: Ius Commune 24 (1997), pp.1-23, Collezioni d’autore di Baldo degli Ubaldi nel MS Biblioteca Apostolica Vaticana, Barb. Lat. 1398, in: Ius Commune 25 (1998), pp. 323-346.
  67. K. PENNINGTON, Johannes Andreae’s Additiones to the Decretals of Gregory IX, in: ZRG kan. Abt. 74 (1988), pp. 328-347, poi nel suo Popes, canonistis (nota…), nu. XIX, M. BELLOMO, Sulle tracce d’uso dei "Libri legales", in: Civiltà comunale: libro, scrittura, documento, Geonva 1989, pp. 47-49. Sulla edizione di queste letture v. F.P.W. SOETERMEER, L’édition de Leturae per les stationaires Bolonais, in: TRG 59 (1991), pp. 333-351 (ora in Miscellanea Domenico Maffei dicata: historia, ius, Studium, a cura di A. García y García e P. Weimar, Goldbach 1995, pp. 411-429)..
  68. Dopo gli importanti contributi di Maffei, ora compresi nella sua raccolta di studi (nota…), e di J. TARRANT, The Manuscripts of the Constitutiones Clementinae, ZRG kan. Abt. 70 (1984), pp. 67-133, 71 (1985), pp. 76-146, vedi ora M. BERTRAM, Clementinenkommentare des 14. Jahrhunderts, in: QFIAB 77 (1997), pp. 144-175, con un saggio di confronto di Matteo Romano e Giovanni da Legnano (pp. 167-175), e M. BERTRAM, A. REHBERG, Matheus Angeli Johannis Cinthii. Un commentatore romano delle Clementine e lo Studium Urbis nel 1320, in QFIAB 77 (1997), pp. 84-143 (con saggio di edizione a pp. 132-143).
  69. V. ad esempio i suoi contributi: Aus kanonistischen Handschriften der Periode 1234 bis 1298, in: Proceedings of the Fourth International Congress of Medieval Canon Law, (Monumenta Iuris Canonici, Seres C: Subsidia 5), Città del Vaticano 1976, p. 31-…, Kanonistische Quästionensammlungen von Bartholomeus Brixiensis bis Johannes Andreae, in: Proceedings of the Seventh International Congress of Medieval Canon Law, (Monumenta Iuri Canonici, Series C: Subsidia 8), Città del Vaticano 1988, pp. 271-….,Pierre de Sampson et Bernard de Montmirat. Deux canonistes français du XIIIe sièce, in: L’Eglise et le droit dans le Midi (XIIIe-XIVe siècles), in: Cahiers de Fajeaux 29 (1994), pp….
  70. A Grammar of Signs. Bartolo da Sassoferrato’s Tract on Insignia and Coats of Arms. Introduction, edition and translation of De insigniis et armis by O. CAVALLAR, S. DEGENRING, J. KIRSHNER, (Studies in Comparative Legal History), Berkeley 1995. Per i consilia di Bartolo va ricordata l’elaborazione di E. BRIZIO, Una indicizzazione "automatica" dei consilia di Bartolo da Sassoferrato, in: Studi Senesi 103 (1991), pp. 101.169, 283-349, e la mia contestazione in Scritti offerti a Domenico Maffei, ove anche Quaglioni sul pubblico di Bartolo.
  71. M. SCHNERB-LIEVRE, G. GIORDANENGO, Le Songe du vergier et le traité des dignités de Bartole, source des chapitres sur la noblesse, in: Romania 110 (1989), pp. 181-232 (ed. a pp. 214-230). Il Somnium (1374-76) è stato edito a Parigi in due volumi, 1993-95; il Songe (1376-78), sempre a Parigi già nel 1982 in due volumi
  72. La prima repetitio è stata edita da G.GIORDANENGO, De la faculté de Décret aux negotia regis. Une répétition d’Evrard dde Trémaugon (Paris, 1371), nel suo Droits savants et pratiques françaises du pouvoir, Bordeaux 1992, pp. 211-251. Lo stesso autore lamenta (Publier, nota …, pp. 107, 115) la mancata pubblicazione della tesi di J. BARBEY, La fonction royale, essence et légitimité d’après les Tractatus de Jean de Terrevermeille, Paris 1983, e l’edizione della Practica forensis di Jean Masuer (+1449) curata da Christian Gut, Paris 1955.
  73. V. ad esempio, tra i tanti, la nota di H.G. WALTHER, Bartolus von Saxoferrato, Tractatus de regimine civitatis, in: Hauptwerke der politischen Theorie, hrsg. Th. STAMMEN, G. RIESCHER, W. HOFMANN, (Kröners Taschenausgabe 379), Stuttgart 1997, pp. 48-52.
  74. GIORDANENGO (nota…), 109, che ricorda il suntuoso MS Vat. Lat 2639, omaggio d’autore a papa Gregorio XI (per l’edizione corrente v. ed. Th.E. HOLLAND, Oxford 1917).
  75. V. la sua raccolta Popes, Canonists and Texts 1150-1550, (Variorum Collected Studies Series CS 412), Aldershot 1993.
  76. Laddove è emerso l’autografo di Bartolo: v. il mio…
  77. In ZRG kan. Abt…. E poi in trad. ital. In: Annali per la stori dell’Università di Padova… Il suo De modo docendi ad discendi viene ora segnalato come presente (POGGIO BRACCIOLINI, De infelicitate principum, a cura di D. CANFORA, (Edizione Nazionale dei Testi Umanistici 2), Roma 1998, pp. XCVII) in MS München Clm 14134, assieme al De insigniis bartoliano in un manoscritto tipicamente umanistico; l’Oratio che egli meritò da parte di Poggio è in uno dei MSS ivi segnalati, accanto a altre orationes e opere tipicamente umanistiche (p. CIII): Bibl. Apostolica Vaticana, Urb. Lat. 224.
  78. D. e P. MAFFEI, Angelo Gambiglioni giureconsulto aretino del Quattrocento. La vita, i libri, le opere, (Biblioteca della RSDI 34), Roma 1994.
  79. Lo ricorda ora A. WOLF, Gesetzgebung, p. 8, citando tra gli scrittori recenti P. JOHANEK (1980).
  80. Statuto di Spoleto del 1347 con additiones del 1348 e del 1364, a cura di M. MORIANI ANTONELLI, (Edizioni dell’Accademia Spoletina), Spoleto 1996.
  81. Repertorio degli statuti comunali emiliano e romagnoli (secc. XI-XVI), a cura di A. VASINA, (Istituto storico italiano per il Medio Evo, Fonti per la storia dell’Italia medievale), Roma 1997.
  82. A Siena si tenta un rubricario dei rubricari degli statuti del Senese-Grossetano pilota, che dovrebbe essere un prezioso dizionario a fini lessicali ma anche per gli istituti giuridici locali.
  83. G. GIORDANENGO, Publier, p. 104-105.
  84. Per la storia della giustizia v. Ch. WICKHAM, Dispute ecclesiastiche e comunità laiche. Il caso di Fighine Valdarno (XII secolo), (Fonti e studi di storia locale 10), 1998 (dall’ed. inglese 1996); su un istituto fondamentale v. ad esempio S. RICCI, "De hac vita transire". La pratica testamentaria nel Valdarno superiore all’indomani della Peste Nera, (Fonti e studi di storia locale 11), 1998.
  85. V. qualche esempio in GIORDANENGO, Publier (nota..), pp. 115-118.
  86. Ma vedi anche Minnucci in Scritti offerti a Maffei
  87. 6 voll. Il suo catalogo dei cataloghi ha infine trovato posto in una riedizione nei MGH a cura di Krämer. C’è anche ora una guida ai cataloghi di MSS spagnoli.
  88. E la ricordiamo anche per la sua cura de I documenti per la storia delle biblioteche medievali (sec. IX-XV), Jouvence
  89. Ad esempio, il libretto Medeival and Renaissance Manuscript at Columbia University, ed. by B. TERRIEN-SOMERVILLE, (Rare Book and Manuscript Occasional Publication 1), New York City 1991, segnala incidentalmente la presenza di un manoscritto duecentesco del De legibus di Bracton (R. SOMERVILLE, Some remarks on the early history of Columbia University’s collections of Medieval and Renaissance Manuscripts, p. 5); la raccolta di Columbia ha comunque molti testi specie canonistici (Graziano) o comunque d’interesse canonistico (S. Antonino, S. Bernardino etc.). Il catalogo di J. SOPKO, Codices latini medii aevi bibliothecarum Solvaciae, Codices medii aevi, qui in bibliothecis Slovaciae asservantur ac olim asservabantur, I, Bratislava 1981, ad es., ricorda un MS di Bratislava con un incompleto statuto degli scolari giuristi bolognesi del 1317-47 (pp. 78-79) ed altri interessanti.
  90. Che ha come noto manoscritti celeberrimi alla Capitolare, sulla quale finalmente I manoscritti della Biblioteca capitolare di Verona, ca talogo descrittivo redatto da don A. SPAGNOLO, a cura di S. MARCHI, Verona 1996.
  91. C.MAZZOLI, Catalogo dei manoscritti (sec. XIII-XV) della Biblioteca Comunale di Terni, Manziana (Roma) 1993.
  92. Anche per gli Ashburnamiani a Firenze è intervenuto un volume di Indici.
  93. Tra gli ultimi lavori v., in collaborazione con A. ROMANO, il suo Manuscritos juridicos medievales de la Catedraò de Mesina en Madrid, in Scuole diritto e società nel mezzogiorno medievale d’Italia, a cura di M. BELLOMO, I, (Studi e ricerche dei Quaderni catanesi 7), Catania 1985, pp. 205-236, e solo di GARCIA, Manuscritos de derecho canónico medieval en Salamanca, in: Festschrift Rudolf Weigand, Romae 1996, pp. 105-147. Altre indicazioni nel suo necrologio Balance (nota…), p. 3, nota 9.
  94. A.J. DE GROOT, E.C.C. COPPENS, Monumenta canonistica latina. Elenchus codicum necnon diplomatum iursi canonici ante annum 1600 in bibliothecis et archivis neerlandicis, Nijmegen 1989, Ch. VAN WIJNBERGERGEN, H. ZAPP, Verzeichnis kanonistischer Handschriften in den Niederlanden, Würzburg 1988. Il rapporto tra le due opere, e la scarsa correttezza della seconda, è chiarito nella recensione di G. DOLEZALEK in: Historische Zeitschrift 254 (1992), p. 683.
  95. Die juristischen Handschriften der Staats- und Universitätsbibliothek Hamburg. 1: Foliohandschriften (Cod. iur. 2227-2482), beschrieben von E. MATTHES, (Katalog der Handschriften der Staats- und Universitätsbibliothek Hamburg 10.1), Stuttgart 1996.
  96. A Catalogue of English Legal Manuscripts in Cambridge University Library, ed. by J. BAKER and J.S. RINGROSE, Woodbridge 1996
  97. In corso per le varie discipline. V. per la medicina T. PESENTI, Gli inventari delle biblioteche dei professori, in: La storia delle Università italiane: archivi, fonti e indirizzi di ricerca, (Centro per la storia dell’Università di Padova), a cura di L. SITRAN REA, Trieste 1996, pp. 251-269.
  98. M.-H. JULLIEN DE POMMEROL, J. MONFRIN, La bibliothèque pontificale à Avignon et à Peñiscola pendant le Grand Schisme d’Occident et sa dispersion. Inventaire et concordances, I-II, (Collection de l’Ecole française de Rome 141), rome 1991; già utilizzata ad esempio da M. BERTRAM, A. REHBERG, Matheus Angeli (nota…), p. 131, è stata recensita da D. MAFFEI, in: ZRG kan. Abt.. 82 (1996), pp. 431-433.
  99. D.NEBBIAI DALLA GUARDA, Les listes médiévales des lectures monastiques. Contribution à la conaissance des anciennes bibliothèques bénédictines, in: RB 96 (1986), pp. 271-326, e I manoscritti del fondo Certosa di Calci nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, a cura di G. MURANO, (Toscana Beni Librari 6), Firenze 1996, ove l’unico codice giuridico è un importante Burcardo (MS 11) già segnalato dalla ricerca specialistica (H. Mordek). V. anche E. MECACCI, La biblioteca giuridica di un canonico senese del primo Quattrocento: Francesco di Neri, in: Studi Senesi 105 (1993), pp. 427-473.
  100. J. HERNANDO, Llíbres í lectors a la Barcelona del s. XIV, (Fundació Noguera, Textos i Documents), Barcelona 1995.
  101. Hrsg. S. KRÄMER – M. BERNHARD, München 1990.
  102. Manuscritos cit., p. 211.
  103. Nel recente catalogo della raccolta Rosenthal a Yale segala un Giovanni d’Andrea del 1503? fittamente annotato in parte, e le Constitutiones Dominii Mediolanensis e gli Ordines dedl Senato milanese sottoposti ad analogo trattamento da parte di più operatori lombardi.
  104. V.COLLI, Per una bibliografia dei trattati giuridici pubblicati nel XVI secolo. Indici dei Tractatus universi iuris, Elaborazione dei dati di F. BIANCHI, (Ius Nostrum 20), Milano 1994, "Attribuuntur Bartolo et tamen non sunt Bartoli". Prolegomeni ad una biliografia analitica dei trattati giuridici pubblicati nel XVI secolo, in:Il Bibliotecario n.s.1996/1, pp. 145-192.
  105. D. MAFFEI, Studi di storia delle Università e dela letteratura giuridica, (Bibliotheca eruditorum 1), Goldbach 1995, che non raccoglie ovviamente il lavoro lessicografico indicato a nota…
  106. D. MAFFEI, Giovan Battista Caccialupi biografo, in ZRG kan. Abt. 83 (1997), pp. 392-400.
  107. D. MAFFEI, Riflessioni su Jacques de Revigny e Pierre de Belleperche lessicografi, in: SG 29 (1998), pp. 605-612.
  108. Ripresa del BMCL? Vero che la RIDC, le Savigny e l’Annuarium Historiae conciliorum o l’Archivum Historiae pontificiae in gran parte rimediano alla sua mancanza di pubblicazione, ma non aveva anche un suo spazio specifico che sarebbe un peccato perdere.
  109. Per cui si ebbe ad esempio Th. M. IZBICKI, Legal and polemical manuscript, 1100-1500, in Biblioteca Ambrosiana, Milano, in: Quaderni catanesi 5 (1983), pp. 291-320. JORDAN, Inventory of Western MSS in Ambrosiana, Notre Dame 1989.
  110. Nel frattempo Mecacci ha pubblicato qualche manoscritto più interessante per la sua sensibilità di codicologo allievo di Casamassima.
  111. Il programma di catalogazione della Deutsche Forschungsgemeinschaft si avvale delle Richtlinien Handschriftenkatalogisierung, (Unteraussschuss für Handschriftenkatalogisierung)5. Auflage, Bonn 1992, che tendono ad essere osservate anche dalle altre équipes di catalogazione tedesche (Progetto Welphalica, Düsseldorf: v. H. P. GLÖCKNER, Ad fontes! Zum Stand der Katalogisierung mittelalterlicher Handschriften aus rechtshistorischer Sicht, in: Ius Commune 20 (1993), pp. 167-185 (recensione ai cataloghi recenti di U.-D. Oppitz e per le biblioteche di Aachen, Hildesheim, Nürnberg, Tübingen). In Italia l’Istituto centrale per il catalogo unico ha pubblicato la Guida a una descrizione uniforme dei manoscritti e al loro censimento, a cura di V. JEMOLO e M. MORELLI, Roma 1990, mentre in Francia si utilizza la Guide pour l’élaboration d’une notice de manuscrit, a cura dell’Institut de recherche et d’histoire des textes, CNRS 1977, molto più dettagliata di quello tedesco, che ha consentito dalla fine della guerra al 1991 un lavoro molto ampio di ricognizione (v. nelle Richtlinien, pp. 63-88). Per la Biblioteca Vaticana esistono delle Leges quas procuratores Bibliothecae Vaticanae in codicibus recensendis sibi constituerunt. 
    Bisognerà anche tener conto che oltre al Briquet per le filigrane va ora tenuto conto della grande opera di Piccard, e che in ogni caso bisognerebbe dare conto anche della fascicolatura dei manoscritti, in modo da rendersi meglio conto della successione originaria delle opere in uno stesso manoscritto.
  112. A Catalogue of Canon and Roman Law Manuscripts in the Vatican Library, eds. St. KUTTNER, R. ELZE, I-II, Città del Vaticano 1986.
  113. E’ un interessante piccolo manoscritto della BCSiena, H V 28, prezioso per guidare alle foramlità del processo nella toscana fiorentina del tempo.
  114. Dove ho anche appreso del lavoro di Susanne Degenring, dell’Università di Chicago, sul Tractatus de testibus di Bartolo, con una presentazione di Gerard Dilcher.
  115. maxwell.syr.edu/maxpages/faculty
  116. pantheon.yale.edu
  117. gaius
  118. jura.uni-sb.de. Problemi ormai discussi ampiamente a livello spcialistico. V. ad esempio il recente Testi, manoscritti, ipertesti. Compatibilità informatica e letteratura medievale, a cura di L. LEONARDI, (Millennio Medievale 5), Firenze 1998(?).
  119. abdn.fordham.edu
  120. ewi.hu-berlin.de