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I RAPPORTI RISERVATI DEL BARGELLO AL COMMISSARIO DI GOVERNO DI PISA  

DAL MAGGIO 1800 AL GIUGNO 1802 

  
 
 
 
Iura communia  ospita i risultati di una prima ricognizione di massima delle carte del Bargello di Pisa agli inizi del secolo scorso, effettuata a suo tempo  in gran parte per via di trascrizione diretta, a cura del Dr. Dario BALDUCCI,in occasione della  redazione della sua dissertazione di laurea in Diritto Comune, discussa in Pisa nella Facoltà di Giurisprudenza, nel corso dell'A.A. 1995/96 con il titolo"L'attività di polizia del Bargello a Pisa. Analisi statistica e problemi di storia sociale".  
  
 
 
 
 
© Dario Balducci e Iura Communia 1998
 
 
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Serie Cronologica 
Rapporti del Bargello 
Regesto dei nomi e delle qualifiche di persona 
Toponimi, odonimi e denominativi vari 
Appendice testi inediti Bargello(pdf)


Leopoldo Vaccà Berlinghieri, ufficiale napoleonico e cittadino pisano

Leopoldo Vaccà Berlinghieri, Pisa 1768 - † Lerici 1809, immagine tratta dal libro : L. Vaccà Giusti, Andrea Vaccà e la sua famiglia Biografie e memorie, Pisa, 1878 - per notizie sul suo conto, clicca qui; e vedi anche, su questo stesso sito, alla pag. raggiungibile da questo ulteriore clic


 

 

 

 
 

serie cronologica

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6 Maggio 1800 *

22 Luglio 1800 *

29 Luglio 1800 *

4 settembre 1800 *

8 Novembre 1800 *

8 Dicembre 1800 *

8 Dicembre 1800 *

1 Gennaio 1801 *

6 Ottobre 1801 *

18 del 1801 *

20 Aprile 1801 *

21 Aprile 1801 *

22 Aprile 1801 *

26 Aprile 1801 *

23 Aprile 1801 *

17 Genn. 1801 *

25 Aprile 1801 *

27 Aprile 1801 *

27 Aprile 1801 *

27 Aprile 1801 *

28 Aprile 1801 *

29 Aprile 1801 *

29 Aprile 1801 *

11 Maggio 1801 *

1 Maggio 1801 *

3 Maggio 1801 *

4 Maggio 1801 *

6 Maggio 1801 *

8 Maggio 1801 *

10 Maggio 1801 *

15 Maggio 1801 *

17 Maggio 1801 *

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19 Maggio 1801 *

20 Maggio 1801 *

22 Maggio 1801 *

24 Maggio 1801 *

25 Maggio 1801 *

23 Maggio 1801 *

25 Maggio 1801 *

3 Giugno 1801 *

8 Giugno 1801 *

9 Giugno 1801 *

10 Giugno 1801 *

10 Giugno 1801 *

11 Giugno 1801 *

12 Giugno 1801 *

12 Giugno 1801 *

13 Giugno 1801 *

14 Giugno 1801 *

15 Giugno 1801 *

18 Giugno 1801 *

19 Giugno 1801 *

20 Giugno 1801 *

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26 Giugno 1801 *

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25 Giugno 1801 *

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30 Giugno 1801 *

1 Luglio 1801 *

2 Luglio 1801 *

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3 Luglio 1801 *

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13 Luglio 1801 *

14 Luglio 1801 *

15 Luglio 1801 *

16 Luglio 1801 *

17 Luglio 1801 *

20 Luglio 1801 *

21 Luglio 1801 *

23 Luglio 1801 *

23 Luglio 1801 *

28 Luglio 1801 *

29 Luglio 1801 *

31 Luglio 1801 *

1 Agosto 1801 *

9 Agosto 1802 *

7 Agosto 1801 *

12 Agosto 1801 *

14 Agosto 1801 *

16 Agosto 1801 *

20 Agosto 1801 *

25 Agosto 1801 *

27 Agosto 1801 *

17 Settembre 1801 *

24 Settembre 1801 *

25 Settembre 1801 *

28 Settembre 1801 *

2 Ottobre 1801 *

16 Ottobre 1801 *

16 Ottobre 1801 *

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21 Ottobre 1801 *

22 Ottobre 1801 *

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2- Ottobre 1801 *

6 Novembre 1801 *

6 Novembre 1801 *

7 Novembre 1801 *

8 Novembre 1801 *

18 Novembre 1801 *

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20 Novembre 1801 *

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22 Novembre 1801 *

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24 Novembre 1801 *

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30 Novembre 1801 *

4 Dicembre 1801 *

9 Dicembre 1801 *

11 Dicembre 1801 *

14 Dicembre 1801 *

1 Gennaio 1802 *

7 Gennaio 1802 *

13 Gennaio 1802 *

16 Gennaio 1802 *

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20 Gennaio 1802 *

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22 gennaio 1802 *

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3 Febbraio 1802 *

12 Febbraio 1802 *

15 Febbraio 1802 *

3 Febbraio 1802 *

3 Febbraio 1802 *

22 Febbraio 1802 *

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24 Febbraio 1802 *

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1 Marzo 1802 *

22 Febbraio 1802 *

5 Marzo 1802 *

12 Marzo 1802 *

18 Marzo 1802 *

19 Marzo 1802 *

20 Marzo 1802 *

22 Marzo 1802 *

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9 Aprile 1802 *

16 Aprile 1802 *

18 Aprile 1802 *

19 Aprile 1802 *

23 Aprile 1802 *

30 Aprile 1802 *

11 Maggio 1802 *

23 Maggio 1802 *

4 Giugno 1802 *

7 Giugno 1802 *

9 Giugno 1802 *

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11 Giugno 1802 *

 


 
 
 
 
 
 
ASPi, Fondo Segreto del Commissariato, Serie III, busta 24, dal Maggio 1800 al Giugno 1802, fogli non rilegati  

Busta intitolata "Rapporti di polizia 1800-1807, Commissario Maffei e Governatore Viviani": va dal 6 Maggio 1800 fino al 1807 e vi sono una serie di rapporti di polizia del Bargello Gaetano Chiarini, che vengono a volte integrati da 'soluzioni' (cioè 'risoluzioni', decisioni e direttive) date al Bargello direttamente dal Commissario Maffei 


 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
Trascrizione dei Rapporti del Bargello di Pisa  
a cura di  Dario BALDUCCI 
 

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Il Bargello mi renda conto formalmente come è stato aperto contro le leggi, e contro gli ordini questo camposanto dello spedale, che fù per ordine sovrano fatto serrare, e che non sarà neppure ad insinuazione né saputa del commissario Simonelli.

Cavalier Maffei Commissario

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Jacopo ossia Giacomo Raffaelli di Pisa è atto qui che si è assentato di quà, e si dice che possa essere andato a Massa. Stà seco Lui trasportato uno dei due Biliardi che teneva. Si applicava ancora a fare il trattore, e bene spesso andava a Crespina ove possiede degli Effetti. Si ignora la causa della sua partenza, seppur non è quella di andare ad erigere colà il Biliardo. La Famiglia è composta della sua moglie, di un figlio per nome Luigi Sargente nel Reale Corpo dei Cacciatori, della moglie e di una figlia di questi, che vivono in questa città. Ottime sono le qualità morali del medesimo poichè non ha dato mai che ridire di sè.

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Illustrissimo Signor Commissario Gaetano Chiarini Bargello di Pisa Umilissimo servo di V. S. Illustrissima devotamente le rappresenta, che nei due prossimi passati mesi di Novembre e Dicembre 1803, per il servizio di giustizia si trova in disborso della somma contenuta nella ingiunta nota; che per ciò...  Supplica la bontà di V.S. Illustrissima a volersi degnare di partecipare un tal disborso al Real Governo, onde ne possa essere reintegrato, non trovandosi in grado senza un tal mezzo di supplire alle spese future per il servizio medesimo sempre resesi indispensabili, ma specialmente in momenti, che i delitti, i delinquenti si sono notabilmente aumentati, che per ciò, Io Gaetano Chiarini mano propria

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Il fu Giuseppe Fiori guardia di questa dogana di Pisa si ammalò di fatto due anni fà di una piaga in bocca e non ostante faceva il suo servizio, ma essendoseli questa malignità dovè allettarsi, e malgrado l'assidua cura dei Professori dopo il corso di circa diciotto mesi dovè soccombere, lasciando la di lui moglie Angiola Morellini in età settugenaria, e cagionosa rifinita di tutto ciò che di meglio poteva avere per le gravose spese sofferte di medici e medicine per la suddetta lunga infermità. Non può negarsi, che questa donna sia nell'indigenza poichè la sua grave età, e gli incomodi di salute, che l'obbligano anche a tenere una donna che l'assista non può somministrarli mezzi d'Industria per procacciarsi anche miseramente la sussistenza.

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Giovanni Morellini Faservizi soprannumerario alle Porte di Pisa è privo de suoi genitori. In addietro ha dato qualche segno di mania. E' attento, fedele al servizio, di plausibil condotta, non ha verun capitale, e vive miserabilmente con quel meschino guadagno, che ritrae dal suo esercizio. Pietro Palmieri faservizi il più anziano ; è privo del genitore da cinque anni a questa parte, che serviva in qualità di guardia di Prima classe in Livorno. E' di presente costretto col suo tenue guadagno ad alimentare tre fratelli e la madre, perché è in un estrema calamità. E' preciso e fedele nel servizio, non vi è da ridire sulla condotta personale. Teodoro Fabbri faservizi convive col di lui genitore stradiere alle Porte. La famiglia di questo è la più numerosa che sia tra tutti gli inservienti alla porte medesime, mentre oltre i genitori conta altri dieci fratelli tra maschi e femmine e per conseguenza la più miserabile. E' vigilantissimo al suo impiego concorrendovi la fedeltà, la maniera di esercitarlo, e l'altra di farsi.. all'occorrenza... . Pasquale Benvenuti faservizi soprannumerario, convive con un suo zio e si alimenta con il tenue guadagno che ritrae dall'impiego. Non c'è che ridire del suo servizio, né della condotta personale. Luigi Bimbocci faservizi come sopra è privo di genitore stato guardia nella dogana di frontiera, e specialmente nella Maremma, col tenue suo guadagno gli conviene alimentare la madre e due fratelli minori, che sono in stato di vera miseria, non essendo, che plausibile il suo servizio e condotta. Filippo Fabbrini faservizi come sopra convive col suo genitore caporale a questa porta. Egli è preciso e fedele al servizio.
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Domenico Perazzo Genovese commorante in questa città da più di tre anni non ha beni di fortuna. Da Giovanni suo figlio in Genova gli vengono somministrate £. 750 l'anno. Egli si occupa nello studio del dottore Donati da cui ritrae di salario due zecchini il mese e dallo stesso Donati gli viene pagato altre £. 60 l'anno per certe operazioni domestiche delle quali gli è affidata la scrittura e il conteggio. Egli è nell'età d'anni 55 circa, di buoni costumi, ne ha dato mai che ridire di sè fino a questo giorno, motivo per cui ritrae anche una maggior sussistenza col suo figlio Giuseppe dal Signor Marchese Ambadona commorante in questa città.

che è quanto salute

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Nella mattina degl' 8 Agosto corrente andando il colonello degl'Usseri francesi unitamente al capo di squadrone Lamotte ai Bagni in carrozza presso il Ponte della Figuretta, si combinò un barroccio guidato da Vincenzio Grappuloni lucchese garzone dei contadini Cei. Una altercazione tra il cocchiere e il barrocciaio fece sì che questo incominciasse a tirar sassi contro il cocchiere, sceso allora dalla carrozza il Capo di battaglione Lamotte per quietare l'affare fu esso pure investito a furia di sassi dai quali fu anche gravemente ferito in un braccio e nel petto, datosi poi il barrocciante alla fuga e lasciato il barroccio venne questo fermato dall'ufiziale per condurlo ai Bagni onde sapere il padrone e in conseguenza l'aggressore. Sopraggiunti per altro sul posto i due fratelli Ranieri ed Ansano Cei di Gello armati di un così detto Roncolo riclamarno come proprio il barroccio minacciando l'ufiziale e prorompendo nelle più infami ed ingiuriose parole. In seguito di tal fatto il comando francese spedì un distaccamento di cavalleria al luogo ove seguì l'incontro, fece arrestare i due fratelli Cei che condotti al quartiere militare francese gli furono date cinquanta bastonate per cadauno, e quindi accompagnati in queste carceri ove stanno a disposizione del Comando medesimo. Mentre dal tribunale a forma della commissione ricevuta dal Comandante Cambis doppo verificato il fatto si fanno le opportune pratiche per avere in forza il principale aggressore Vincenzio Grappuloni che doppo il fatto si diede alla fuga. Che è quanto

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Rapporto del Bargello di Pisa de 6 Maggio 1800.

Essendo restata vacante la condotta di medico in Calci per la seguita morte del dottor Giovan Battista Farri vien riferito allo scrivente, che il dottor Jacopo suo figlio medico di Caprona, e di Oliveto manifestasse a qualcuno del paese di Calci di non voler concorrere al detto vacante impiego attesi i suoi affari, e la tenue provvisione di scudi quaranta. Vien supposto che a tal notizia il dottor Salvador Turini medico, e nativo di Calci si portasse a scanzo di questioni, e di odiosità dal riferito dottor Jacopo Farri comunicandoli l'idea di voler concorrere all'impiego enunciato qualora non le facesse verun torto, e si vuole che il Farri lo assicurasse d'intraprendere pure i suoi vantaggi d'onde il Turini avanzò le sue istanze al magistrato comunitativo, che non trovando eccezione alcuna nel medesimo gli fu con superiori voti conferito il posto a preferenza del Farri anch'egli concorrente. Alcuni soggetti del paese di Calci mostrandosi poco soddisfatti di tal elezione, e per ciò avanzarono delle successive istanze al prefato magistrato corredate di firme, con le quali insostanza dimandavano la surroga del Farri al Turini già eletto, che essendo per tutti i riflessi inattendibili non ebbero alcun effetto, donde ebbe luogo una posteriore popolar memoria indirizzata a S. A. R. Nostro Signore per ottenere il Farri per medico, favorito, e preso a sostenere da Dottor Michel'Angiolo Caprili Dottor Luigi Cei Conte Giulio Torelli Dottor Andrea Passeri tutti di Calci suoi amic, e come tali si diedero tutto il moto di raccogliere quante firme poterono per avvalorare l'istanza estesa dal Caprili, e la memoria dal Dottor D'Abramo commissionato dal Conte Torelli tendenti a rimuovere il Turini preso di mira da loro forse creduto di minore abilità del Farri nella professione di medico. Rapporto al Dottor Turini non vi è nulla da ridire e su le di Lui qualità morale, perocchè è nota la sua condotta in materia anche di massime. Che è quanto.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa de 22 Luglio 1800

Il Postiglione, che nella notte del dì 12 dell'andante proveniente da Livorno alla volta di questa città fù assalito nelle vicinanze del ponte di Stagno, a cui furono tolte varie lettere, e venuto in cognizione di essere certo Benedetto Tommasi inserviente nell'uffizio di questa Porta.

Che per ciò Gaetano Chiarini Luglio 1800 

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Rapporto del Bargello di Pisa de 29 Luglio 1800

Malgrado le diligenze praticate non è stato possibile al referente di rilevare chi sia il soggetto incognito, che nella notte di 12 stante assalì Benedetto Tommasi Postiglione nelle macchie di S. Piero in tempo che per la strada maestra si indirizzava a questa volta, che perciò

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 4 settembre 1800

Si è restituito da più giorni in questa città il nobile ex Cavaliere Giovanni Ruschi stato processato come è noto per adesione al Partito Francese, e condannato in diciotto mesi di confino a Volterra, con quel di più contenuto nella sentenza. Egli non si mostra troppo massime di giorno. Vien detto che egli supplicasse o per la Grazia, o per la permuta di pena, ma il referente ignora se detta sua supplica sia stata, o no risoluta.

onde per ciò Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa de dì 8 Novembre 1800

E' infallibile che s'introducono in questa città, o col pagamento della gabella, ma più furtivamente, e come suol dirsi in contrabbando, delle carni macellate, specialmente di bestie bovine e queste si vendono pubblicamente sopra i banchetti nella città medesima.L'aspetto di dette carni, per quanto ocularmente si vede, è molto tristo, ed ha tutta l'apparenza d'infezione, essendo smunto, ed eccessivamente di colore scuro.Continuando al presente l'epidemia nelle bestie bovine, si dubita fortemente, che quelle che si introducono siano almeno in buona parte di quella specie.Ognuno può comprendere quali cattive conseguenze ne potrebbero derivare alla pubblica salute, dall'uso di dette carni. Si vuole poi che proprietari ai quali muoiono di dette bestie della precitata malattia, invece di sotterrarle colla pelle afforma degli ordini vigenti, le scortichino, e portino le pelli a queste conce, e che per ciò resti più facile agli strascini di provvedersi di dette carni infette.L'introduzione furtiva in città delle precitate carni macellate, si pretende che segua per acqua coi barchetti, specialmente carichi di legne, e stipa ; per terra nei barrocci carichi parimenti di legne, e simili, usando la precauzione di porle sopra la reta del barroccio, e coperte poi con stoie o con paglia ; come pure nei fasci delle legne, e della stipa, che i macchiaioli e macchiaiole introducono addosso in città. Sarebbe dunque necessario un provvedimento atto, e capace da prevenire un disgustoso disordine ;

Rimetto Gaetano Chiarini 

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Rapporto degl' 8 Dicembre 1800

Malgrado tutte le diligenze praticate per rinvenire se quell'Innocenzo Balduino Stacchini, si trovasse effettivamente in questa città, non è stato possibile di avere contezza alcuna, né sapere ove di preciso si trova.

Che è quanto Gaetano Fabbrini Scrivano Addì 8 Dicembre 1800 

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Rapporto del Bargello di Pisa Adì Primo Gennaio 1801

Molti sono i forestieri sospetti e di cattiva condotta che s'introducono nascostamente in questa città per commettere o macchinare dei Delitti. L'incombenze dello scrivente le più importanti sono quelle di prevenire i disordini e l'inconvenienti come pure di render conto al Governo della condotta e costumi dei medesimi. Le leggi e gli ordini veglianti provvedono in parte all'occultamento, che tentar volessero tali soggetti dalla vigilanza della Giustizia ; nulla di meno approfittandosi i medesimi della circostanza di trovarsi in questa città delle donne di partito, vanno a passare la notte or con quella, or con questa e così scansono di darsi nelle note degl'albergatori, o locandieri dalle quali lo scrivente ha luogo di riscontrare, ove nella notte si trovano quei tali forestieri che capitano in città e di vegliare sopra di essi per potere ben riescire nell'incombenze che sopra di questi le vengono date giornalmente dal Governo ; Crederebbe conveniente, che dette donne fossero come tutti gli altri sudditi tenuti all'osservanza delle leggi et ordini, col denunziare la mattina susseguente chi nella notte ha pernottato nella loro abitazione, giacché le medesime tengono di mano ad ogni sorta di persone sospette e cattive. Che però ne fà lo scrivente il presente rapporto acciò sia preso sopra di ciò quel provvedimento che sarà creduto più appropriato acciò che.

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Rapporto per l'Ill.mo Sig.Com.rio Maffei Lì 6 Ottobre 1801 di Pisa

In questo momento che sono le ore dodici alla francese di questa mattina, resta inteso lo scrivente di essere stata trovata in detto giorno nella macchia d'Agnano uccisa la donna Maria Crestina di Carlo Consana(i) di Calci. Dietro a tal'avviso non ha mancato subito di rendere inteso questo Tribunale criminale acciocché sia fatto quanto conviene ; Come pure non ha mancato di spedire colà una squadra di questi esecutori per rilevare la causa di detto omicidio. Alle ore una di questa istessa mattina è trapassato per questa città in una carrozza tirata a sei cavalli il Generale Cleman dirigendosi alla volta di Livorno . Che è quanto.

Ernesto Spampani

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Rapporto del Bargello di Pisa per l'Ill.mo Sig.re Pisa lì 18 del 1801 Commissario

In questa mattina ho fatto arrestare certo Antonio Lidarti disertore delle truppe austriache, in ordine alla lettera scrittami dall'ispettor Generale di Pulizia della Toscana in data dei 30 Dicembre - 1800 - con la quale me ne richiedeva l'immediato arresto, avendo ristretto il suddetto Lidarti, nelle carceri di questo Tribunale, per tenersi a disposizione degli ordini che sopra. Che è quanto si crede in dovere, lo scrivente di rappresentarle, acciò.

"Domenico Vantaggioli Tenente"

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 20 Aprile 1801

La scorsa mattina fu trovato estinto mediante un colpo di arme da fuoco nella testa, sull'argine d'Arno dalla parte di Barbaregina, e specialmente nella porzione tenuta in affitto da Fioravante Tofani il Giovine, Antonio figlio di Ferdinando Tognetti, che stava per garzone con Tommaso Novi contadino in Barba Regina. Questo giovine era sortito di casa il suo principale poco avanti il giorno per far pascolare le bestie baccine. L'Esplosione fu sentita avanti il giorno di poco da certo Giuseppe Lupetti, che era in casa sua. Si dubita forte, che l'autore di detto omicidio sia certo Ranieri Tofani e che lo commettesse perché facilmente le bestie, che guardava detto Tognetti le faceva pascolare nell'argine predetto. Si fanno le più premurose diligenze per rinvenire positivamente l'autore di detto delitto. Ieri fu arrestato e posto in carcere certo Silvestro Aimnich dello Stato di Parma come inosservante al precetto d'esilio economico dalla Toscana, molto sospetto di furti. In detto giorno d'ordine fu fatto accompagnare ai confini di questo Stato certo Francesco Morelli romano stato abilitato da questo Bagno, ove fu condannato per furti a cui fu fatto il precetto d'esilio dalla Toscana. Gaetano Chiarini La scorsa sera verso le ore dodici furono dalla Pattuglia dei Cacciatori associati a queste carceri segrete Michele Billi e Angiolo Trafieri pisani stati arrestati per aver preso questione con due soldati francesi ai quali furono scagliate delle sassate per cui uno di essi restò ferito nella testa. Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 21 Aprile 1801

Il giorno scorso fu arrestato da una pattuglia di soldati francesi certo Pasquale Melani di Pisa per avere nella Pasticceria di Francesco Valenti in via L'Arancio unitamente a Giuseppe Biondi manescalco e altri insultato un sergente francese e fu associato in carcere segrete. Lo scorso giorno si presentò al referente certi Marco Bevilacqua lucchese, e Niccolajo Luvisotti di Ripafratta rappresentando il primo di essere stato nella scorsa mattina commissionato da Giovan Battista Bechelli di Ripafratta di ammazzare il suddetto Luvisotti colla promessa di due monete d'oro da £ 60 l'una, avendolo perciò munito di una pistola carica che ha esibita, ma che invece d'eseguire la sua commissione aveva prevenuto il Luvisotti " come egli ne convenne " E' stata presentata l'opportuna querela contro il nominato Giovan Batista Bechelli ; acciò.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 22 Aprile 1801

La scorsa notte sono stati arrestati e posti in carcere in conformità dell'ordine ricevuto da questo Tribunale Pietro e Giovan Battista Bechelli di Ripafratta, come quelli di aver commesso a Marco Bevilacqua di privare di vita Niccolajo Luvisotti di detto luogo, colla promessa di due monete d'oro da £ 60 l'una se lo avesse effettuato.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa de 26 Aprile 1801

Essendo lo scorso giorno alcuni soldati di Cavalleria francese a Pisa nella Osteria di Giuseppe Biagini da S. Luca due di essi ricercavano di una piccolina . Siccome veddero due ragazze piccole dell'Oste, che si erano chiuse in una stanza superiore, vi accorsero tentando di forzare la porta della medesima. Produssero del chiasso che richiamò del popolo, ed alcuno si pose a persuaderli, che non vi esisteva nessuno, ai quali corrisposero con sfoderare le loro sciabole.Vi pervenne la Pattuglia dei Cacciatori che pose con fatica in arresto i due soldati, e condotti alla Gran Guardia vennero in seguito consegnati ad un picchetto di Cavalleria, da cui furono condotti dal Comandante per prendere le disposizioni riguardo ai medesimi. Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa de 23 Aprile 1801

Questa mattina all'aprire delle porte, ha fatto lo scrivente scarcerare, e accompagnare ai confini del Granducato quel Girolamo Araldi Parmigiano, che d'ordine le fu nel giorno scorso trasmesso il precetto di esilio da tutto lo Stato. Questa mattina ha parimente fatto arrestare certo che si è fatto per Luigi di Leonardo Pollacchi dello Stato Lucchese indicato per famoso ladro, e bandito dello Stato Lucchese suddetto ; che perciò è stato tradotto al Tribunale per attendere gli ordini, i quali non troverebbe male che fossero relativi alla sua detenzione in carcere, almeno fino a che non giungono le risposte di Lucca per realizzare i pregiudizi del medesimo.

Gaetano Chiarini

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Rapporto per l'Ill.mo Sig.re Commissario Maffei Pisa lì 17 Genn. 1801

Si trovano in questa città oziosi e vagabondi i due fratelli Giovanni e Antonio Chiapponi Modanesi, che hanno fatto tempo fà lo sbirro in queste squadre. Questi nell'evasione dei Francesi la volta passata dalla Toscana, e luoghi limitrofi, si posero coll'insurgenti, e non pochi danni per le campagne commisero, colle loro ruberie. Tornati nuovamente i Francesi in Toscana si fecero credere attaccati al loro partito ; il fatto di verità si è, che di quando in quando partono da questa città, e si dirigono alla volta della Maremma, unitamente ad altri cattivi soggetti, motivo per cui danno da temere della loro cattiva condotta, facendo credere che abbino in quelle parti delle relazioni, e corrispondenze. Dalla mia vigilanza, potrà V.S. Ill.ma rilevare quanto a cuore mi stà..

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 25 Aprile 1801

L'Ispettore di Polizia di Lucca fà sentire al referente con sua replica de 24: stante alla lettera scrittali il 23 : relativamente all'arresto di Luigi Pollacchi lucchese, che esso Pollacchi lo crede capace di tutto fare, ma che non ostante non ha incontrato in quel Tribunale altro pregiudizio che una condanna per delazione d'arme proibita. Con tutto ciò si tratta di un soggetto ozioso, e di cui il referente ha dei riscontri esser portato ai furti ;

che perciò Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 27 Aprile 1801

Nella scorsa notte dalla sentinella di posto sul Ponte alla Fortezza con altro Cacciatore furono incorsi, ed inseguiti Giuseppe Baggiani e Ranieri e fratello Santi di questa città che avevano intrapreso di rubare dai Magazzini del Piaggione delle Grasce in essi esistenti, ai quali non riescì raggiungerli essendosi dati alla fuga. Circa le ore undici di sera fu parimente tentata la bottega del pizzicagnolo Zini di cui se ne incolpa parimente i riferiti soggetti. Già sono stati in addietro processati da questo Tribunale per furti varie volte, ed il primo per lo stesso genere di grasce, che riportò la condanna di sei mesi di confino a Volterra ; altrettante sono stati espulsi da questa città, e Commissariato con economico precetto d'esilio, e di poi ritornati in città hanno dato sempre saggio della loro malversazione ; ed in ultimo inclusive il Baggiani ne riportò il precetto della sera sotto dì 31 dello scorso Dicembre. Soggetti così perniciosi alla società, e che compromettono la tranquillità pubblica senza speranza della loro emenda, meritano quel provvedimento che sarà creduto il più proprio e tutto salvo Giuseppe Silvestri e Compagno Cacciatori suddetti.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 27 Aprile 1801

Lo scorso giorno fu arrestato d'ordine e posto in carcere Zanobi Niccoli di Pisa vetturino alla Posta della Torretta per satisfazione, per aver ritardata diverse ore la corsa all'ordinario di Genova, e iersera fu scarcerato con ordine di presentarsi al Tribunale Ieri fu condotto in carcere segrete da una pattuglia francese certo Lorenzo Muti di Pietrasanta stato riconosciuto per uno, di otto o nove paesani, che nella sera del dì 25 stante fermarono i Dragoni Auregi, e Itoky, e che invitandoli di andare a bevere insieme ( che recusarono ) tentarono di levarli l'orologio, avendone i suddetti Dragoni fatto il rapporto, ed esibito un ferro appuntato, col manico, e dentro una guaina di legno, altro piccolo ferro col manico, una lesine, una pipa, ed un pezzetino di legno il tutto ritrovato al medesimo. Gaetano Chiarini iersera d'ordine fu arrestato, e posto in carcere Francesco Barsanti di Pisa in conseguenza dell'istanza del di lui genitore Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 27 Aprile 1801

Quasi ogni giorno di Festa si facevano vedere sul campo al canapajo in questa città un buon numero di ragazzi, i quali divisi in due partite figurando una la truppa francese l'altra tedesca ponendosi ciascheduna in ordine di battaglia ; E perché questa operazione un giorno o l'altro avrebbe facilmente prodotto qualche disordine ; nel giorno di ieri vi fu veduta in quella parte una pattuglia di cacciatori per prevenire l'operazione antedetta.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 28 Aprile 1801

La scorsa notte essendo di posto sotto le logge di Borgo il famiglio Giuseppe Ciuti, vedutolo la Pattuglia dei Cacciatori è stato ricercato cosa ivi faceva, ed avendoli risposto - il mio dovere - è stato maltrattato di parole, non esclusa l'espressione di bracco del boja, e minacciato dell'arresto. Il Caporale Roselli che era di guardia e verso S. Francesco avendo sentito il diverbio e conosciuta la voce del famiglio è corso a quella volta, intesa la questione e l'espressione del Sergente figlio del Cavaliere Bracci di non volere in quel luogo il famiglio le ha replicato, che vi sarebbe stato perché tali erano gl'ordini. Questa è la seconda volta che lo scrivente si trova a sentire simili rapporti da suoi sottoposti e dovrebbe ben sapere la Pattuglia dei Cacciatori come quelli, che son tutti pisani che sotto le logge di Borgo vi è stato e vi sarà sempre un famiglio di posto per prevenire i delitti ; onde il referente desidera, che nel tratto successivo non abbiano più luogo questi diverbi, e pretensioni dei Cacciatori.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 29 Aprile 1801

Lo scorso giorno essendo entrato nel Caffè detto del Bottegone il Signore Cavaliere Giovanni Lorenzani inciampò con uno dei suoi in un piede di un ' Ufiziale di Cavalleria, ed essendosene questo dolsato si attaccarono di parole, e passati alle mani si ammenarono scambievolmente dei pugni. Il Lorenzani lasciò ivi il suo cappello e la canna d'India, che fu in seguito gettata in Arno, recuperata da un navicellaio, e consegnata ad un soldato francese, che gle ne fece premura, essendo passato il detto Lorenzani a fare il suo reclamo al Signor Generale Cambis. Similmente in detto giorno da certo Giovan Battista Peri di questa città fu attentato di levare una donna lucchese di mezzo a due soldati francesi in prossimità del guardiolo, al che essendosi opposti detti soldati, il Peri ammenò un pugno ad uno di essi, ma in un momento gli fu dato addosso dai precitati due, e da due altri francesi ammenandoli più pugni, e volendolo arrestare gli riescì non ostante sottrarsi colla fuga ;

che è quanto Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa de 29 Aprile 1801

In sequela degli ordini in conseguenza della lettera del Commissario del Governo Ligure in Lunigiana furono prese quelle misure, che lo scrivente credé proprie a rilevare se effettivamente fossero stati cambiati i duecento talleri della Regina indicati nella lettera medesima, che possino appartenere, come si pretende alla crassazione commessa al corriere ligure: il banchiere accennato, che possa abitare in questa Piazzetta del Ponte non esiste, ma null'ostante fatta l'induzione che ad altri non poteva farsi capo in tal caso che ai fratelli della Lunga negozianti, procurò d'incaricare un amico confidente, e capace di riuscire nella commissione, che con biglietto fittizio apparisse al medesimo una richiesta da un mercante di ricercare una somma non indifferente di tali talleri, coll'esibizione dell'aggio con quel più e malgrado l'aver cooperato pulitamente per la scoperta, non solo presso i della Longa, ma ancora ad altri, non fu rilevato, che esistessero presso di questi alcuni dei suddetti talleri, che senza meno se li avessero avuti l'avrebbero offerti, giacché oltre al negoziare i medesimi in monete, sarebbero stati correnti ad esibirli, attirati dall'interesse dell'aggio. Questa mattina poi, ha avuto luogo lo scrivente istesso di trattare con quel Francesco Giannetti di Caprigliola latore della lettera successiva, e ricercato sopra l'oggetto importante per l'indicazione di quei, che scambiar doveano le monete ha fatto molto conoscere che non conformava all'accenno dato nella lettera ; perché interrogato se conosceva alcuno di detti soggetti, ha replicato di no ; ma soltanto che nella sera scorsa essendo giunto presso il confine di Lucca si combinò in due individui, che suppone sieno della Liguria, s'incamminò con essi loro a questa città, e che da qualche movimento osservato in loro desumeva esser quelli i supposti scambiatori di moneta ; e ricercatolo se aveva a loro veduto ventriera o altro gruppo che potesse dar sospetto, ha risposto di no.Gli è stato suggerito che per purificare la notizia era necessario, che gli ritrovasse e giacché si era affiatato con loro, facesse quel tanto, che gli è stato detto a forma della sequela fattali e che ritornasse a dire l'occorrente, cui non si è fatto più rivedere . Dalla maniera di agire del Giannetti e dalle notizie prese da persona che lo conosce si rileva l'ambiguità del suo carattere, per cui dà luogo a credere che l'esibizione fatte al Governo di Lunigiana sieno poi ritornate.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 11 Maggio 1801

Avendo lo scrivente fatt'attenzione al contenuto della lettera del Signore Commissario di Governo in Lunigiana in data del dì 8 corrente diretta a questo signore Commissario relativa al cambio dei talleri seguito in questa città ; fatto dal Signore Giovanni Taddei a Francesco Giannetti di Caprigliola e ad altre persone come più latamente in detta lettera alla quale, lo scrivente medesimo crede opportuno per schiarimento maggiore dell'oggetto di cui si tratta d'inserire al presente, la copia del suo rapporto de 29 Aprile scorso presentato come pure le copie delle lettere scritte da precisato Signore Commissario di Governo in Lunigiana a questo Governo di Polizia, che una in data de 27, l'altra de 28 Aprile scorso e altra di sopra citata del dì 8 stante, facendo istanza che sia esaminato il suddetto Taddei, onde rilevare se effettivamente abbia cambiati talleri della Regina al nominato Giannetti, ed altri, non meno, che i fratelli Della Longa stagnai sotto le logge delle Sette, giacché questi per l'induzioni che si tirano si presumono i cambiatori di altra partita di talleri precedente l'epoca de 29 Aprile detto, et qua farli render conto del quantitativo dei talleri cambiati, a quali persone precisamente, a qual prezzo, se al cambio vi fossero altri presenti, con quel più che sarà creduto proprio di farle individuare tutto salute e rispetto

Capitano Gaetano Chiarini

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( lettere del Commissario del Governo della Rep. Ligure in Lunigiana, inviate alla Polizia del Governo Toscano in Pisa in relazione al caso Gianetti )

Sarzana 27 Aprile 1801 Anno Quarto della Repubblica Ligure

Il dì 5 scadente fu assassinato il corriere ligure poco distante da Mattarana Tra le altre indicazioni gli furono derubati duemilla quattrocento talleri. Vengo assicurato che costì da un banchiere che stà nella piazzetta vicino a Ponte di Mezzo siano stati barattati 200 talleri nuovi della regina del 1780, e che dimani o posdomani possano cambiarsene degli altri. Prego pertanto il Governo a prendere quelle misure che nella sua saviezza stimerà più opportune per venire in cognizione del fatto, anche con l'arresto o sospetto a spese del Governo Ligure di chi avesse cambiati o venisse a cambiare dei suddetti talleri. O' per indizio che la persona che a' cambiato i talleri suddetti a Pisa sia un individuo della mia giurisdizione del Luogo di Bolano. Tra due o tre giorni manderò maggiori e più chiari indizi. Lo stesso banchiere che gli à cambiati è rimasto sorpreso a tanta moneta non comune. Spedisco per espresso ben sicuro che il Governo Toscano vorrà cooperare alla pubblica sicurezza dei corrieri ; ed avrà la bontà di rendermi ragguagliato di ogni circostanza per venire al giorno del fatto, assicurando io pure in nome della Repubblica Ligure del contraccambio il più sincero in simili contingenze.

Remedi Commissario Sarzana 28 Aprile 1801

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Chi recherà questa lettera all'incaricato di Polizia è il cittadino Franco Gianetti di Caprigliola, egli conosce i latri che verranno a cambiare i talleri, e forse ne cambierà egli stesso d'accordo con loro. Tanto basta perché il Governo Toscano prenda le misure le più opportune per l'arresto dei rei. Il suddetto Gianetti potrà a voce dare più precisi indizi, e sicuri contrassegni onde assicurarsene. L'Affare è della massima premura, e confido nella lealtà del Governo che vorrà secondarmi in cosa di tanta importanza.

Remedi Commissario Sarzana 8 Maggio 1801

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All'Ill.mo Sig. Maffei Commissario di Pisa

Ebbi ultimamente occasione di indirizzarmi a codesto sig. Vicario Regio per avere alcune cognizioni sull'assassinio del corriere ligure Peiré seguito sulle montagne del Bracco alcune settimane fà. Egli però non ha potute rilevarle, anzi dalla di lui risposta pareva che mi fossero stati fatti de' rapporti falsi, per il ché avendo replicato le indagini, ò scoperto meglio le cose, ma ò bisogno del di lei aiuto in un affare che molto interessa il mio Governo, e che in generale deve interessare ognuno. Mercoledì 29 scaduto il Sergente Giovanni Taddei che sta per giovane col Sergente Baldacci all'Abbondanza vicino alla posta delle lettere cambiò ad un certo Francesco Gianetti di Caprigliola uomo ben cognito al suddetto signor Taddei una quantità di talleri per 9 paoli e due grazie, indi ne cambiò da 200 a due altre persone di cui ignoro il nome. Siccome la moneta rubata al detto corriere consisteva appunto in talleri, così desidererei d'avere gli opportuni atti legali ed in forma, da quali costasse che il sig.re Taddei avesse cambiato dei talleri al Gianetti con esprimerne la quantità, il tempo, le circostanze, e tutto ciò che può favorire il mio dissegno, come pure di averne cambiato ad altre persone con indicarne chi sono, di che luogo, o almeno qualche indizio onde venire in chiaro del fatto. Erano già stati barattati altri talleri anche prima di quest'epoca, come ne scrivevo al detto signor Vicario, ma non sapevo da chi, ora mi viene supposto da uno stagnino sotto le Sette ma di ciò le saprò dare più precisi contrassegni. Oltre al denaro rubato al corriere vi è anche una partita di cavalli.Questi o già sono stati venduti, o si venderanno a Livorno, giacché colà si trovano, o almeno sicuramente c'erano ne' scorsi giorni tre de' capi assassini.Questi sono due fratelli Pancrazi uno di nome Emilio, ed un loro cognato sarzanese di casato Carlotto. L'Emilio Pancrazi è facile a riconoscersi per essere miope ossia corto di vista, e per un'aria ed un vestire da gran signore. Posso assicurarle che questi Pancrazi sono sempre stati complici de' più gran furti che si siano commessi nella Liguria e Toscana. Sono sempre vagabondi, ed un tempo erano anche fabbricatori di false moneta. Quindi se S.V. Illustrissima avesse mezzi di diriggere le indagini anche a Livorno, o mi potesse addittare il modo di fare colà arrestare questi soggetti, si renderebbe troppo benemerito del pubblico. Qualunque spesa o legale, o straordinaria, o per ispiarli occorresse, lo faccia pure che non avrà che assegnarmela per essere rimborsato per la posta. Posso Assicurarle di contraccambio per parte del mio Governo a qualunque di lei richiesta, e sicuro delle di lei premure in un affare di tanta importanza passo a dirle Salute e Rispetto

Remedi Commissario
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì Primo Maggio 1801

La scorsa sera avendo Giuseppe Giordani Dragone del Settimo Reggimento urtato in piè di ponte dalla parte di mezzogiorno certo Francesco Rinaldi di questa città facchino di professione ammenò un pugno a detto Giordani. Questi lo corrispose ugualmente, ed allora il detto Rinaldi dette di mano ad un coltello inflessibile gli ammenò un colpo nella coscia sinistra, e gli causò una non indifferente ferita, essendosi ritrovati presenti diversi paesani. Seguito il ferimento predetto, lo scrivente fece arrestare e restringere in carcere segrete il nominato Rinaldi, acciò. Gaetano Chiarini

( segue una copia per il Comandante francese sulla quale il medesimo ha posto delle aggiunte)

  1. renvoyé à monsieur le Chevalier Mafey ...
  2. Choily
  3. Cet homme est arreté par le Comte Cotenti
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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 3 Maggio 1801

Nello scorso giorno essendo la squadra in campagna composta del sotto caporale Angiolo Piccini e dei famigli Costantino Ioll, Michele Ioll, Gaetano Gasparri e Vincenzio Cappelletti per l'oggetto di dare esecuzione a delle poste di questa comunità contro i morosi alla scaduta imposta estimale, delle quali se ne faceva somma premura dai deputati per uno sfogo sollecito. Fra questi debitori vi si comprendeva ancora certo Bartollommeo d'Angiol Maria Ripoli di Putignano per due scadenze arretrate in somma di £ 41 : 1 : 8 : fu dagli esecutori medesimi gravato in tre paioli di rame della sua casa. Fatta l'esecuzione con tutta la quiete verso le ore undici della mattino, incamminatisi alla volta di questa città col loro pegno fatto, giunti verso le ore cinque pomeridiane in luogo detto la Marginetta furono affrontati da certi Ferdinando Ripoli fratello del suddetto Bartolommeo il detto Picciolo oste alla Marginetta, e Giuseppe Mannocci armati di grossi bastoni, e pretendendo di togliere il pegno agl'esecutori medesimi gli cominciarono a perquotere. Gl'esecutori si difesero nella miglior maniera possibile per non dar luogo ad un disordine grave ricercato arbitrariamente dai referiti soggetti, ma per altro non restarono esenti, che al  famiglio Michele Ioll gli fracassasero con una legnata lo schioppo con cui se la riparò dalla testa, al Caporale Angiolo Piccini e famiglio Costantino Ioll gli producessero le contusioni segnate nell'ingiunto referto con colpi di grossi bastoni, sebbene qualcheduno degl'altri non possino essere nella zuffa restati illesi per la difesa come sopra fatta dagl'esecutori. Pietro Pacini di questa città si trovò presente all'accaduto, e perciò viene dedotto per la verificazione. Non è nuova che i suddetti fratelli Ripoli abbiano in simili occorrenze questionato, e venuti alle mani con gl'esecutori. Alcune volte per resistenza fatta hanno provato le determinazioni del Tribunale, ed in specie il riferito Ferdinando uomo torbido, e turbolento, ed invece di apprezzarle si rendono più audaci a fronte degli ordini, e delle mortificazioni sofferte ; che perciò nel renderne lo scrivente conto fece e fà istanza, che sia proceduto a quegl'atti che di ragione acciò salute. Ieri fu arrestato, e posto in carcere certo Luigi Berti fiorentino stato ai pubblici lavori per furti, come debitore di furto di stampe, ed altro a danno del ministro della stamperia Rosini, come pure certa Costanza figlia del forzato Andrea Marchetti, alla quale furono ritrovate delle stampe, ed altro attinenti a detto furto nell'atto, che le portava al Berti fuori di Porta a Mare Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 4 Maggio 1801

La scorsa mattina fu arrestato a Porta a Lucca da quel Caporale Fabbrini certo Jacopo Romanelli dello stato lucchese varie volte esiliato economicamente dal Granducato, ed in ultimo abilitato dalle carceri di Lucca ove è stato molto tempo detenuto per furti, accompagnato ai confini di quello Stato e bandito dal medesimo cui è stato posto in carcere. Ieri furono tradotti alle carceri da una pattuglia di cacciatori Pasquale Falloni, e Francesco degl'Innocenti stati arrestati per aver fatto rissa e ammenati scambievolmente come pure Giuseppe Pergola per aver am- menato a un vetturino di Livorno . Ieri essendo alcuni soldati francesi a mangia- re nell'osteria del Monti fuori di Porta a Mare partirono recusando di pagare. Uno di questi si diresse alla porta per introdursi in città a cui si sfilò dietro il Monti, e giunto dal capoposto dei cacciatori gli disse, che gl'arrestasse il detto soldato, perchè con gl'altri compagni gl'avevano mangiato per nove lire senza sadisfarlo. Il capoposto con gl'altri si pose per arrestarlo, ma il soldato cavata fuori la sciabola si oppose facendo resistenza. In questo frattempo soggiunti altri soldati Francesi si posero a difendere il loro camerata, venendone altri dalla parte dell'Arsenale richiamati dal chiasso che vi si produceva. I cacciatori avevano arrestato uno di essi Francesi, ma i loro camerati, ed un ufiziale lo repeterono non meno, che la sciabola tolta in tal atto al medesimo. In questa mischia restò soltanto ferito superficialmente nella testa un soldato Francese.

Gaetano Chiarini
 

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Illustrissimo Signore, Signor Padrone Colendissimo

Era già pervenuto al Governo il Rapporto di cui V.S.Ill.ma ha accompagnato la copia con la sua lettera degl'8 stante, ed ha già fatto ordinare al Vicario di Pontedera di procedere cautamente alla verificazione dei discorsi allarmanti che si dicono tenuti dal Notaro residente a Cascina e da altri, per poi procedere alle convenienti dichiarazioni. V.S. Ill.ma eseguirà altrettanto quando gli venga riferito, perché ‚ in cotesta sua giurisdizione, si tengano discorsi dell'istessa natura, partecipando poi sollecitamente al Governo il risultato. Sono con tutto l'ossequio D. V.S. Illustrissima Rosallis

Firenze lì 10 Maggio 1801
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 6 Maggio 1801

Il giorno 29 Aprile scorso, il Pagni notaro di Cascina vagò più case di quel paese dando colla maggior letizia la nuova che da un suo caro amico veniva con lettera assicurato dell'imminente partenza del signore Generale Murat, e dopo dell'immediata destituzione dell'attual Governo, e della ripristinazione del passato, e che in tal guisa le cose sarebbero per Lui, e per i suoi simili passate assai meglio senza riguardo costui sparla e biasima il contegno di questo Governo, e del precitato Murat, per cui dicesi essersi reso " prescindendo, che ai suoi simili " noioso a tutti a segno d'inciampare anche in qualche scoglio di poco suo piacere. Il P.mo St.e Gaetano Collodi parlando con Lorenzo Celi degl'affari correnti, quest'ultimo proruppe nella seguenti espressioni " il passato Governo non ha avuto giudizio, poiché‚ doveva aver dimesso tutti i capi di Dipartimento, ed il Generale Murat e un... perché‚ sostiene questo Governo e contrario ai patriotti ; ma non siamo pochi, fra non molto si vedrà come anderà ". I discorsi di costui non tendano ad altro che alla brama di Rivoluzione. Il nominato Collodi, Rocco Giusti, e Tommaso Stassi discorrendo in detto giorno detestavano la condotta del passato Governo, ma per altro biasimavano quella dell'attuale e di Murat per essere stati dimessi dagli impieghi la massima parte di quelli ai quali erano stati conferiti dal detto passato Governo. Il nominato Collodi in tal riscontro diede per nuova, che Francesco Niccolini è passato a Parigi senza spiegare a qual oggetto. La mattina del dì 3 stante sotto le logge dette delle Sette discorsero assieme per più di un ora l'Ebreo Provenzale di Livorno, il Tonelli suonatore di violino alla cappella dei Cavalieri, l'Amerighi marito della Patriarchi, e altre due persone. L'Amerighi diede le seguenti nuove, che Buonaparte si è ritirato a Versaglies, né si mostra ; che non si serve d'altro cibo che di quello preparatoli da sua madre ; che in Londra si fanno delle scommesse, che il detto Bonaparte non ha di vita tre mesi, e che a Parigi è seguita una rivoluzione. Il nominato Gaetano Collodi diede pure per nuova il 3 stante a Sigismondo Rossi e Luigi Schippisi, che il detto Generale parte di Toscana assolutamente, e che il Duca di Parma tiene degl'esploratori in Firenze per esaminare la condotta del Governo. Lo stesso asserì, in quanto alla partenza di Murat Giuseppe Niccolini ex-comandante di Volterra, aggiungendo, che lo stesso Murat per partire con un buon nome dalla Toscana aveva scritta una lettera al Governo colla quale gli faceva noto che dopo la sua partenza non sarebbero state fatte ulteriori contribuzioni. Ieri si parlava dai cosidetti patriotti senza ritegno del cambiamento assoluto del Governo e si assegnano al rimpiazzo il signor senator Gianni, Galluzzi, Tito ManziLeopoldo Vaccà dicendosi di ritorno da Parigi e che a Murat gli succede nel comando della Toscana il Generale Audinot da cui essi sperano molto. L'Angiolacci di cui è stato parlato in diversi rapporti dicesi, che abbia in Firenze un fratello medico della Legione italica ; che fu uno dei capi della Rivoluzione di Roma, per sostener la quale dicesi, che sacrificasse tutto il suo rispettabile patrimonio dicesi inoltre che tra detti due fratelli ci passi un continuato carteggio.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 8 Maggio 1801

La scorsa sera diversi militari francesi scagliarono molte sassate alle vetrate delle finestre dell'abitazione di Antonio Corsi sulla Piazza di Santa Margherita, e a quella di Giuseppe Bonitino per andare al collegio Ricci, e per conseguenza furono rotti molti vetri.Ciò accade perché abitando ivi delle avventuriere non vollero queste ricevere detti militari.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 10 Maggio 1801

La scorsa sera fu arrestato fuori di Porta a Mare e ristretto in carcere Niccola Giampaoli di questa città, come inosservante al precetto d'esilio economico da questa medesima città, e Commissariato, riportato come molto sospetto di furti. Gaetano Chiarini Rapporo del Bargello di Pisa del dì 15 Maggio 1801 Il più volte in altri rapporti nominato Angiolacci Romano, il dì 10 corrente, essendo col suo grand'Amico Giovan Battista Curti incontratosi col Bardelli, ed altri della stessa Lega fece loro sentire una lettera in data di Firenze del dì 9 stante, colla quale gli diceva che sperava tra pochi giorni colà qualche cangiamento, e perciò stasse tranquillo ; ma che se mai non fosse accaduto si sarebbe posto in viaggio per Roma. Riportò anche un altro articolo di detta lettera "che il Papa aveva spedito a Parigi facendo sentire a quel Governo, che non volevano, né ‚ potevano i sudditi romani pagare ulteriori contribuzioni " ex sé ‚ disse " se mio fratello parte dalla Toscana non vi è più per noi da sperare ". I patrioti sebbene da più giorni scoraggiti e che non si mostrino come per l'avanti in quattro o cinque assieme, nella generalità confidano sulla notizia che dicono avere della venuta in Firenze di Saliceti o di altro soggetto organizzatore della Toscana, e che il nuovo sovrano condurrà seco dei Ministri di Spagna, o di Francia capaci di prendere in considerazione il loro patriottismo, e come per ciò sono stati trattati dall'attual Governo. Ammettano anche delle difficoltà sulla venuta del Sovrano per il giorno accennato de 15 Giugno, e confidano su qualche cangiamento se mai seguisse ritardo.

Gaetano Chiarini
 

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All'Illustrissimo Signor Gherardo Maffei Commissario del Governo Toscano in Pisa Illustrissimo Signore mi rincresce di averle dato inutilmente un disturbo, e se sono ben tenuto delle ricerche fatte e delle carte trasmessemi La prego però a compiacermi di segnarmi la spesa, essendo giusto che sia pagato chi à fatto le sue fatiche. Probabilmente dovrò incomodarla la terza volta, e per maggior sicurezza le manderò l'uomo stesso che ha barattato le monete. Intanto a scanso d'equivoco stimo bene notarle che per Talleri da noi, s'intendono certe monete che chiamansi ancora Teresine, le quali anno ( sic ) da una parte l'impronta di Maria Teresa, e dall'altra l'arma imperiale. Dalla parte dell'impronta vi sono le parole M. Teresia D. G. R. Imp. Hu. Bo. Reg., e dall'altra Archid. Aust. Dux Burg. Com. Tyr. 1780. Che se la difficoltà nascesse dal timore di restituire le monete cambiate, e che per ciò i cambisti o altri fossero renitenti a confessare il lucro, io posso assicurare a V. S. Illustrissima che il fine del mio Governo non è questo, ma solo di scoprire i rei e trovare il corpo del delitto. Due di questi gli ò già nelle forze, il fatto è più che vero, onde la prego di coadiuvarmi con tutto il suo potere. Gradisca intanto le più sincere proteste di rispetto e stima.

Remedi Commissario
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 17 Maggio 1801

Viene riferito, che verso le ore sette di questa sera essendo fuori di questa Porta le Piagge i Sergenti dei Cacciatori Tempesti, Corucci, Michelazzi e Giacomelli, i primi tre in uniforme, avendo incontrato il Sig. Cav.re Giovanni Ruschi, Conte Agostini, ed altra persona, il precitato Ruschi abbia detto "Ecco la spia falza del Tempesti "; che a queste espressioni abbia detto il Tempesti al nominato Ruschi, che guardasse come parlava, perché‚ era un galantuomo al pari di lui ; che esso Ruschi si sia servito nuovamente delle predette espressioni; che il Tempesti prudentemente salutatosi dai compagni si è incamminato verso la città; che restato ivi il Ruschi, i compagni, il Sergente Corucci col Giacomelli e Michelazzi presentatosi al Ruschi con tutta garbatezza gli abbia detto che quella non era la maniera di trattare un militare insignito dell ' uniforme; che il Ruschi ha replicato, che non conosceva militari, che quando erano in servizio; che finalmente il Corucci abbia ripreso che i Cacciatori erano stati messi per il Buon Ordine e che quella non era decenza di trattare, e così sia terminato il diverbio.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del 17 Maggio 1801

Vittorio Ceccatelli di questa città di Pisa ha rappresentato, che nella scorsa sera circa le ore undici ritornando alla propria casa, e giunto in faccia della osteria della Chiostra si sentì inseguire, e respettivamente afferrare per il pastrano da tre soggetti, che dalla pronunzia e dall'ornamento del berrettone con placca di fronte potè ben conoscere, che erano tre soldati francesi, i quali presolo per il collo, ed uno con stile in mano minacciandolo gli richiesero dell'argento, che di fatto frugandolo nelle tasche gli portarono via circa tre zecchini unitamente al pastrano di pelone color di ... con maniche foderate di tela, bavero e rivolte di velluto color verde giallastro picchettato di nero, due temperini, che uno con manico d'avorio, e l'altro con manico d'osso scuro, una chiave, e alcuni fogli di gnuna considerazione, non senza andare esente in questo riscontro da alcune contusioni ed escoriazioni riportate nel viso, dandosi dopo di ciò i tre riferiti soldati francesi alla fuga, dal camminare dei quali potè comprendere che avevano gli stivali in piedi ;

che è quanto Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 19 Maggio 1801

La scorsa mattina certi Giuseppe Luparini, Giovan Battista Genovesi e Valentino Puntoni, il primo d'Oratoio, il secondi di Riglione, e il terzo di Putignano si portarono luogo detto Prato Nuovo di proprietà della signora Maddalena Alamanni a tagliare il fieno ed essendo stati veduti da Jacopo del fu Francesco Giusti di Putignano Lavoratore di detta Signora, ed avendole detto che tralasciassero di tagliare detto fieno, oltre averlo caricato d'ingiurie gl'andarono incontro per darle addosso per cui fu costretto a chiamare ajuto, e nel mentre che alcuni accorrevano in sua difesa, il precitato Luparini gli sparò contro un'archibusata, e lo ferì nel dito grosso del piede destro e nella gamba sinistra, con veccioni, o terzaiole di piombo, con essersi in seguito dato alla fuga con i compagni e lasciato in terra lo schioppo di cui s'impossessò il nominato Giusti. E' stata presentata la querela contro detto Luparini acciò Lo scorso giorno fu consegnato alle forze di Lucca Giacomo Fanucchi e fu da quelle consegnato a queste Domenico Meucci di Barga il primo debitore di furti commessi in quello stato, il secondo commessi in questo. Ieri vi fu della questione fra diversi guastatori francesi e Francesco Nocchi oste fuori di Porta alle Piaggie per dependenza di una bottiglia vuota, che uno di essi aveva preso da una stanza dove essi avevano mangiato, ed essendo stata prevenuta una pattuglia, furono i predetti militari arrestati. Parimente nel giorno scorso essendo nell'osteria del Morgieni fuori di Porta a Mare certo Trinci Sarto, cui avendo un panciotto da vendere lo liberava per due pavoli a certo sopracchiamato il Signor Checco. Un soldato francese che vi era presente ricercò detto Trinci quanto voleva di detto panciotto, e glie ne chiese tre pavoli. Il francese si duolse perché a Lui gli si voleva alterare il prezzo, e da ciò principiarono a questionare, e vennero scambievolmente alle mani, essendovisi interessati altri soldati, ed altri paesani, quali perciò si diedero alla fuga allorché veddero, che i soldati medesimi diedero di mano alle sciabole. La condotta dell'oste Morgieni è implausibile perché dando comodo del giuoco delle bocce da lui somministrato fa sì che vi si aduna tutti gli sfaccendati e viziosi e bene spesso vi seguono delle questioni, e risse,

che perciò Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 20 Maggio 1801

E' qualche tempo che abita in questa città alloggiato nella casa di Baldassare Vetri disoccupato, e senza mezzi cogniti di sussistenza certo neofito Vincenzo Gauttier di Livorno, cui aveva preso una specie d ' amicizia col sacerdote Giuseppe Balduin francese commorante in casa Pietro Mazzanti, cui avendoli manifestata l'idea di restituirsi in Francia gl'aveva altresì fatta la confidenza, che voleva ridurre in Luigi d'oro altre monete che riteneva, acciò gli servissero di comodo per il viaggio. A tal effetto la mattina del dì 18 stante si esibì il detto neofito Gauttier di fargliele cambiare, e perciò presi i denari il detto sacerdote Balduin, si portarono entrambi dal Conte Giorgio Viani genovese, che fattoli il progetto dell'acquisto dei Luigi d'oro prese egli l'appunto delle monete di Balduin e di poi gli disse che ritornassero il giorno del dì 21 Stante alle ore quattro pomeridiane, che averebbe procurato d ' improntare i Luigi la mattina scorsa, il detto neofito senza necessità si portò nuovamente dal Conte Viani per ricercarlo dei Luigi, ed esso gli replicò che tornasse il giorno e l'ora prefissa in avanti ; dopo di ciò ritrovato il sacerdote Balduin gli manifestò, che avendo veduto il Conte non poteva altrimenti improntarli i Luigi d'oro, ma che lui aveva supplito col trovare un suo amico livornese banchiere, che abitava in via della Maddalena da cui gli avrebbe ad un prezzo d'aggio onesto da andare la sera scorsa alle ore otto e mezzo, e così restarono in appuntamento. Penetrò il referente in tempo, che il predetto neofito aveva formato il reo disegno di condurre il detto sacerdote Balduin all'ora suddetta nel chiasso del Mecherini presso via La Maddalena sotto pretesto di passar quivi alla casa del supposto suo amico per cambiare le monete, e che giunto nel più oscuro del chiasso col favor della sera, del luogo remoto, profittare della debolezza del sacerdote, e coll'aiuto d'altra persona da esso indotta togliere al medesimo con violenza la somma, che poteva seco portare, e darsi poscia alla fuga dietro questa notizia credé il referente istesso di prevenire la meditata aggressione, se mai fosse stato per avverarsi, e perciò commesse al Tenente ed altri famigli di situarsi nel chiasso predetto, e starsene inosservati colle rispettive istruzioni nella forma che doveansi contenere in tal caso di fatto alle ore otto e mezzo comparve il neofito col riferito sacerdote, che aveva in braccio un fazzoletto bianco contenente una quantità di denaro, ed avvicinatisi al chiassso dalla parte del Lungarno, vi erano all'imboccatura due soldati francesi fermi, che discorrevano, per cui non vi entrarono e si posero ivi prossimi, che con discorso procurava il neofito trattenere il prete fintanto che fossero i francesi partiti. dopo qualche intervallo, veduto che i soldati non partivano, risolse il Tenente di accostarsi al sacerdote, trattolo in disparte l'interrogò sopra l'oggetto, che lo faccia ivi trattenere e cosa ritenesse nel fazzoletto rispose, concordemente alla notizia riportata come sopra, e che nel fazzoletto aveva la somma di circa scudi 120 per barattarla in tanti Luigi d'oro conforme gl'aveva detto il neofito da un di lui amico in via La Maddalena. Ricercato il neofito chi fosse quest'amico non seppe addurre né ‚ il nome, né ‚ la sua abitazione e solo cavò fuori di tasca un foglio, ove era scritto "Marchese Raggi in Casa Portinari " e suppose, che questo, appunto dovea cambiare le monete del sacerdote in Luigi, ma che per altro non lo conosceva, né ‚ vi aveva mai trattato, e che soltanto gl'aveva fatto parlare per un amico genovese di cui non seppe dire il nome, né ‚ il cognome ; fatte menzogne, e ritrovati dedotti dal detto neofito, che stanno in aperta contraddizione di tutto ciò che aveva fatto credere al prefato sacerdote a cui sotto la buona fede serbava il più nero tradimento, che averebbe ridotto al suo effetto se non vi fossero concorse a sfatarlo le soprannotate circostanze, e perciò come soggetto pericoloso fu con annuenza fatto passare in carcere segrete per stare a disposizione degli ordini.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 22 Maggio 1801

La notte del 20 veniente il 21 detto gianto oltre la mezza notte da Livorno in una timonella presso l'osteria di Vincenzo Pettini fuori di questa Porta a Mare certo Antonio Kovack domestico del capo battaglione della Legione pollacca, e veduto il lume in detta osteria smontò quivi, e penetrato nel pianterreno di essa, mediante l'esser socchiusa la porta d'ingresso dimando a persone ivi esistenti la strada per introdursi in questa città, che gli fu indicata quella, che conduce a Porta Fiorentina. Presa questa direzione non fu lungi dall'osteria medesima cento passi, che venne da sei persone assalito e derubato della sua montura, due fazzoletti, trentadue Luigi d'oro, e trenta monete toscane da dieci pavoli, lasciandolo di poi nella strada colle mani legate dopo qualche tratto di tempo pervenne in città e fatto capo alla Guardia dei Cacciatori Toscani, narrando il successo fu scortato al quartiere della Legione suddetta pervenuta nel giorno, ne informò quindi il capo Battaglione suo padrone, cui a direzione di esso si portò con una pattuglia pollacca all'osteria predetta ; ove giunto riconobbe il domestico stesso Costantino figlio dell'oste Pettini per quello a cui aveva dimandata la strada per pervenire in città, e perciò fu posto in arresto non meno, che il di lui padre. Prevenuto del successo ne intrapresi le diligenze, e potei aver notizie, che gl'aggressori fossero stati a qualche ora di notte nell'osteria medesima, che perciò il suddetto Costantino Pettini non meno che, Giovan Battista Brogi suo garzone si presumevano informati del fatto, tanto più che interrogato il predetto Pettini sulla circostanza di avere additata la strada al crassato l'impugnò costantemente, per cui tanto l'uno, che l'altro furono fatti passare in carcere segrete, malgrado il non aver reperito cosa alcuna nella precedente ordinata perquisizione fatta nell'osteria medesima, nel qual atto venne rilasciato il suddetto Vincenzio Pettini. I riscontri ottenuti portano a dubitare, che in fra gl'aggressori vi siano compresi certi Antonio Gagliardi e Luigi della Rosa detto il sartino ambi del Portone, per cui ne presentai comparsa in questo tribunale per procedersi agl'esami, e devenire a quant'occorre.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 24 Maggio 1801

Lo scorso giorno fu arrestato, e posto in carcere Antonio Gagliardi del Portone molto sospetto di complicità nella crassazione a danno del domestico del Capo Battaglione della Legione pollacca, essendo uno di quelli, che nella sera che fu commessa si ritrovava precedentemente nell'osteria di Vincenzio Pettini fuori di Porta a Mare. Ieri fu arrestato nel comune di San Giusto da Cesare Bellatalla e suo figlio certo Pietro Ghio di Massa di Carrara per averli rubato un paro di tanaglie, un ' ascia, e due scalpelli e datosi di pari alla fuga, ma nell'essere stato inseguito gettò detti arnesi probabilmente in qualche campo di grano per cui non furono dal derubato ritrovati di tale arresto Bellatalla ne fece prevenire il referente, cui mandò a prenderlo, e fu posto in carcere. Si vuole che costui abbia commessi altri simili furti. Egli è qua da un mese e mezzo circa a questa parte colla moglie e due figli senza assegnamenti, né professione ed ha preso casa fuori di Porta a Mare ; perciò Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa de 25 Maggio 1801

In seguito del biglietto concernente la notizia dell'orologio perduto, o trovati mancanti dal Capo di Squadrone del Illustrissimo Reggimento de Dragoni abitante in Casa Seghieri ha diretto immediatamente Il Tenente dal Capo Squadrone medesimo cui avendo con esso parlato, pare secondo la sua narrativa, che ne faccia cadere il sospetto sopra alcuno dei domestici di casa Seghieri, molto più, che essendo egli sull'uscio della stalla, come dice, doveva aver veduto alcuno entrare dalla porta d'ingresso quando l'autore della mancanza dell'orologio fosse stato uno di fuori della casa medesima. Per altro avendo preso informazione dalla signora Seghieri padrona del quartiere tenuto dal predetto Caposquadrone, mi dice, che di tutti i suoi domestici può compromettersi, e che in diversi anni, che gli ha al suo servizio, non ha mai avuto luogo di dubitare della loro condotta ; che tenendo il detto Caposquadrone sempre aperto il suo quartiere, non sarebbe difficile, che penetrato qualcuno dalla scala segreta, dove a mezzo vi è il quartiere dei domestici del Caposquadrone medesimo si fosse inoltrato nel quartiere, e che avesse preso l'orologio, e di poi datosi con indifferenza a scendere, gli fosse riescito di usurparlo, col vantaggio di non essere stato osservato, né ‚ all'entrare, né ‚ al sortire del Palazzo. In questa perplessità, che non si può precisare un sicuro indirizzo per recuperare con celerità l'orologio mancato, non resta altro allo scrivente per quello, che spetta alla di lui ispezione, di riportare la descrizione dell'orologio medesimo, per far le premure, onde tentare di recuperarlo.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa de 23 Maggio 1801

Nelle scorsa sera dopo le ore undici avendo lo scrivente diretta una squadra fuori di queste porte a condotta del Caporale Giuseppe Roselli per l'oggetto di visitare l'osterie in quella di recente concessata a Giovan Battista Morgieni vi fu sorpreso a giocare alle carte a due tavolini Lorenzo Michi, Niccola Scardigli, Marco Lampardi, Pietro Torrigiani, Pasquale Piaggi, Gabbriello Marradi, e Giovanni Fiorini, permettendo il detto Morgeni il gioco di tutta questa ciurma per l'oggetto di facilitar l'esito del vino a minuto, formando in tal guisa un prostibolo in trasgressione degl'ordini veglianti, per più le parti medesime furono prese dai famigli, presentati gl'intrascritti testimoni. Oltre il Morgeni l'essere stato altre volte querelato in questo genere, ha trasgredito ancora all'ultimi recenti ordini di non ricevere nella sua osteria persone dal tramontare del Sole, conforme fu intimato a tutte le osterie fuori di Porta a Mare, ove questa è situata che invece di servire d'utile ai passeggeri sono piuttosto di danno ai medesimi per i complotti che ivi si ricettano, d 'onde ne avvengono dei disordini ; che perciò nell'esibire in corte i due mazzi di carte nostrali di fiori, picche, cori, e mattoni colle quali giocavano, fece, e fa reverente istanza che sia proceduto contro detto Morgeni per la trasgressione del gioco non solo, quanto per l'altra di avere ricettato persone contro gl'att. etc. e a condannarsi in seguito nella pena prescritta dalle leggi Emi. etc. etc.e inducendo per comprovare l'esposto e Giuseppe Roselli, Ottavio Gaspero Giordani testi Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 25 Maggio 1801

Lo scorso giorno fu arrestato, e posto in carcere Domenico Biagini di Lucca come inosservante al precetto d'esilio economico dal Granducato riportato per furti. Non è questa di costui la prima inosservanza al precetto suddetto. Furono ieri arrestati da una pattuglia e tradotte in carcere per le cause di che nel rapporto militare Angioletta Ripoli e Luigi Niccolai di Putignano.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa 3 Giugno 1801

In questa mattina sono sortiti dal bagno accoppiati i forzati Marco Magnolfi d'Asella e Luigi Calzeroni sotto la scorta del guardiano Francesco Busoni detto guardiano ha permesso contro gli ordini veglianti, che i due forzati s'introduchino nell'osteria di Francesco Casigliani in via Cacciarella e di più di permettere al forzato Magnolfi di stare assieme con la di lui moglie in una stanza, e l'altro in un altra ad uscio serrato, col benefizio della catena lunga, per cui detto Magnolfi ha preso la fuga da un'uscio corrispondente in un orto, vedendosi, che maglia raccomandata all'anello era già rotta . Prima che seguisse la fuga il detto Magnolfi ha discorso in segreto col guardiano Busoni. Per tutte le ragioni si scorge una voluta intesa tra il gurdiano e il Magnolfi, e vi è da dubitare per ciò anche per parte dell'oste Casigliani ; che per ciò Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 8 Giugno 1801

Ieri caduto in Arno dallo scalo di S. Crestina Pasquale Allegranti ragazzo di otto in nove anni vi perse miseramente la vita. La scorsa sera certo Giovan Antonio Maestroni neofito di Livorno, in tempo che passava il Venerabile dal Piaggione pretese che due soldati francesi si levassero il cappello, o il berretto dalla testa. Il modo con cui gli fece l'intimazione fu insultante per cui poco ne mancò, che non vi seguisse qualche disordine, che fu impedito da due Cacciatori . E' stato intimato al detto neofito, che alle ore dieci di questa mattina si presenti al Tribunale, acciò. Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 9 Giugno 1801

Il noto Angiolacci Romano impiegato nelle sussistenze francesi, sabato mattina disse a diversi suoi simili in bottega di Agostino Rozzalupi, che il Re di Turino era partito da Roma in conseguenza di un dispaccio speditoli dall'Imperatore di Russia, per che il corriere spedito da quella corte al primo Console non aveva avuto dal medesimo la risposta al dispaccio nel termine di due ore ; col quale si domandava di rimettere in trono il suddetto Re " che i francesi erano arrivati in Roma" che proseguivano per Napoli, ove sono centomila Patriotti per unirsi ai medesimi, e vendicarsi di quello hanno sofferto in passato ; millantando molto altresì il numero dei patriotti romani, e la loro ferocia contro l'altro partito . Il Chiarenti doppo essere stato Domenica scorsa a pranzo dal signore Generale Murat disse a diversi suoi amici, che lo stesso Generale in tal riscontro gli aveva detto essere poco contento dell'attual Governo, cui averebbe già cancellato se non fosse prossima la venuta dell'infante di Parma, che lo farà nel caso, che la venuta dovesse andare a lungo giacché ha impiegato alcuni, che la buona politica non lo comportava, e che aveva lasciato in Firenze un Commissario incaricato di esaminare le operazioni del Governo medesimo. Si sa per altro, che il detto Chiarenti era alla mensa accanto all'aiutante, e che vi corsero poche parole tra Lui e il Signore Generale.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del 10 Giugno 1801

Lo scorso giorno circa le ore ventitre passeggiando il canonico cappellano Berlincioni alla volta dell'Arsenale ebbe luogo di fermarsi in faccia al medesimo per qualche momento . In questo mentre esistevano a sedere sulle spallette dell'Arno alcuni usseri francesi del duodecimo reggimento, uno dei quali fattosi d'appresso al prefato canonico gli svelse dal petto la croce d'oro, che ivi teneva appesa. Ne fece delle lagnanze e repetendo la croce, ma invece ottenne qualche oltraggio per parte di altri colleghi dell'ussero enunciato, cui appropriatosi la croce istessa se ne partì . Pervenne a farla stimare dall'orefice Santini in questo ponte, e non potendoli a voce dare ad intendere il valore di essa, cavò di sua tasca cinque monete per fargli in tal guisa capire che tanto era l'importare di essa. L'ussaro senza confondersi prese le cinque monete e la croce allontanandosi dalla bottega con sollecito passo, ma inseguito dal Santini, poté aver la croce che gettò a terra l'ussaro medesimo, nel vedersi incorso . Ne fu prevenuto del successo il Comandante del suddetto reggimento e questa mattina fatta la parata degli ussari ha riconosciuto il Santini il delinquente quantunque cangiato di panni, ma essendo prossimo alla partenza il reggimento medesimo ; e per non avere in pronto il Santini altri che nell'atto potessero giustificare la sua assertiva è stato creduto meglio di non farne caso . Il detto canonico ha riottenuto dal Santini la croce previo il rimborso delle cinque monete.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa de 10 Giugno 1801

Nella scorsa sera dopo lo spettacolo del Teatro sortirono dal medesimo il signor Pier Antonio Guinigi, ed altro suo compagno lucchesi, i quali giunti verso la mezzanotte verso la piazza dello Stellino furono quivi assaliti da quattro ussari francesi, e dimandando loro del danaro si posero con violenza a derubarli, togliendo al medesimo la repetizione d'oro del valore di 37 zecchini, ed alquante monete al suo compagno non andando esclusi in questo incontro da qualche percossa.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del 11 Giugno 1801

Per due notti la moglie di Tommaso Mugnaini di Livorno, commorante in questa città alla Locanda della Speranza ha reclamato contro il marito per averla percossa affine di obbligarla a prostituirsi . E' stato perciò richiamato il medesimo per reiterate volte al Tribunale e finalmente comparso ricevé l'ordine di partire da questa città, molto più che ha dedotto di non volere più convivere colla moglie, né lei col marito. Che è quanto Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 12 Giugno 1801

Giovan Battista Gonnelli domandò lo scorso giorno al signor Comandante di piazza sei Dragoni affinché gli riguardassero le prata luogo detto comunale distante circa sei miglia da questa città, giacché dai faridanni gli veniva dalla medesima rubato il fieno. Portatisi a detta prata i sei dragoni, in questo giorno due di essi hanno tradotto a questa carceri Giuseppe Vaselli, Adamo Giordani e Giovan Maria Vaselli ragazzo di undici anni ed hanno consegnato allo scrivente quattro barrocci, quattro cavalli, un corbello di funi, quattro forche, due rastrelli, e tre falci, che il tutto è stato depositato presso Giuseppe Morgeni oste dei tre Re per ritenere a disposizione . I detti dragoni asseriscono di avere arrestati detti tre soggetti in un prato presso ad altro ove erano appostati per riguardare i fieni, e che essi non meno, che Gaspero Giordani a cui appartiene uno di detti cavalli e barrocci si sono messi in resistenza, con dette forche, e di esservi corsa qualche reciproca esplosione d'arme da fuoco, essendosi dato alla fuga detto Gaspero Giordani, e ciò essere accaduto verso l'un'ora dopo la mezzanotte, ma che finalmente da l'una e l'altra parte alcuno è restato offeso. Gl'arrestati dicono di essere stati fermati dai due Dragoni al ponte di Montacchiello comune d'Oratoio, che andavano verso il ponte detto di Biscottino a fare dell'erba per servizio della cavalleria francese e impugnano la resistenza, ma dicono di essere stati piattonati da detti dragoni . E' stato ordinato al nominato Gonnelli dal sotto aiutante di piazza, che procuri di giustificare sollecitamente se i suddetti Vaselli, che siano stati arrestati sulle sue prata, oppure diversamente ; giacché nell'atto dell'arresto non gli è stato ritrovato né fieno, né erba ;

che per ciò Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa de 12 Giugno 1801

Questa notte nel giro di guardia è stato trovato a dormire sotto le logge di Piazza degli Ortaggi il soldato veterano Giuseppe Cavaciocchi stazionato a Bocca di Serchio, cui reputato uno di questi soldati invalidi di San Martino è stato dal Tenente chiamato affinché si restituisse al quartiere. Essendo quest'uomo un poco alterato dal vino, ha risposto al Tenente medesimo con parole indecenti, ed adoprando pure le mani per ammenarli, che per evitare qualche sconcerto, ha creduto proprio di prevenirne l'Uffiziale di Guardia dei Cacciatori, trattandosi di un militare, cui dalla pattuglia è stato condotto nel corpo di guardia ove esiste tuttora. Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 13 Giugno 1801

La scorsa sera furono arrestati e posti in carcere certi Tommaso Carapelli del Tegoleto vicariato del monte S.Savino, e Giovan Battista Vitalti d'Arezzo, come quelli che corrispondono alle qualità personali di due dei quattro soggetti, che nella sera del 19 del passato Maggio crassarono a nome di Corte nella Giurisdizione di Lucignano Giovanni Bandini, giusta l'avviso, che ne dà il Caposquadra di Montepulciano con sua lettera de 28 detto di tale arresto fu scritto opportunamente al detto Caposquadra, affinché faccia in quel Tribunale le istanze che convengono contro detti due soggetti in tanto, che vengono ritenuti a disposizione di quel medesimo Tribunale . Similmente furono arrestati e posti in carcere Ranieri e Tommaso fratelli Santi di questa città addebitati di attentato furto al Piaggione di un sacco di grano commesso a danno di Angiolo Morgantini di Calci il dì 9 stante e molto sospetti di crassazione seguita per la strada di collina la notte del dì 11 veniente il dì 12 stante contro il barrocciaio Vincenzio Banti di Livorno. Stamani è stato scoperto in questo fiume Arno galleggiante sull'acqua un cadavere umano del tutto eccettuato una pezzola cinta ai fianchi che gli copriva il membro, non essendo stato riscontrato in esso veruna offesa, così che vi è luogo di credere che sia affogato volendosi bagnare, e che sia di qualche paese superiormente a questa città, giacché non è stato da veruno riconosciuto per persona di questa stessa città. Il detto cadavere dalla Compagnia della Misericordia è stato portato nella stanza mortuaria .   Nella passata notte mediante lo scalo delle mura dell'Orto delle monache di S.Marta è stato rubato più tagli di tela che vi erano per incanidire di circa 60, o 70 canne, un lenzuolo e alquanto rese. Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 14 Giugno 1801

La scorsa sera fu arrestato e posto in carcere Luigi Della Rosa detto dighe del Portone altro preteso complice della crassazione commessa a danno del domestico del Comandante della legione pollacca.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 15 Giugno 1801

Avendo nella notte scorsa mandato una squadra di esecutori verso la Cascina comune di Barbaregina per tentare l'arresto di Niccola Giampaoli imputato di crassazione, e perché con altri si trattiene in quella parte rubando dalla campagna ciò che possono avere, giunti detti esecutori al cancello delle Cascine medesime, da qualche distanza hanno scoperto tre persone, e queste gl'esecutori medesimi, ed approssimandosi scambievolmente, le dette tre persone si sono date alla fuga, ma non ostante sono stati arrestati Angiolo Giacomelli di Pisa, e Giuseppe Fallani navicellaio essendosi sottratto il suddetto Giampaoli, cui, e detto Giacomelli nell'atto della fuga medesima hanno gettato in terra un sacco, ed una balletta ripieni di spighe di grano rubate alla campagna, e nel navicello di detto Fallani vi è stato ritrovato un sacco con entrovi due staje circa di fave, che il Fallani ha detto appartenere a detti Giacomelli e Giampaoli, le quali sicuramente averanno rubate alla campagna. E come il Fallani non aveva alcuno da lasciare alla custodia del suo navicello è stato rilasciato, e condotto in queste carceri il nominato Giacomelli. Presentando lo scrivente in Corte unit'al presente rapporto il sacco colle fave, il sacco, e balletta di spighe di grano,acciò che per ciò.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 18 Giugno 1801

Lo scorso giorno furono arrestati da una pattuglia, e poscia tradotti alle carceri Francesco Pierini e Giovan Domenico Franciosi lucchesi, il primo per avere sparlato di S.Ranieri pubblicamente, ed il secondo per aver motteggiato i cacciatori.Ieri Lorenzo Celi percosse Pietro Cecchetti suo cognato, e appiccò anche un morso in un braccio a Giuseppe Medici, che si frappose per sedare la rissa.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 19 Giugno 1801

Il dì 15 stante Sigismondo Rossi " stato dimesso dall'impiego nell'ufizio dei Fossi " fece ostensibile nel caffè dell'Ussero al Giannini fiorentino fornitore delle truppe francesi, e a molte altre persone copia di una sua lettera, che disse voler mandare al Governo, la sostanza della quale " sommettendosi in essa i Titoli ", dicesi, che fosse un rimprovero per averlo ingiustamente dimesso : un irregolarità per aver levato Lui, stato processato per opinioni, ed avervi sostituito lo Stassi stato egualmente processato : che dimandi di esser giudicato dai componenti il Governo se è giusta, o no la risoluzione ; rimettendosene particolarmente al giudizio del signore avvocato Lepori : che in fine dopo altre invettive dimandi unicamente di essere ammesso nel numero dei dimessi senza demerito, che non gli conviene di dimandare altro impiego al presente Governo, e che gli rileva, che dovendo stare ai ruoli del 14 ottobre, l'impiego allora era vacante, ma che non lo è al presente. Nel dì 16 detto fece girare detta lettera in diversi luoghi non senza farla ostensibile a molti dei suoi simili, e segnatamente a Ottavio Morandini, Francesco Slop, all'agrimensore Riccetti, a Giovacchino Baldacci impiegato nell'ufizio del tabacco, e tutti ne applaudirono il contenuto ; ed il suddetto Baldacci disse " quando dimetteranno me ne scriverò una più forte, e dopo messa alla posta partirò per Lucca ". I patriotti in generale dicono che avrà nuovamente luogo la guerra, e che vi sarà sicuramente del cangiamento in qualche individuo dell'attual Governo provvisorio toscano, fondandosi specialmente sul contenuto di una lettera, che dicono pervenuta dal dottore Cioni fiorentino, che si trova qua.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 20 Giugno 1801

La scorsa sera per differenze ignote da certo Giuseppe Tosoroni fu ammenato degli schiaffi, e scappellotti al figlio di Benedetto Franchi oste nel chiasso di S.Orsola, ed accorso il detto Benedetto alla volta del figlio, tanto il Tosoroni che certi Tosi e Gallini gli si messero attorno, lo percossero e gli causarono anche delle ferite nella testa per cui è obbligato a guardare il letto. Il Lucaccini detto il pallonajo ha eretto il gioco nella piazza di S.Caterina del pallone. Diverse persone di garbo hanno reclamato per detto gioco perché porta seco il parlare osceno e bestemmie con scandalo.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 21 Giugno 1801

La scorsa notte i famigli Gaetano Gasparri e Giuseppe Pandolfi hanno mancato al servizio della guardia notturna, ne possano allegare ragione di malattia, o altro poiché iersera erano al guardiolo, allorché vengano annunziati in carta gli individui ai quali tocca il servizio predetto ; che perciò. Gaetano Chiarini Avendo il suddetto famiglio Gaetano Gasparri verbalmente accordato di non aver fatta la guardia fu mortificato con sei ore di carcere. 
 

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Adì 23 Giugno 1801

Nota di pretesi refugiati italiani esistenti in Pisa, e ai Bagni di S. Giuliano Angiolo Lippi romano e la sedicente sua moglie, abita in casa di Giuseppe Baroni ; Vincenzio Fidanza romano e la sedicente sua moglie abita in casa Faustino Giorgi in via Tavoleria ; Angiolucci romano abita nella Cur(i)a di S.Andrea ; Ignazio Speciale di Messina, e la sedicente sua moglie abita ai Bagni di S. Giuliano in casa Giuseppe Guidotti ; Conte Martinengo di Brescia abita ai Bagni di S. Giuliano in casa Luigi Ottaviani ; Giovan Battista Corti dello Stato Papale, abita ai Bagni di S.Giuliano impiegato allo Spedal militare. Si praticano le ulteriori diligenze, onde rilevale se vi sieno altri simili refugiati. 

Gaetano Chiarini 

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Pisa 26 Giugno 1801

Noi infrascritti certifichiamo ed attestiamo per la pure e mera verità, qualmente avendo piena conoscenza della persona del Signor Giuseppe Denham inglese, il medesimo è domiciliato in Toscana da circa dodici anni a questa parte avendo fatta la sua permanenza repartitamente in Livorno, ed in questa città di Pisa in fede di che Io Giuseppe Castinelli affermo quanto sopra mano propria Io detto Giovanni Castinelli affermo quanto sopra mano propria Io Roberto Portese affermo quanto sopra mano propria Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 23 Giugno 1801

Lo scorso giorno si altercarono in piè di ponte Ranieri Barabotti de Bagni da una, e Giovanni Borgeri dall'altra parte, incontratisi posteriormente fuori di questa porta a mare si altercarono nuovamente ; e passati alle scambievoli ammenazioni, il primo ammenò al secondo una coltellata colla quale gli causò una ferita non mortale nel corpo dalla parte sinistra, ed il feritore si diede immediatamente alla fuga. Al fatto predetto si ritrovarono presenti Giuliano Biglieri, N. Giubbilei navicellajo, e il figlio di Luigi Maffei ; che perciò. La scorsa notte da Giuseppe Favati possessore in queste adiacenze è stato fatto rapporto all'uffiziale della Gran Guardia che dai ladri gli veniva rubato delle barrocciate di fieno dalla sua prata ; ed essendo stata spedita una Pattuglia di Cacciatori alla volta indicata dal Favati suddetto ; questa verso le fornaci del Portone ha arrestato certo Domenico Paoli di S.Marco alle Cappelle con un barroccio carico di fieno tirato da un cavallo stornello, che proveniva dalla parte della prata del Favati antedetto ; cui è stato in seguito associato in queste carceri, ed è stato guidato alla Piazza della Granguardia il cavallo col barroccio, e fieno che sopra,

acciò Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 25 Giugno 1801

Verso le ore nove della scorsa sera da un cerusico addetto all'armata francese alloggiato in una casa in questa via S. Martino fu condotta via la giovine nipote del nobile capitano Sammartini ; E come la madre, e Parenti della medesima poterono posteriormente acquistare dei riscontri, che fossero ambedue sortiti dalla Porta fiorentina scrissero opportunamente a persone loro conoscenti in Firenze, onde procurare di recuperare detta giovine.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del S. Custode del Bagno dei forzati di Pisa per l'Illustrissimo Sig. Commissario e Soprintendente al Bagno adì 25 Giugno 1801

Circa lo stato effettivo della ciurma abbiamo la variazione, essendo in questa mattina stati condotti dal Tribunale di Grosseto ; sotto notati individui cioè Ferdinando di Lorenzo Barsotti, di Campiglia di anni 33 circa statura giusta, pelo grigio condotto ha pubblici lavori per anni 5, con sentenza del Tribunale suddetto del dì 10 Maggio 1801 per furto, e presentato alla catena il dì 25 Giugno 1801, e Domenico del fu Giuseppe Franceschi, di Capo di strada nel pistoiese, di anni 67 circa statura giusta, pelo grigio condotto ha ( sic ) pubblici lavori per anni tre ; con sentenza del Tribunale predetto del dì 10 Maggio 1801, e presentato alla catena il dì 25 Giugno 1801 per furto, resta adunque lo stato effettivo della ciurma teste n. 215 sono a' travagli :
alla chiatta forzati.......n. 10

alla pulizia.....................n. 6

all'ospedale....................n. 4

al fieno............................n.10
al sostegno......................n.2

al sago lavo e estra.......n.2
non compresi nel bagno serventi per l'ospedale n. 2
ammalati.....................n.12
Sono in questo infrascritto giorno esistenti nel bagno forzati n. 167
Notifica lo scrivente come suo preciso dovere, ha V.S.Illustrissima come questa mattina in occasione di essere andata ha fare la visita interna nel Bagno, ha trovato il forzato Giovanni Castellini, che partitosi a posta, dalla sua Posta, alla Posta del forzato Tommaso Pacini percotendolo e per quanto è stato allo scrivente possibile di rilevare l'origine di simili procedure, ha trovato avere il Castellini predetto percosso il Pacini, perché questo avevalo sgridato mediante l'aver fatt'egli alcune sporcizie alla posta, e non al luogo comodo.
L'odierno Giardino Scotto di Pisa, che fu dapprima fortezza medicea, poi sede del bagno penale
 

 

Ha trovato lo scrivente, non avere il Castellini verun diritto di percotere altro forzato, oltre l'esser proibiti il transitare da una posta all'altra nel tempo che la ciurma è a dormire; perciò ha fatto porre il Castellini al Puntale per attenderne gli ordini di V. S.Illustrissima che quanto

Dallo scrittoio del Bagno 25 Giugno 1801
obbligato servo Ranieri Cecchi Soprintendente

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 30 Giugno 1801

La scorsa sera certo Antonio Giannessi dopo aver provvisto del pane alla bottega del Gasparri glielo riportò dicendo esser di cattiva qualità. Sebbene ne mancasse qualche porzione, il Gasparri riprese il pane, e gli restituì il denaro, ma avendo esso Giannessi incominciato a maltrattare ed insultare il Gasparri, Ranieri suo figlio ammenò al Giannessi predetto una legnata nella testa, e gli causò la ferita non pericolosa di che nel referto del chirurgo Giuseppe Masani .

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì Primo Luglio 1801

La notte de 29 del perduto Giugno il signor Colonello dei Dragoni fece incaricare lo scrivente di ricercare un giovine francese suo dimestico, e farlo arrestare per averli commesso un furto. Nella scorsa mattina comparve a questo Tribunale un giovine francese, che disse essere Francesco Andrea Pesauviol servitore di un Colonello, che era partito, e che proveniva di Firenze, reclamando contro il garzone del pasticcere Carlo Tosoroni per averli dato un Luigi doppio perché glielo barattasse, e che più non rivedde. Avendo lo scrivente fatta attenzione al suddetto Pesauviol, e riscontrato in esso, che combinavano le qualità personali date dal prefato, signore Colonnello del suo domestico lo fece con strattagemma trattenere in Tribunale, e ne fece il verbale rapporto, dietro il quale ricevé l'ordine di condurlo come fece d'avanti al nominato signore Colonnello, e riconosciuto in esso il suo domestico a cui fatte varie contestazioni convenne che gl'aveva rubati quattro Luigi e non ventuno come è la mancanza e varie altre cose di vestiario e biancheria. Furono fatte in seguito varie ricerche e nella pasticceria del Tosoroni ove vi fu ritrovato qualche capo di roba appartenente al furto, presso il sarto Trinci ove furono reperiti un paro di calzoni di marsiliana bianca, e presso un'avventuriera abitante da S.Luca nella casa della quale non vi fu ritrovato cosa alcuna appartenenza al furto predetto, e soltanto ella disse che avendo il Pesauviol passata la notte de 29 detto con essa gli diede dieci pavoli. Presso di lui non gli fu ritrovato che lire dieci, e poche altre Crazie. Il precitato Pesauviol fu infine fatto passare in carcere segrete per ordine del prefato signore Colonnello. Per quanta diligenza facesse lo scrivente praticare non fu possibile di rinvenire il garzone di detto Tosoroni, che si appropriò il Luigi, che è certo Giovanni Berti fiorentino essendo molto probabile, che dopo ricevuta la moneta d'oro se ne prendesse la fuga da questa città.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 2 Luglio 1801

Vi è notizia, che circa otto mesi fà il mercante Giuseppe Ploner avendo avuto bisogno di £ 1000 per adempiere a un suo impegno, queste gle le procurasse il sacerdote Vincenzio Palamidesi di Calci al tre per cento il mese " che non avendo potuto Ploner restituire il denaro nel tempo fissato ricercasse il Palamidesi per avere un comporto " che questo l'ottenesse colla condizione, che il frutto del tre fosse aumentato al quattro, ferma stante la senseria a lui stesso del mezzo per cento che parendo a Ploner la condizione un pò dura, e saputo avendo che il denaro era del cerusico. Perelli mandasse a pregar lui per il richiesto comporto, che gli fu accordato, e che allora scoprisse, che il frutto non era del tre per cento il mese, ma solamente il due e per la dilazione il due e mezzo invece del quattro, come eragli stato detto dal Palamidesi. Pare che non convenga che un sacerdote si abbia a mischiare in simili affari per percepire la senseria del mezzo per cento da chi dà e riceve il denaro e molto meno alterare il frutto contro la volontà del proprietario del denaro medesimo coll'animo deliberato di appropriarselo che per ciò Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa 2 Luglio 1801

In diversi tempi sono state rubate dagl'altari del Duomo delle sottotovaglia. La mattina del dì 30 Giugno scorso, il sottocampanajo messosi in osservazione sorprese una donna nell'atto, che aveva rubata una simil tovaglia da un'altare, alla quale la ritolse, diede ad essa due scappellotti, e la mando fuori di chiesa. Nel farne il rapporto allo scrivente descrisse le qualità personali e il vestiario della donna predetta, e dietro tal descrizione fu arrestata lo scorso giorno, e posta in carcere certa che disse chiamarsi Elisabetta Diomelli di S. Maria in Monte, e sta quà vagando e facendo anche la mignotta. Per rilevare se la detta Diomelli sia quella stessa di cui ha portato il sottocampanajo " come lo scrivente non ne dubita " fa istanza, che gli sia sottoposta alla ricognizione, e sia egli ricercato quante sotto tovaglie sieno effettivamente state rubate,

acciò Salute e Rispetto Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 3 Luglio 1801

Verso le ore due pomeridiane di questo giorno è stato scoperto al Pettine di ferro del fosso macinante presso la Porta alle Piagge, un cadavere di una donna rivestita di panni ordinari, il quale è stato estratto dall'acqua, e poscia dalla Compagnia della Misericordia è stato trasportato alla stanza mortuaria, dalla visita giudiciale fatta al detto cadavere è stato rilevato della tumefazione, e lividura specialmente nel volto ma non ferite né percosse ; è stato dai periti medici giudicato che il detto cadavere sia restato privo di vita da tre giorni circa a questa parte ; che poteva essere nell'età di circa 28 anni, di giusta statura, e corporatura avvantaggiata. Essendo detti periti passati alla sezione del cadavere medesimo hanno riscontrato nell'utero di essa il feto di sesso femminile, e secondo il loro giudizio di sette in otto mesi. Sebbene il detto cadavere sia stato esposto, e lo sia attualmente alla pubblica vista non è stato fin qui da veruno riconosciuto, ed è perciò, che vi è la probabilità, che detta donna sia delle parti dei Bagni di S.Giuliano, Riprafatta ( sic ), o luoghi circonvicini. Lo scrivente non lascia di praticare le diligenze che convengono per venire in cognizione chi fosse detta donna quando era in vita, e in che modo e maniera ne sia mancata.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 3 Luglio 1801

Il giorno scorso proveniente da Livorno " da dove vien supposto sien stati sfrattati " comparvero in questa città certi che dissero essere Vincenzio Pietraia, Francesco Astolfi, Stefano Tanchi, Tommaso Patorni, Giovanni Petrone e Domenico Coschini tutti romani. I primi tre che sono alloggiati alla locanda della Nave dicono di volersi trattenere qua un mese, nel caso che possino ottenere la licenza del gioco del Trottolino ; il quarto, e il quinto che sono alloggiati alla locanda di S.Luca tengano il gioco detto del Girarrosto ; ed il sesto che è alloggiato alla locanda della Speranza si è protestato di far venir qua una sorella e dei servitori ed erigere un gioco che per ciò Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 13 Luglio 1801

Lo scorso giorno furono arrestati e posti in carcere da una pattuglia dei Cacciatori Amaldio e Ranieri Busoni, Giuseppe e Niccola Scardigli navicellai di Spicchio per le cause di che nel rapporto militare. Lo scorso giorno avendo Benedetto Franchi oste in via S.Orsola e cacciatore, richiesto il pagamento di dieci pavoli, che avanza di vitto a Angiolo Paganucci cacciatore di Livorno, dopo qualche reciproco diverbio per tal interesse, esso Paganucci ammenò una sciabolata nel braccio sinistro al Franchi, e gli causò una ferita non pericolosa. Staccatasi una pattuglia dal corpo di guardia pose in arresto il Paganucci cui fu in seguito tradotto in Casamatta.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 14 Luglio 1801

Lo scorso giorno certo Cipriano Fagandini di Parma di professione calzolaro, che alloggia in casa di Andrea Cecchini pure calzolaro da S.Crestina comprò sedici quattrini di pane da certa Carlotta Incrocci, e in pagamento gli diede una moneta da dieci pavoli a cui diede di resto nove pavoli e otto soldi. Poco dopo la precitata donna si accorse che la moneta era falsa e incumbensò Antonio Scatirzi, che andasse dietro al Fagandini, gli restituisse la moneta e si facesse restituire i nove pavoli e gli otto soldi, conforme fu effettuato nell'osteria della Fontina, ove il Fagandini si era portato. Venuto ciò a notizia dello scrivente fece venire a sé il nominato Fagandini, e alla presenza di Angiolo Rotti e Giovanni Fiaschi ricercatolo opportunamente disse, che la detta moneta l'aveva ricevuta da un soldato francese la scorsa mattina in pagamento di assettatura di un paro stivali a cui fece sei pavoli di resto ; che la moneta, che gl'era stata restituita dallo Scatirzi l'aveva data ad un muratore che va questuando, che conosce soltanto a vista, e che avendogliela poi ricercata gli disse, che l'aveva gettata in un pozzo. Fattolo perquisire in dopo non gli fu ritrovato monete false né buone. Fu mandato gl'esecutori alla casa del Cecchini con i suddetti due testi con ordine di perquisire l'equipaggio di esso Fagandini, ed in una sua giubba dentro una tasca vi fu ritrovata una moneta falsa da dieci pavoli, quale consegnata ad uno dei suddetti testi fu portata allo scrittoio dello scrivente ; e contestata al Fagandini la reperizione della moneta nella tasca della sua giubba, ne convenne e la riconobbe per sua alla presenza dei suddetti testi, ed allora fu involtata in carta bianca e sigillata nelle forme. Ricercatolo opportunamente sulla reperizione della predetta moneta disse di voler parlare su di ciò con lo scrivente non in presenza dei testi, onde licenziati disse, che il giorno de 17 stante tanto la moneta come sopra reperita, come quella che aveva data alla precitata donna l'aveva ricevute da un muratore parmigiano, che abita verso Avane, o Arbavola incaricandolo dell'espensione per cui gli averrebbe dato quattro pavoli ; ma che non sa come si chiami a nome, e cognome detto muratore. Comprendendo bene lo scrivente che detto Fagandini se non è un falsificatore di detta moneta lo è sicuramente espensore lo fece passare in carcere segrete, acciò. Lo scorso giorno da una pattuglia di Cacciatori furono arrestate le mignotte Maria Monbelli della Rocca S. Casciano e Maria Calvani pontremolese, e consegnate in seguito agl'esecutori furono poste in carcere.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 15 Luglio 1801

La scorsa mattina dallo squadra di campagna fu arrestato nel comune di Asciano, in vicinanza del confine lucchese circa un mezzo miglio certo Francesco Giusti di S. Maria del Giudice Stato di Lucca con due bestie vaccine che in contravvenzione agli ordini veglianti aveva estratte da quello Stato, e introdotte in questo per recapitarle a certo Pellegrini di Asciano di commissione di persona a lui non nota a nome, e cognome ma del Comune di Guamo Stato lucchese, contro di cui fu presentata querela per detta introduzione, e dopo essere stato esaminato opportunamente fu fatto passare in carcere. In tale riscontro introdottosi in incognito in questo dallo Stato di Lucca, scoperti gl'esecutori gettò in terra un sacco, e datosi alla fuga gli riescì rientrare in detto Stato di Lucca, giacché i famigli, che si posero ad inseguirlo erano in buona distanza. Il sacco predetto conteneva circa 60 libbre di sale forestiero, quale fu sigillato alla presenza di due testi, e stamane presentato in Corte con comparsa. Lo scorso giorno Anna Pierucci servigiala delle convertite esibì allo scrivente una moneta di dieci pavoli falsa esponendo, che verso le ore ventitre del giorno 13 stante certo Francesco Giusti, che faceva il muratore l'aveva data a suor Florida Casali in pagamento di una libbra di cicalini con aver ritirato 8 pavoli di resto. Avendo lo scrivente medesimo fatto venire a sé il detto Giusti, ricercatolo opportunamente confermò di aver comprato i cicalini, di aver pagato con una moneta da dieci pavoli falsa che riconobbe per sua quella appunto esibita come sopra ; che aveva ricevuto di resto otto pavoli, e che gle aveva data un francese allo spedale incaricandolo di comprare detti cicalini. La moneta fu sigillata nelle forme e fu fatto passare in carcere detto Giusti cui secondo il detto di Cipriano Fagandini detenuto deve esser quello a cui dice di avere nel 13 stante data la moneta falsa, che gli fu ritornata indietro per parte della donna Incrocci.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 16 Luglio 1801

Verso la mezzanotte del 14 stante venendo dai Bagni Pietro Marini aiuto dei Casieri delle porte, entrato in città da Porta a Lucca, dopo pochi momenti ritornato alla porta disse tanto ai soldati, al Carlo Fabbrini a Roberto Meni vicestradiere, e al Gasparri faservizi , che se ivi compariva il giovane Sammartini fosse trattenuto per motivo di un baule di suo fratello. Partito da detta porta dopo data tal commissione di lì a pochi momenti vi ritornò annunziando ai suddetti, che il Sammartini era poco distante che s'inoltrava, e detto ciò si nascose nella gabella. Ivi comparso in un calessino il giovane Sammartini, il Gasparri gli fece sentire, che si trattenesse. allora il Sammartini incominciò a chiamare il Marini, e mostratoseli questi fu ricercato del perché veniva trattenuto a cui il Marini replicò " abbiate pazienza il vostro fratello vi vuol parlare ". In quel mentre comparve certo Ceccatelli e poco dopo il fratello del detto Sammartini, e il Marini, quali rimandarono indietro il Ceccatelli suddetto, e dopo un discorso tenuto tra loro, cioè tra i due fratelli Sammartini, e se ne vennero tutti tre in città. Verso il tocco peraltro dopo la mezzanotte il primo dei suddetti Sammartini sortì da detta porta ; che è quanto Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 17 Luglio 1801

La scorsa sera verso le ore ventiquattro e mezzo fuggì dalla casa del signor Carlo Bettoja la giovine Rosalinda figlia del dottor Giuseppe Puntoni nipote di detto Bettoja unitamente alla serva per nome Elisabetta di Lello di Compito Stato di Lucca. Si crede che detta giovine sia stata sedotta alla fuga da Vincenzio Giudice di Santa Margherita Stato di Genova colla quale aveva relazione, e vi è corso qualche trattato di matrimonio. Lo scrivente in questa mattina ha avuto riscontro, che la detta Puntoni, con la serva, certo Peppino che stava col pollacco, ed un'altro ( sic ) giovine " che deveva essere il Giudice " sortirono per Porta fiorentina in timonella verso le ore ventiquattro e tre quarti, e poco dopo la timonella rientrò in città senza alcuno.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 20 Luglio 1801

Lo scorso giorno in tempo della processione, e nella calca del popolo fu arrestato con disinvoltura certo Andrea Casali del Golfo della Spezia stato dal Governo di Livorno esiliato economicamente da questo Stato per sospetto di furti, ozioso e vagabondo, ed accompagnato ai confini, cui fu posto in carcere. Similmente in tale occasione fu arrestato certo sbarazzino Pietro Andreoli di Santo Pietro per aver rubato una pezzola di tasca al giovinetto Lauri nell'atto che esciva dalla chiesa del Carmine, la quale gli fu trovata in seno dagl'esecutori, e da questi restituita al Lauri, e fu in seguito fatto passare in carcere. In conseguenza degl'ordini del tribunale di Livorno stati comunicati allo scrivente con lettera di quel bargello speditagli per espresso furono arrestati, e posti in carcere i signori Alberto Berretti e Amalia Cecconi di Livorno fuggiti da quella città la scorsa mattina, e portatisi quà sulla lusinga, che Monsignore Arcivescovo ordinasse immediate i loro sponsali. Nella notte scorsa d'ordine è stato il detto Berretti tradotto nelle carceri di Livorno.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 21 Luglio 1801

La scorsa sera verso le ore dieci e mezzo il signore dottore Carlo Barsanti fece sentire allo scrivente esserli fuggita di casa la giovine Veronica sua nipote, e che dubitava che si fosse unita ad un'uffiziale francese. Fu immediatamente mandato l'ordine alle porte onde arrestarla, e ricondurla a casa, qualora si fosse presentata, ma questa ed altre misure prese non sono state valevoli fin qui ad averne veruna traccia. La scorsa sera si presero di parole nell'osteria di Rocco Stagi fuori di Porta a Lucca Domenico Simi lucchese da una e N. Cerri garzone di detto Stagi dall'altra parte, ed avendo voluto il Simi ammenare al Cerri, lo Stagi ripigliando le parti per quest'ultimo gli ammenò una legnata sulla testa e gli causò una ferita non grave. Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 23 Luglio 1801

Lo scorso giorno fu arrestato e posto in carcere Landuccio Bacoccina lucchese stato ai pubblici lavori per anni dieci ai quali fu condannato per furti dal Tribunale di Livorno, e per conseguenza esiliato di poi dallo stato. Costui, che è un famoso ladro fu qui arrestato circa due anni sono all'istanza del governo di Lucca per furti commessi in quello stato, consegnato a quella forza e abilitato da quelle carceri di recente coll'esilio dallo stato medesimo. Similmente la scorsa sera fu arrestato e posto in carcere Giuseppe Manetti di questa città d'ordine, e all'istanza della madre, e per non essere comparso al Tribunale ove era stato citato a comparire. Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 23 Luglio 1801

Lo scorso giorno vi fu del diverbio in piè di ponte tra Valentino Bianchi vetturino di Livorno, e una donna. Il cacciatore Andrea Venturi non in uniforme vi si interessò a favor della donna per cui ebbe luogo il diverbio anche tra loro scambievolmente passando il Bianchi a dire al Venturi, che un soldato del Sepolcro. Esso Venturi partitosi dal luogo andò a rivestirsi della montura, e fece il suo reclamo " si crede all'uffiziale di guardia "di essere stato insultato dal Bianchi. Staccatasi una pattuglia dalla Granguardia a guida del caporale Silvestri si portò per arrestare il Bianchi, che era sempre in piè di ponte, ed essendosi opposto, da detto Silvestri gli furono ammenate due piattonate, e vedendo la resistenza del Bianchi gli ammenò un colpo a pieno da cui causatosi il Bianchi, il Silvestri cadde in terra, e si causò delle contusioni in una coscia ed in una spalla. Finalmente il Bianchi fu dagl'altri Cacciatori arrestato, tradotto in Corpo di Guardia, indi in carcere che è quanto, salute Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 28 Luglio 1801

Il giorno 26 stante fu corso un Palio coi somari ai Bagni di San Giuliano, ed essendo restato vincitore il somaro di certo Centi Lazzeri di San Michele alli Scalzi, dal deputato, e dal Signore Generale Cambis fu ordinato a Giovan Domenico Brondi di darsi il Palio, conforme diede al nominato Centi Lazzeri. Seguito ciò certo Domenico Della Croce del popolo della Mulina, che aveva anch'esso un somaro a correre, pretese male a proposito, che il Palio spettasse a lui, ed è per ciò, che minacciò il nominato Brondi. Poco dopo, nel tempo che detto Brondi riportava due tavole del palco fu circondato da detto Della Croce, da Jacopo suo fratello, e da altri due loro compagni insultandolo nuovamente, e alle semplici parole detteli dal Brondi medesimo, che non aveva colpa alcuna nell'aver dato il palio a Centi Lazzeri, il nominato Domenico Della Croce gli ammenò un colpo di bastone, e gli causò una ferita non pericolosa nella testa ;

che è quanto Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 29 Luglio 1801

Dal mese di Maggio scorso a questa parte circa è venuto ad abitare in questa città certo Antonio Cherici di Lucca, ed ha aperto un piccolo botteghino di faccia alle Loggie di Banchi dalla parte della Dogana, ove vende del pane, ed altre cose di poco momento. Vi è positivo discontro, che detto soggetto per i molti furti commessi in Lucca fu arrestato, processato, e condannato in sette anni di ferri; e come il governo di Lucca al presente i suoi condannati non li può mandare alle galere di Venezia, così il Governo medesimo in piè delle preci umiliabili da detto Cherici referite nel passato mese d'Aprile " permutatasi al supplicante la pena di sette anni di ferri nella quale fu condannato, in anni dieci d'esilio dallo Stato pena la reincidenza in caso d'inosservanza ", che per ciò Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 31 Luglio 1801

La scorsa notte in conformità dell'ordine ricevuto è stato arrestato e posto in carcere segrete Ranieri Tofani del comune di Barbaregina imputato autore dell'omicidio nella persona di Antonio Tognetti la mattina de 19 Aprile prossimo passato

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì Primo Agosto 1801

La scorsa mattina d'ordine fu accompagnato a Corte, sottoposto all'esame e poscia mandato in carcere segrete Giuseppe Martelli del Portone imputato di avere straportato col suo baroccio a Porta a Mare nella notte de 28 a 29 del perduto Luglio dieci sacca di grano attenente al furto in quella notte stato commesso in maggior quantità di detto genere a danno di Caterina Cordelli del Portone, convenendo egli di tal trasporto di fuor di Porta Fiorentina a Porta a Mare, ma non passa al nominativo della persona che dice averglielo consegnato, dicendo non conoscerla. Ieri fu arrestato e posto in carcere a forma dell'ordine ricevuto Gabbriello Marradi del Portone per insulti.Il giorno scorso fu arrestato a Porta Nuova certo Giovan Battista Albani del Golfo della Spezia, privo di recapiti, essendoli stata ritrovata una secchia di rame schiacciata ed un forcato di ferro ; e non avendo dato un plausibile discarico della provenienza dei suddetti generi, e perciò esservi il fondamento di credere, che siano furtivi fu creduto opportuno di farlo passare in carcere. Alla detta Porta furono parimenti arrestati dai Cacciatori alle istanze di un contadino di Barbaregina Firenze Bertelli e Giuseppe Venturi di questa città per aver portato via dal campo del medesimo contadino quantità di pannocchie, di Formentone, come di fatto gli furono ritrovate, ed in seguito furono associati alle carceri. Parimente fu arrestato per la seconda volta nella casa di Francesco Marconi del Portone Landuccio Bacoccina lucchese a cui sotto di 24 del perduto Luglio fu fatto precetto di esilio economico dallo Stato ed accompagnato ai confini colla commissione di sei mesi di carcere, e 25 staffilate non obbedendo. Questi è un famoso ladro, e come tale stato dieci anni ai pubblici lavori come fu parlato nel rapporto del dì 23 Luglio detto. Frequenta del continuo la casa di detto Marconi come la frequentano altri ladri, e tale è reputato anche il Marconi medesimo da tutto quel vicinato ;

e per ciò ...  Gaetano Chiarini
 

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[Supplica 3 Agosto 1802]
Maestà
Al Commissario Regio di Pisa

lì 3 Agosto 1802
Sebastiano Riccomini Comune nella compagnia seconda del Battaglione dei signori Cacciatori volontari di Pisa, il quale ha prestato servizio in qualità di stampatore in dogana circa anni 22 ha servito anni nove circa nella truppa civica sotto il Governo di Pietro Leopoldo, felice memoria, ed ancora nella truppa di banda sotto il Governo di Ferdinando terzo, umilissimo servo, e suddito della Maestà Vostra con il più vivo rispetto le rappresenta: Ritrovarsi una figlia di anni 22 imbecille, priva della madre in uno stato dei più deplorabili, in maniera che la detta figlia del supplicante è incapace a guadagnarsi il vitto, come può rilevare dall'attestato del parroco al quale. Umiliato pertanto al regio trono supplica col più vivo del cuore l'innata bontà, e clemenza della M. V. a volersi degnare d'ammettere la supplicante nel convento militare di Livorno, oppure in S. Bonifazio nella città di Firenze, per non trovarsi al caso disperato, in caso di morte del supplicante, di lasciarla per una strada, che della Grazia

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[Attestato di povertà ed incapacità rilasciato dal Parroco della Chiesa di S. Nicola]
Al nome Illustrissimo di Dio Amen Attestasi da me sottoscritto Parroco della Santa Chiesa Parrochiale dei PP . Agostiniani di S. Nicola di Pisa quale Maria Antonia figlia di Sebastiano Riccomini vedovo è imbecille e quasi priva di senso comune, e come le forze di detto padre sono tenuissime, e per potersi procacciare il vitto, gli conviene far la guardia ora per l'uno ora per l'altro ed essendo anche poveretto in età, e per conseguenza debole di forze per mancanza di vitto, è cosa molto giusta di provvedere alla detta Maria Antonia, per non aversi poi a ritrovare per le strade e per anche provvedere nella miglior maniera alla salute dell'anima e del corpo ed in fede di che Dato alla sopradetta casa questo dì 27 Luglio 1802 Io P. Giuseppe Nicola Landi Agostiniano Curato M. P.

Adì 27 Luglio 1802
 

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[Attestato di incapacità rilasciato da un Medico]
Io Dottor Luigi Amerighi attesto come la suddetta Maria Antonia Riccomini mal costituita di macchina ritrovasi veramente imbecille, e debole negl'organi inservienti, alle facoltà dell'anima, e non può in conto alcuno esser abile a procacciarsi il sostentamento ed in fede M. P.

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 9 Agosto 1802

Maria Antonia figlia di Sebastiano Riccomini è veramente del tutto imbecille, e perciò incapace a procacciarsi il benché minimo sostentamento. Per conseguenza adunque è la medesima totalmente a carico del di lei genitore miserabile ma onesto, che per vivere miseramente gli conviene prestarsi a montare per altri Cacciatori la Guardia sebbene sia in età piuttosto avanzata ;

che è quanto Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del 7 Agosto 1801

Nella scorsa sera circa l'ore undici, e mezzo cinque uffiziali francesi tre dei quali del secondo Reggimento di Cavalleria, essendo a cena nelle donzelle venne loro la brama di bevere del rosolio, e chiestolo al cameriere le fu replicato essere impossibile a quell'ora di trovarlo per esser le botteghe chiuse. Volendo per forza che gle lo trovassero, cominciarono a percuotere gl'inservienti alla locanda medesima, sfoderando le sciabole, per cui convenne ai detti inservienti di nascondersi e chiudersi nelle rispettive loro camere, e che essendo restati padroni del luogo si posero a rompere bicchieri, seggiole, e piatteria causando non lieve danno. Avvertito dagl'inservienti il conduttore della locanda Vincenzo Corti, ha fatto chiamare la pattuglia dei Cacciatori, i quali sono stati dai medesimi incorsi, ritenendo l'uffiziale di Guardia, che di poi l'hanno accompagnato al suo luogo, non senza qualche insulto. Questi stessi uffiziali alle ore due e un quarto dopo la mezzanotte volevano a forza introdursi nella locanda della Speranza, che essendo recusato di aprirsi, tirarono delle sassate nei cristalli delle finestre, rompendone alcune

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 12 Agosto 1801

In questa mattina avanti le ore sei è stato trovato sotto Borgo, e precisamente affisso alla colonna di fronte alla bottega del Torcigliani calzolaio un foglio che dicesi contenere in sostanza quanto appresso : " credete ; credete signori nobili pisani la venuta del nuovo Re d'Etruria dove sono gl'austrorussi ? che Fanno ? Bisogna abbassare il capo, e prenderlo nel culo ". E' stato letto dal Magnano Battaglia, dal Masini macellaro e s'ignora per ora chi l'abbia staccato, ma non si omettono le diligenze per rinvenirlo.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 14 Agosto 1801

La scorsa sera da certo Sebastiano Andreini, previo un piccolo diverbio con Antonio Ancillotti garzone dell'oste Serafini fu scagliato a questi un bicchiere nella faccia per cui venne a riportare una ferita nel ciglio dell'occhio sinistro. Iersera dai Cacciatori della Granguardia fu arrestato un soldato per le cause di che nel rapporto militare. Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 16 Agosto 1801

Si pretende ( secondo il Rapporto di Rocco Silvestri vicecaporale dei Cacciatori ) che certo Pietro Favilla detto Mangiavino di questa città, nella scorsa mattina insultasse il Corpo dei Cacciatori presso la Granguardia, dicendo " Fiaschetti cent'undici ( che ha per significato la cifra di Ferdinando terzo ) vi si è ito a farsi buggerare, è finita coglioni ", che perciò fu arrestato poscia tradotto al Tribunale e posto in carcere, e alle ore una dopo mezzo giorno abilitato d'ordine con un serio avvertimento. Si pretende che la scorsa sera ( secondo l'esame stato fatto dall'uffiziale di Guardia a Giuseppe Brucioni detto Geppetto e Giuseppe Disperati ) essendo detto Favilli sul campo al Canapaio a vedere giocare al Pallone in compagnia di due suoi amici dicesse ad alta voce, che due porchi F di caporali dei Cacciatori volevano ier mattina cavarsi il gusto di bastonarlo, ma che gne ne aveva fatta vedere, che tanto Ferdinando non comandava un cazzo, che se ne inbbuggerava sì di lui che dei Cacciatori, e che sebbene fosse stato in quella mattina graziato per aver sofferto pochi minuti di carcere s'imbuggerava ancora di chi ce lo aveva fatto mettere. Il Favilli per altro dice, che essendo a veder giocare al pallone assieme con certo N. Turi che ha militato, da certo Geppetto macellaro ( che è Giuseppe Brucioni, che si fa teste dell'espressione suddetta ) gli fu picchiata una mano ssopra una spalla dicendole " te l'hanno perdonata stamane ! Se ero io non te la perdonavo " - a cui rispose - "E' chi l'ha da fare ! " che allora detto Geppetto gli diede addosso ammenandoli dei pugni che si riparò con un braccio ; che siccome per l'istigazioni al popolo di detto Geppetto era al punto di essere insultato anche da altri si raccomandò a due Cacciatori che lo scortassero come fecero al palazzo del signor Commissario con cui voleva parlare, ma che dal campo al canapaio fu sempre fischiato. Di fatto i Cacciatori che sono Stefano Rumagliati e Gaspero Franceschi dicono nel loro rapporto, che essendo a vedere giocare al pallone veddero insorgere del tumulto e andare addosso ad un certo mangiavino dal popolo dicendo : " ammazzatelo ", che per ovviare il tumulto avevano creduto bene di levarlo dalle mani del popolo, e che esso gli dimandò di andare sotto la loro scorta dal signor Commissario dallo scrivente è stato fatto l'opportuno rapporto dei fatti predetti colla produzione dei fogli militari, che gli riguardano facendo l'istanza, che sia proceduto alle opportune verificazioni, giacché iersera vi era qualche fermento tra i due partiti nell'atto, che il Favilli veniva come sopra scortato a Palazzo, cui d'ordine e per misura prudenziale fu fatto trattenere in stanza a parte del Tribunale, acciò che perciò Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Capitano di Polizia de 20 Agosto 1801

Trovasi attualmente qui di dimora certo Alessandri Finocchi di Pisa, soggetto troppo cognito per le sue pessime prerogative. Per formarsene una retta idea conviene fare osservare, che nella sua prima gioventù menando una vita dissipata e poco conforme alle intenzioni del Governo, ne fu preso la disposizione di sottoporlo alla disciplina militare per soldato discolo, ove successivamente avendo ottenuta nel 1787. La gita per restituirsi presso i suoi genitori, occorse in questo intervallo una sommossa popolare in questa città fomentata da un male inteso zelo di religione contro alcuni ebrei levantini, ove promiscuatosi il Finocchi con montura a militare pose mano alla sciabola, e con quest'arme che servir doveva a impedire i disordini ne commise egli uno notabile coll'incidere uno di tali infelici, per cui fu condannato in cinque anni di galera che gli convenne subire. Questo gastigo in vece di renderlo più saggio, appena esentato si diede in preda alle rapine, truffe, inganni, per cui fu costretto il Governo di esiliarlo economicamente da questa città e giurisdizione ; ma essendo stato sorpreso da qualche incomodo implorò nel 1796 con istanza di poter ritornare in Pisa per curarsi, che gli fu in effetto concesso. In questo tempo che doveva esser grato all'indulgenza del Governo col comportarsi con una condotta plausibile, investito della sua temerarità prese un giorno a questionare col soldato francese Bartolommeo Cubiliér, che esisteva in questo Spedale, e dopo d'averli tolta la sciabola cominciò a ferirlo in guisa, che per tal procedere, fu processato, inquisito, e condannato in cinqu'anni di confino a Grosseto, di cui tutt'ora è inosservante ; vivendo qua ozioso, e vagabondo abbigliato abusivamente di uniforme con divisa di Sergente spargendo di essere addetto al servizio in Lucca, per palliare con questo mezzo le sue bricconate, non esclusa quella di sospetta espensione di monete falze toscane da paoli dieci. Nel sottoporre il prospetto di questo cattivo arnese è lo scrivente nella persuasiva, che verrà reputato meritevole di qualche provvedimento.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 25 Agosto 1801

La scorsa sera oltre le ore dieci furono condotti in carcere segrete da una pattuglia di Usseri francesi certi Alessandro Lupetti, Bartolommeo Cioccolani di Calci garzoni del fornaio Tantini e Nicola Pecorai uomo di stalla del cappellaio Rosellini. Dalle diligenze praticate sopra l'avvenimento si vuole che sortiti nella scorsa sera circa le ore dieci dal Teatro, e saliti nel loro legno i signori Colonello e capo di Brigata degl'Usseri fossero insultati con sassi in prossimità della Chiesa di S. Sisto ; che giunto il legno di fronte al palazzo del Cavaliere dell'Oste sortisse un'uffiziale, e si portasse a chiamare, come in effetto seguì, gli Usseri che guarnivano il Teatro e girando per la Piazza dei Cavalieri, e strade annesse fermassero, e incorressero le persone che incontravano fra i quali anche certo Rozzalupi orefice, dai quali toccò qualche piattonata ; come pure fu inseguito il cocchiere del Lorenzani, ciò operando per quanto dedussero per ritrovare quello o quelli che avevano proceduto al preteso insulto. Sentiti gl'arrestati che sopra, i primi due dicono che, essendo a passeggiare presso via Fagioli, con a braccetto le loro padrone veddero venire dalla parte del ritiro della Carità un legno di fuga, e che giunto di fronte al Palazzo dell'Oste scendesse dal medesimo un signore vestito in giacchetta d'Anchina, e suo berrettone, e che unitamente al cocchiere gli si facessero d'appresso prendendoli per il petto, ed ammenandogli senza, che ne sapessero il perché, ed indi a poco giungendo alcuni Usseri fossero in mezzo di essi condotti alle carceri : L'altro suppone, che sortito da cena e passato presso il Teatro incontrasse in via L'Arancio il Fiumicelli contemporaneamente al moto, che si davano gli Usseri per ricercare l'autore dell'insulto, e che vedutoli venire dietro sé s'introdusse per schivarli nella Trattoria del Valenti in via L'Arancio unitamente al Fiumicelli ; che dopo essere i medesimi passati sortirono passando sulla Piazza di S. Margherita, ove venne sorpreso da detti Usseri ; ed arrestato, rilasciando il Fiumicelli, ed esso condotto in carcere ; che è quanto, rispetto Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 27 Agosto 1801

Lo scorso giorno dopo avere il dottore Giuliano Giusti di Calci ritrovata, e ricondotta alla casa di questa città la di lui figlia statali condotta via per la seconda volta da certo Antonio N. Francese, che faceva il macellaro, questi avendolo in seguito penetrato si portò presso la casa di detto Giusti al momento, che era per condurla via, e restituirsi a Calci, e incominciò ad altercare col Giusti medesimo a cui diede una legnata sulla testa avendoli causato una ferita. Si frapposero alcuni, che vi eran presenti, non senza ammenare qualche pugno al francese, e potè il Giusti condurre via la detta sua figlia benché con qualche fatica perché attaccatissima al detto francese. Ieri furono arrestati, e posti in carcere Giovanni Barbieri, Luigi Franchi, Pasquale Berti e Ansano Berti tutti di Livorno scappati da quel refugio, ed avendone lo scrivente prevenuto quel Bargello, scrive in questa mane, che il soprintendente di detto refugio ha ordinato che siano tutti tradotti al refugio medesimo conforme saranno mandati.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 17 Settembre 1801

Sussiste, che Giovanni Ranieri Pisanelli di Riglione in questa giurisdizione ha diminuiti notabilmente i traffici della sua fornace di materiali da costruzione, e per conseguenza molte persone, che impiegavano l'opera loro in quei lavori sono restati privi dell'assegnamento, che ritraevano giornalmente dal nominato Pisanelli. La cagione che lo stesso Pisanelli ha diminuiti i suoi traffici del genere suddetto è l'incaglio delle fabbricazioni, la notabile diminuzione del prezzo dei materiali ridotto dalle £ 40 alle £ 20 il migliaio, e il prezzo costante di £ 24 per ogni catasta di legne come pagava quando i materiali erano al suddetto prezzo di £ 40. Sente peraltro lo scrivente che la massima parte delle persone, che erano addette ai travagli di detta fornace s'impieghino al presente in altre opere dalle quali ritragghino qualche sussistenza.

Che è quanto, salute Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 24 Settembre 1801

Jacopo Antoni detto il Nannetti dell'Altopascio non trovasi al presente in questa città, ma alla propria patria. Non è stato possibile di realizzare l'esposto nella sua supplica umiliata a S. M. il Nostro Signore. Vien detto che il nominato Antoni sia stato processato per truffe di bestiami nei Tribunali di Pescia, Fucecchio e S. Miniato, e che al presente sia in stato miserabile. Posto ciò per vero vien luogo di dubitare di falsità dell'esposto, tanto più, che in più della supplica si ristringe a chiedere alla M. S. un sussidio.

Che è quanto, salute Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 25 Settembre 1801

Si vuole che Lunedì scorso salvo il patriota Piazzini facesse ostensibile a Vincenzio Lucchesini, e al figlio di Tommaso Stassi a lui simili una lettera venutali da Firenze, colla quale gli si dasse avviso esser seguito un duello tra i Generali Murat, e Pino, e che il primo restasse ferito mortalmente. L'ex Bargello Niccolò Niccolini ha detto a persona creduta di sua confidenza, che le lettere che riceveva gli davano non buone nuove per i patriotti, e soggiunse, che né per sé, né per i suoi figli non era stato risoluto nulla delle loro suppliche ; che gli mandavano da un giorno all'altro, e che non vi era da sperare ; E finalmente disse, che rispetto a due de suoi figli essendo abilitati nella pittura sarebbero andati fuori di questi paesi, e che averebbero vissuto non ostante. Il Cavaliere Borghi ricevé lettera per mezzo del Celi corriere della Repubblica scrittali da Firenze da Olinto Giusti colla quale gli diceva " Parto per Pistoia non gli dò conto del duello, Certellini si dice essere mandato a Pistoia, e s'ignora la cagione ". Clemente Patriarchi ricevé pure lettera da Firenze colla quale gli si dice, che S. M. colle cameriste di Corte era andata in campagna, ma non si diceva in che villa. Nel transitare che fece di qui per Livorno ai giorni scorsi il dottor Jacopo Nardi, il di lui servitore disse, che i patriotti non avevano da sperare, poiché il Re era dell'istesso sentimento del passato Governo. Ottavio Morandini tornato ultimamente di Firenze si è dimostrato poco contento. Ha detto, che non è vero che il Senator Gianni fosse stato richiamato dal Governo : che le cose andavano male per i patriotti, e che questi in Firenze davano la nuova del suddetto duello. Lorenzo Celi, Giuseppe Niccolini, Bombet, Baldacci, Conti e Pasquini hanno detto che Sigismondo Rossi era incaricato di trovare delle firme di patriotti per fare stampare un liberculo, ( di cui s'ignora il contenuto ) che si suppone opera di Morandini, o di De Coureil, ma che sia stata abbandonata l'impresa atteso esser essi in cattiva veduta. Il soprannominato Lorenzo Celi dice, che si fanno degli accampamenti di truppe, e che Pisa e Livorno resteranno ai francesi, o alla Cisalpina. Questo discorso è girato in bocca di altre persone, tra le quali dice Ranieri Garbocci di aver inteso dire da Giuseppe Bini. Il sopranominato Nardi, che si dice sarà qui in questa sera da Livorno si vuole che unitamente a Gaetano Morosi e Coppi facciano ogni sforzo per ottenere la fornitura di Livorno e di Pisa per le truppe francesi : Il suddivisato Morandini è partito nuovamente per Firenze quest'oggi, e dicesi per far l'ultimo tentativo per ottenere un'impiego. L'Istesso ha fatto Francesco Slop. Essendo ieri il dottor Gagna nel Caffè di Banchi, da Ranieri Zaccagnini, ed altri gli fu dato il mirallegro del rescritto avuto di tornare alla sua condotta di Medico, e fu avvertito a mutar sentimenti, giacché era riescito a lui di ottener quello, che a tant'altri era stato negato. Egli con alterigia rispose, che era democratico per sentimenti, che non era una maschera, che sarà sempre lo stesso di prima, che non poteva mutarsi il cuore, e che così sarebbe stato fino alla morte. Passò inoltre a dire, che ha fatta una memoria a S. M. contro diverse persone che fanno dei contratti di denaro non leciti, e di molte altre cose e terminò " Io ho avuto il coraggio di mandargliela faccia quello che vuole di me ".

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 28 Settembre 1801

Lo scorso giorno dopo le ore due pomeridiane tre soldati francesi colsero nel campo di Simone Giaconi contadino al Ponte della Figuretta tre pezzolate d'uva, di che con tutta la buona maniera furono rimproverati da detto Giaconi, ed essi posero l'uva in terra chiedendo se ne potevano prendere un poco, che gli fu accordato, e se ne partirono. Nel mentre che la moglie di Antonio Giaconi figlio raccattava l'uva predetta e la poneva dentro un canestro, passando Giovanni Michelotti di S. Maria del Giudice Stato di Lucca, dimandato alla medesima cosa era stato di quell'uva, ella gle lo disse. Il Michelotti gle ne chiese una pigna, che gli fu data, e in questo mentre rimproverò la donna perché era stata fatta posare l'uva ai difensori della Patria. La donna soggiunse, che questi difensori, ed altri gle ne avevano colta molta, e che lui non doveva entrare in questi interessi. In questo diverbio il Michelotti trattò di puttana la Giaconi, il che sentito da Antonio di lei marito gl'andiede incontro, e il Michelotti gl'ammenò una legnata in un braccio, ed il Giaconi lo corrispose con altra nella testa. In questo accorse in soccorso del Michelotti, Benedetto Rosini di Guamo Stato pure di Lucca, e dato di mano ad un coltello ammenò un colpo al detto Antonio Giaconi causandoli una ferita nel fianco sinistro, che fu corrisposto dallo stesso Giaconi con due legnate nella testa per cui cadde in terra, e nel cadere si pretende che coll'istesso suo coltello si ferisse in una natica ; il qual coltello essendo poi restato in terra se ne impossessarono i Giaconi, ed il Rosini fu condotto a questo spedale, ed il Michelotti se ne andiede alla volta di casa sua, e nel passare dai Bagni, e contato il fatto accaduto; e venutone in cognizione i soldati ivi stazionati, cinque di essi di Cavalleria si portarono alla casa del Giaconi, ed arrestarono e condussero ai Bagni Ranieri altro figlio di detto Simone, che è Cacciatore. Tanto le offese di Antonio Giaconi, di Giovanni Michelotti, che di Benedetto Rosini come sopra riportate sono state giudicate senza pericolo di vita al presente. Nella scorsa sera sulla Piazzetta di S. Luca in questa città si batterono colla sciabola un soldato francese con un pollacco, e quest'ultimo restò ferito di punta nel petto, e riportò altra ferita tra il petto e l'articolazione di un braccio, cui dalla Compagnia della Misericordia fu tradotto a questo spedale. Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 2 Ottobre 1801

Il dì 28 Settembre scorso Valentino Rozzalupi confidò a persona di aver saputo, che, Tito Manzi aveva detto, che nell'ultima udienza avuta da S. M. finì di rovinarse e i patriotti per aver parlato alla M. S. in un tuono di vero democratico, che fra i tanti discorsi animosi fatti contro i realisti aggiunse, che la M. S. proteggeva gli scellerati e quelli, che tenevano il mal'umore nel popolo, che le di lui espressioni furono tanto forti, che S. M. si sdegnò moltissimo contro di lui, e per conseguenza contro tutti gl'altri a lui simili, che per i patriotti non vi era più da sperare, che per l'avanti la M. S. gli compativa, che a diversi gl'aveva dati dei sussidi, che inclusive alla presenza loro aveva formati dei rescritti, ma che adesso è come sopra sdegnato contro loro, ed i francesi. Si suppone che esso Rozzalupi restasse di ciò informato da Francesco Lorenzi suo cognato altro patriotta, che era in Firenze quando vi era Manzi e che si rimesse qua Domenica scorsa : Lo stesso Rozzalupi raccomandò la segretezza alla persona del racconto predetto dicendole, che in questi momenti convien'esser cauti nel parlare. In detto giorno Giovacchino Baldacci disse alla persona predetta, e a Sigismondo Rossi, che una lettera di un ebreo livornese scrittali da Firenze, e che ricevé Domenica scorsa gli diceva, che essendosi portato il Ministro di Francia al Teatro domandò qual'era il suo palchetto, che non essendogli stato assegnato si portò in quello Reale, e sostituì le sentinelle francesi ai Cacciatori, che poco dopo essendo comparsa la M. S. al Teatro, e sentito che il suo palco era occupato dal Ministro con le sentinelle francesi se ne partisse, e in questo gli fossero scagliate delle sassate. In detto giorno il nominato Sigismondo Rossi disse, che un'altro patriotta aveva parlato più forte a S. M. di quello, che non aveva fatto Ottavio Morandini, e che inclusive questo patriotta, che non nominò aveva detto alla M. S. che se non si fosse levato d'attorno le persone che vi ha, e non avesse bene aperti gl'occhi, si sarebbe trovato una notte o l'altra ammazzato nel proprio letto.Aggiunse che questi accostanti alla M. S. facevano un cattivo carattere ai patriotti, che addosso stillavano la maniera di non farli passare all'udienza, acciò S. M. non sapesse nulla, che il Giunti levava le suppliche ai patriotti medesimi,e gli mandava in dietro, che non pensavano al ben pubblico, che facevano continuare a vendere il pane caro, e gl'altri commestibili, che questo era fatto a malizia per tenere il fermento nello Stato per fare odiare il Re, i patriotti e i francesi quando potrebbero prendere un temperamento. Disse di più, che a Volterra era stato fatto affiggere da persona Autorevole un foglio stampato cui parlava del ritorno di Ferdinando Terzo, che una persona di quel paese aveva portato a Firenze questo stampato fu a forza di raggiro smentito e ordinatoli di non ritornare a Volterra. La mattina de 29 detto Salvo in bottega di Paolo Giamanaggi Corso stivalajo, il sunnominato Giovacchino Baldacci disse, che i francesi facevano fare alla M. S. la figura del Re di picche, che se gl'inglesi sbarcassero egli prenderà il suo fucile per vendicarsi contro i R. F., giacché i francesi gradirebbero d'avere i patriotti in loro difesa. Il dopo pranzo di detto giorno essendo esso Baldacci nella citata bottega, ov'eravi ancora il Cavaliere Borghi, e un giovine Corso, discorrendo degl'affari correnti disse, che non era contento di non esser più Ferdinando Terzo Granduca, e che la Casa d'Austria non torni più a regnare, e che non gl'importava di andare a tirare alzaio da Pisa a Firenze. Questo discorso fu secondato dal citato Cavaliere Borghi. Finalmente disse che i romani e i napoletani stavano peggio di noi dovendo esser governati da un Papa frate porco fottuto. Si vuole, che questi medesimi discorsi gl'abbia anche tenuti coll'altro Rozzalupi pallajo del Biliardo dell'Ussero. Certo Luigi Serra Marsiliese, che fu esiliato dallo Stato come pessimo soggetto, amico del ridetto Sigismondo Rossi disse, che aveva intese delle novità dallo stesso Rossi, ma che lo credeva una spia, e in quanto a sé soggiunse " se il Re non leverà tutti i capi dei Dipartimenti non sarà mai quieto, perché questi son tutti suoi nemici, quali sperano nel ritorno di Ferdinando Terzo, e che di ciò s'avvedrebbe dandosi qualche rovescio ". Le speranze in generale dei patriotti sono affidate alla guerra. E' verissimo che i suddetti discorsi sono stati fatti, ma tra loro patriotti, e per conseguenza difficil ne sarebbe la prova. Se la sostanza in parte, o in tutto sia vera, questo è, che non posso sapere . Le adunanze di costoro seguitano nelle case Vaccà, Castinelli, Manzi, Palmieri, Andrerici, e nelle botteghe Giamanaggi, Peverata, e Mantelassi. Iersera giunse qua il Marchese Brignola di Genova, e sentesi che sia partito di colà a motivo, che il popolo specialmente in vederlo non faceva, che delle acclamazioni per volerlo Doge, e che Cambioso non sia nella generalità niente gradito.

Gaetano Chiarini
 

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Nota dei Capi e soci di tutti i Giuochi Pubblici della città di Pisa fino al presente giorno 16 Ottobre 1801
Celatini, cioè combattenti armati al capo di elmo con celata, del Gioco del Ponte di Pisa

Pietro Susanni detto Beccher di Livorno Luigi Chelli di Livorno Gaspero Attanasio di Pisa don Beppe napoletano Giuseppe Grossi di Livorno Pasquale Paperini di Pisa - Cacciatore Lorenzo Gambini di Pisa Francesco Chiesi di Pisa - Cacciatore Vincenzio Farina napoletano - Cacciatore di quelli che tengano i giuochi per le piazze, e le strada col permesso dei suddetti Giuseppe Banchelli Pasquale Scorni Pietro Galigani Francesco Navarri Giuseppe Borgiani - Cacciatore Luigi Venturelli Santi Ramaldi - Cacciatore tutti di Pisa Domenico Gersini Silvestro Ardinghi tutti pesciatini Francesco Canale di Genova nei caffé del Fuccini, e sotto le Sette Luigi Martinetti, e Antonio Petracchi livornesi In casa di Pietro Sguanci Felice Capra e Giuseppe Cena piemontesi In casa della Masera l'istessa Maria Masera di Pisa In casa Vincenzio Farina vi si tiene il giuoco del Faraone per conto di francesi ( Seguono tre pagine numerate con una descrizione di caratteristiche personali di alcuni personaggi numerati da 1 a 109 di cui mancano però le generalità )
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 16 Ottobre 1801

Domenica scorsa Clemente Patriarchi disse al Garbocci, e ad altre persone di sua confidenza, che il Coppi suo cognato tornato di Firenze, gl'aveva detto, che il Ministro di Francia non aveva peranche presentate a S. M. le sue credenziali, che lo stesso ministro non approvava quello, che era stato fatto dal Governo provvisorio toscano ultimo, cioè d'avere impiegati quelli che erano stati nemici, che Olinto Giusti di questa città si era presentato alla M. S., che avendole fatto presente il suo deplorabile stato, nel compatirlo gli dasse sei rusponi che dopo le disse, che le sue miserie lo costringevano a partire dalla Toscana onde procacciarsi un'impiego, a che la M. S. le rispondesse che non permetteva che i suoi sudditti se ne andassero in altro Stato, e gli promettesse d'impiegarlo. Questo discorso riguardo a Giusti si crede falso, o alterato, mentre Egli vien Mantenuto ( per quel che generalmente si dice ) da questo Cavaliere Borghi essendo figlio di una di lui governante, e non ha mai esercitato verun impiego. Allorché dalle loro gite, che bene espresso fanno a Firenze si rimettono qua il suddetto Coppi, Morandini, et altri patriotti, speranzano adesso gl'altri loro simili dicendole, che la M. S. ascolta volentieri tutti quelli che si presentano in maniera da farli sperare. Le lettere di Domenica scorsa scritte da diversi patriotti di Firenze a questi dicono, che il Senator Gianni è stato ripristinato nel suo grado di Consigliere di Stato, l'Avvocato Bernardi per altro dice, che lo è ad Honore con dodicimila lire annue di appuntamento, e da potere stare ove più gli piace. Siccome le speranze dei patriotti erano rivolte ad una nuova rottura, la nuova della Pace non è stata di loro gradimento.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 16 Ottobre 1801

In questo giorno per motivo del giuoco del Trottolino tenuto in Piazza delle Vettovaglie da Giuseppe Borgiani Cacciatore e Domenico Gensini è seguito del diverbio tra questi, e un soldato pollacco, da cui son passati alle scambievoli ammenazioni. Ritrovandosi in detta Piazza altri pollacchi, hanno ripreso le parti del camerata, e diversi paesani quelle del Bargiani, e Gensini, e l'una e l'altra parte si sono scagliati scambievolmente delle sassate ed altre materie, che loro veniva alle mani in guisa da esser prossimo un tumulto se certo Chiari Cacciatore per liberarsi non si fosse spontaneamente presentato alla Granguardia, cui era interessato nel giuoco, e nel tempo stesso un invigilatore per parte dei francesi. Tutto perciò è subito terminato, ed il comando francese ha fatto porre in arresto i pollacchi, ed ha voluto, che sia liberato il Cacciatore.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 16 Ottobre 1801

Il giorno scorso trasferitosi nel Caffé dell'Ussero un giovine Corso, che si fa addetto all'armata francese, ma che non usa uniforme, chiese un caffé. Nel mentre che gle lo preparavano se ne partì, di lì a poco ritornato chiese nuovamente il caffé. Filippo Saluti uno dei giovani del Caffé nel portarli la sottocoppa colla chicchera fu rimproverato perché precedentemente non gl'era stato portato il caffé quando l'aveva chiesto ; da ciò ebbe luogo uno scambievole diverbio, ed il Corso prese una seggiola e la diede di punta nelle reni al Saluti, e poscia gl'ammenò una legnata. Allora il Saluti gli ammenò due pugni per cui cadde in terra, e fu da diversi sedata la rissa. Successivamente ritornato in bottega voleva sussurrare, e prevenuto di ciò il Signor Comandante di Piazza mandò due Usseri al Caffé, quali condussero al Burò il Corso, cui dopo essere stato sentito fu licenziato. La scorsa sera fu ordinato allo scrivente dal Segretario del Comandante di condurli al Burò il Saluti come fece, ed ordinò a due pollacchi di condurlo alle carceri ; ma in questo essendo comparso il Generale ordinò la sospensione dell'arresto, e che detto Saluti si consegnasse da un Cacciatore allo scrivente colla condizione, che se il Corso non è addetto all'Armata Francese, l'affare fosse rimesso al Tribunale del Governo nel caso, che le parti avessero per ciò reclamato: se è addetto, e non essendo nell'atto della rissa in uniforme sarebbe stato posto in carcere, come vi sarebbe stato posto il Saluti;

che è quanto, salute Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 21 Ottobre 1801

Antonio Puccianti di questa città sensale di vetture, amoreggiando da qualche tempo con Annunziata Cignoni di Portoferrajo vedova di Giuseppe Del Bono genovese serva di Giuseppe Maffei, portatosi nella sera scorsa nella di lei abitazione situata nel chiasso tra via dei Rigattieri, e via l'Acciughe, e quivi appostatala inosservato, nel mentre che apriva l'uscio della sua camera gli si presentò dicendole, che gli voleva parlare due parole, ed avendole risposto, che non voleva sentire suoi discorsi, né saper nulla di lui, egli riprese, che non gridasse, e si quietasse altrimenti l'avrebbe ammazzata, e in così dire tirò fuori dalla tasca dei calzoni un ferro lungo, e spento il lume, che ella aveva in mano incominciò ad ammenarli, la prese per i capelli, e la gettò in terra ; ed avendo gridato aiuto, passando in quel mentre dalla strada due Cacciatori della Granguardia, e Giuseppe Cafaggi pure sensale, questi salito le scale per dare aiuto a chi lo domandava, il Puccianti gli ammenò tre colpi col detto ferro, e gli causò altrettante ferite di punta nella guancia, e tempia sinistra, e nel darsi alla fuga fu arrestato dalla pattuglia dei Cacciatori, ed in seguito tradotto alle carceri. Le ferite riportate dal Cafaggi non sono pericolose, e dopo esserli state medicate allo Spedale ove d'ordine dall'Uffiziale di Guardia fu fatto accompagnare se ne venne, ed andiede a dormire alla Locanda dei Tre Re. La donna predetta non ha che un lungo sgraffio ben cutaneo nel braccio destro, con cui ella dice che si difendeva dalle ammenazioni che per ciò Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 22 Ottobre 1801

La scorsa sera un Ufiziale Pollacco, un sergente, e un soldato si portarono dall'avventuriera Giuseppa Frezza napoletana alloggiata alla Locanda della Speranza. L'Ufiziale voleva che la donna conoscesse carnalmente il soldato, ed avendo questa recusato, dal soldato medesimo alla presenza degl'altri due, e da questi anche animato strappò dall'orecchie della donna le due campanelle d'oro ben grandi, una delle quali gle la portò via, con uno spillone d'oro, ed un fazzoletto da naso, per quanto ella depose, e dopo ciò se ne andarono. La detta donna riportò anche l'offesa dello strappo di tutte e due gl'orecchi ;

che per ciò Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 23 Ottobre 1801

Il Romanzini cacciatore d'animali, il dì 19 stante diede per novità in bottegha di Pietro Lenzi a Lorenzo Ricci, al Cosi tappezziere, et altri, che i tedeschi marciavano in tre colonne verso l'Italia, che una di queste era giunta a Brescia, mentre i Napoletani, e Russi venivano avanti per liberare l'Italia. Un prete Corso dice che Benzi Romano uno dei dodici proibiti di tornare a Roma ; per la protezione del Primo Console Bonaparte non solo aveva ottenuto di ritornarvi, ma l'impiego di Direttore della Posta toscana in Roma. Dice in oltre, che Leopoldo Vaccà col tempo lo vedremo Generale. L'organista Zannetti dice, che Morandini ha ricevuta una lettera da Milano colla quale gli dicono, che Pescia, Pisa e Livorno sarebbero restati alla Cisalpina. Su questo proposito si è aumentata la voce, poiché la sera de 21 stante introdottosi Sigismondo Rossi tutto esultante nel Caffé dell'Ussero in compagnia del Gallini, e Vincenzio Bardelli dicendo ad altri loro simili che fra pochi giorni si sarebbe saputo che Pescia, Pisa, e Livorno sarebbero restati alla Cisalpina ; che lui avrebbe allora fatto dei discorsi contro i Capi di questi Dipartimenti non meno, che dare delle corbellature a diverse persone ; che S. M. si maneggiava fortemente per impedire questo smembramento, al cui oggetto aveva spedito un corriere a Parigi. Detti Gallini, e Bardelli confermarono il detto del Rossi, e aggiunsero per riprova che per la Toscana si recluta fuori che a Pescia, Lucca, Pisa,e Livorno ; che ai Cacciatori di Livorno gl'erano state sospese le Placche, e gl'era stato negato la dimanda fatta a S. M. di avere nel loro Corpo le cariche di Stato maggiore. La sera del dì 21 detto al Teatro Giuseppe Niccolini disse a Vincenzio Lucchesini, che la nuova della linea di demarcazione di Pescia, Pisa,e Livorno era sicura, talmenteché se lui trovava da scommettere cento zecchini lo avrebbe fatto con che per altro non voleva esser nominato. Ieri repeté simil discorso ad altre persone tra le quali Pietro Ferrari detto lo Spagnoletto, e a Del Grande Caporale dei Cacciatori. Lo stesso Lucchesini dietro questo discorso disse, che a Livorno era corso l'ordine che i Cacciatori si levassero le Placche di Sua Maestà, e che vi si poneva Governo Militare. Dice pure aver ricevuto lettera da Milano scrittali dal Morosi colla quale gli dice, che non gli da nuova, ma che tra pochi giorni le sentirà ; E finalmente dice che al più lungo verso la metà di Novembre Murat sarà a Livorno a prenderne possesso per la Cisalpina. A questi discorsi, che non possono essere che nocivi, concorrono dal più, e dal meno tutti i Patriotti.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa de 27 Ottobre 1801

Nello scorso giorno dal Capoposto di Guardia di questi Cacciatori fu consegnato al Caporale Giuseppe Roselli certo Jacopo Matteucci di questa città arrestato dai medesimi, per farsi passare in carcere, come venne eseguito. Nella scorsa sera nella bettola condotta da Giuseppe Maffei posta in via Rigattieri circa le ore 23. vi sono giunti a bere, ed a mangiare due individui addetti ai Carriaggi francesi con una femmina. Dopo di ciò recusavano di pagare anche alcuni vasi di vetro, che avevano rotti. Prevenuta la Pattuglia dei Cacciatori della questione, e chiasso da loro promosso vi è accorsa ponendo in arresto entrambi. Uno di essi è stato abilitato avendo soddisfatto anche per il compagno, restando peraltro questo in arresto di consenso del Comandante fintanto che non avesse rimborsato il camerata, che per esso aveva pagato. Nel condurli alla Guardia la Pattuglia faceva far largo al Popolo, in cui era promiscuato un Pollacco, che non volendo ritirarsi, probabilmente alterato dal vino, ha posto mano alla sciabola in atto di vibrarla contro la pattuglia è stato da questa disarmato, e posto in mezzo, sottraendosi in questo mentre colla fuga, che in seguito, e raggiunto per condurlo alla Gran Guardia è comparso in questo frattempo un uffiziale del suo corpo lo ha repetuto, e seco lui condotto alla volta del Comando della Piazza.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 6 Novembre 1801

Ai giorni scorsi Giuseppe Niccolini passò nelle mani di questo Conisio Modana una commedia da lui composta, che si dice abbia per titolo " Alberto, e Teodoro ", che in sostanza sia una maldicenza del passato Governo, e ne aveva di già dispensate le parti agl'attori ; ma uno di essi avendone rilevata l'importanza, e che mettendola in Siena si sarebbe esso Modana sottoposto per lo meno a qualche reprimenda del Governo allora pensò di passarla sott'occhio dei Revisori quali la disapprovarono. Allora Modana la restituì a Niccolini, cui nell'atto di riceverla disse, anche a sentita del Ceccherini addetto al Teatro " Tra un mese in questa fetta di luogo si reciterà questa, ed altre consimili " volendo significare, che questo Paese sarà incorporato nella Cisalpina, come altre volte ha detto con tutta la costanza. Si >  


Trasferimento interrotto!

stato riabilitato alla cattedra con condizioni a lui, e al Santi non troppo gradite, sia nella determinazione di renunziare. si dice ancora, che Andrea Vaccà suo figlio, e Tito Manzi siano risoluti di abbandonare il suolo toscano ; che quest'ultimo abbia già venduta la casa, e che la di lui madre si ritirì in un convento. Francesco Lorenzi disse lunedì scorso al Giusti, che si dubitava di una Rivoluzione in Parigi, e ciò facevalo maggiormente credere la tardanza dell'ordinario di Francia. Il Patriarchi disse lo stesso, e che in questa guisa le cose cangeranno d'aspetto, ed i Patriotti allora potranno sperare. Il Pardelli disse, che era stato prevenuto da persona sicura di tenere un contegno plausibile, poiché se i Patriotti avessero fatta qualche piccola mancanza sarebbe stata considerata di un maggior peso, che agl'altri, e che S. M. si era riservata d'impiegare quei Patriotti, che in progresso di tempo avessero date delle sicure riprove di una plausibil condotta. Sigismondo Rossi disse pure, che la M. S. col conferire gl'impieghi agl'Aristocratici che gl'erano nemici, si và a far nemici anche i Patriotti.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 6 Novembre 1801

Nella casa accanto alla Chiesa di S. Cecilia vi si apre verso la metà del corrente mese un Teatrino per recitarvi delle Commedie per il corso di sei mesi per quanto dicesi. Gl'attori sono Vincenzio Venturi, Stefano Corti capi, e direttori del medesimo Francesco Agostinelli, Giovanni Angioli, i due fratelli minori Ceccatelli. L'Abate Parrini, Bertoni Taù de Cavalieri etc. ; e l'Agostini è associato si vuole, che alcuni di detti soggetti siano di carattere equivoco, salute Gaetano Chiarini 
 

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Rapporto della Gran Guardia Adì 7 Novembre 1801

Fortunata Ceccatelli ortolana incinta di circa sei mesi passando dalla pedata del ponte di mezzo della città con una paniera d'ortaggio in testa, si è presentato un Pollacco e l'ha dato una spinta, e l'ha gettata là paniera per terra. questo Pollacco antecedentemente aveva fatto qualche altra insolenza di sputare in faccia ad Angiolo Reggioli, e ad'altri, dimandando se le fruttajole erano puttane, e cose simili, un certo Bianchi vetturino ed altri presero la difesa della donna dicendo al Pollacco che quella non era la maniera di agire, ed allora un francese si è unito al Pollacco e principiata un'altercazione. Il sergente Vallini e il Caporale Baldacci, erano già accorsi senza fucile assieme con l'Uffiziale di Guardia infrascritto per sedare il tumulto del Popolo, ma questo andava crescendo con diversi altri Pollacchi e molti altri paesani, essendo accorsi tre Cacciatori armati, hanno principiato questi a farsi fare largo, e vedendo che non volevano intendere gli fu intimato l'arresto, ed il pollacco suddetto fu preso dal Suddetto Caporale per un braccio, ed a forza fu condotto al Corpo di Guardia. Il francese poi quando sentì di dovere andare in arresto si rivoltò ai soldati Cacciatori mettendoli le mani sopra del fucile per volerlo disarmare, facendo a tira tira del fucile, e trovandosi il Cacciatore libero per volersi difendere perché il medesimo insisteva per andarli addosso si suppone che l'abbia tirato, oppure sia caduto nell'atto della zuffa, ed a forza fu condotto alla Gran Guardia ; E tutto questo si è fatto perché il Popolo non si sollevasse maggiormente contro detti soldati francesi,

che è quanto Boscaini Ufficiale di Guardia

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 8 Novembre 1801

Verso le ore cinque della scorsa sera, essendo in pié di ponte in fra altri un individuo addetto ai carriaggi dell'Armata francese si permesse di fare dell'insolenze a diverse persone, e di sputare in faccia specialmente a Angiolo Reggioli, e ricercando se le fruttaiole che vendono in detto luogo erano puttane, e cose simili. Passata in quel mentre dall'indicato luogo l'ortolana Fortunata Ceccatelli con una paniera d'ortaggio in capo, il detto individuo gli si presentò, gli diede appostatamente un'urtone, e gli fece cadere la paniera in terra. Certo Bianchi vetturino, et altri presero le parti della donna dicendo al detto individuo, che quella non era la maniera d'agire allora un francese si unì all'individuo predetto, e principiò una scambievole altercazione, per sedare la quale accorsero l'Uffiziale di Guardia, il Sergente Vallini, e il Caporale Baldacci dei Cacciatori senza fucile ; ma come la questione andava aumentandosi per una parte, e per l'altra, accorsero tre Cacciatori armati, quali fecero far largo, ma non volendo tanto l'individuo, che francese suddetti desistere fu loro intimato l'arresto, quali si messero in resistenza, avendo il francese poste le mani sul fucile di un Cacciatore facendo ogni sforzo per disarmarlo, ma da altro Cacciatore gli fu ammenato col fucile nel capo, ed allora furono condotti ambedue in arresto alla Granguardia, essendo restato detto francese percosso nella testa, salute Gaetano Chiarini

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[Rapporto] 18 Novembre 1801

Gaetano Chiarini umilissimo servo di V. S. Illustrissima col dovuto ossequio le rappresenta, che dopo il ritorno all'esercizio della sua carica di Bargello di questa città seguito il dì 8 Aprile passato prossimo 1801 per ordine allora del Governo Provvisorio Toscano riprese il filo di tutto ciò che riguarda servizio di Giustizia, e com'era dovere, e darsi tutta la premura di prevenire i delitti, scoprire, ed arrestare i delinquenti, rilevare i discorsi tendenti a screditare le misure del Console Bonaparte ; come pure discorsi relativi alla vareazione del passato Governo ordinata e sostenuta dal Signor Generale in capo Murat ; qual sia la condotta di quelli che sono stati impiegati nel soppresso primo Governo, ed in specie se si facciano complotti, e si vantino di Piani immaginati di reazione, e simili conformi di ciò fu incaricato premurosamente dal Signore Presidente del Buon Governo con sua lettera de 14 Aprile detto. Per adempire a queste indispensabili incumbenze, lo scrivente da dett'Epoca a questo giorno 18 Novembre 1801, osservata tutta l'Economia è in disborso per gl'amici, segreti di Trentadue zecchini, ventuno dei quali per il solo amico, che riferisce con tutta sincerità come è noto a V. S. Illustrissima tutto ciò, che riguarda la parte contenuta nella lettera del precitato Signore Presidente, ed il restante somministrati a diversi amici per gl'altri affari di servizio. E' per ciò, che lo scrivente medesimo sottopone alla S. V. Illustrissima la nota che riguarda detta spesa, onde voglia degnarsi di parteciparla al Governo per ottenerne il rimborso, non trovandosi in grado di ulteriormente dilazionarlo, e per potere continuare le spese indispensabili che occorrono per il servizio di Giustizia. Gaetano Chiarini adì 18 Novembre 1801 Nota di spese fatte per il servizio di Giustizia dal Capitano Gaetano Chiarini Bargello di Pisa dal dì 8 Aprile passato prossimo 1801, tempo in cui d'ordine del Governo riprese le redini della sua carica a tutto il dì 18 Novembre corrente. A diversi amici, che da dett'Epoca a questa parte, osservata la più scrupolosa Economia hanno scoperti più e vari delitti, fatti ridurre in forze i delinquenti et altro per zecchini........................................ Zecchini 11.=.=.=

All'amico particolarmente incaricato sotto dì 16 Aprile detto in conformità degl'ordini premurosi di S. E. il Signor Presidente del Buon Governo con sua lettera de 14 detto di vigilare, e rilevare se si facciano discorsi tendenti a screditare le misure del Console Bonaparte ; come pure discorsi relativi alla vareazione del Governo ordinata e sostenuta dal Signor Generale in capo Murat ; qual sia la condotta di quelli,che son stati impiegati nel soppresso primo Governo, ed in specie se si facciano complotti, e si vantino di piani immaginati di reazione, et altri Zecchini..........................................Zecchini 21.=.=.= Somma...........................................Zecchini 32.=.=.=

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa 18 Novembre 1801

Nella scorsa sera circa le ore dieci sortiti dall'Osteria di Domenico Dragoni situata in via l'Arancio certi Ranieri Peri e Giuseppe Balestrucci di questa città, si separavano dietro la Sapienza affine di restituirsi ognuno alle loro case. Il Peri presa la direzione della strada, che porta dietro il Palazzo del Lanfreducci, ove è posta la sua abitazione, si combinò in due individui, vestiti in corta uniforme alla francese, i quali si pretende che urtasse, e questi dato di mano ad un arme bianca gli vibrarono due colpi, pronunziando in tal atto " un Futer ", coi quali gli cagionarono due ferite nel basso ventre costituendolo in stato mortale. Al forte lamento del Peri accorse il Balestrucci, che nel momento aveva lasciato, ed incontrati anch'esso i surriferiti soggetti, che fuggivano uno di questi lo prese per i capelli gettandolo in terra, inarcandoli. L'altro il ferro impugnato; e senza inferirli altre molestie lo lasciarono, proseguendo il loro cammino. Contemporaneamente al fatto come sopra accaduto trovandosi la Squadra di giro di Guardiolo presso la Piazza di S. Niccola, vedde attraversare la medesima di fuga da un soggetto, che accingendosi per inseguirlo fu riconosciuto per un'addetto al servizio Francese, che dirigendosi in tal guisa alla volta dell'Arsenale li cadde di testa un berretto lungo di panno turchino, che raccolto, è stato questa mattina reclamato dal Comandante d'armi, subito che l'ho prevenuto con rapporto del successo, affine di far sopra di esso le osservazioni opportune ; poiché s'argomenta, che l'individuo soprannumerato sia uno di quelli, che hanno commesso il misfatto, e che possino essere addetti al treno di artigliera leggera. Circa mezz'ora di notte passando di via l'Amore certa Elisabetta Papi moglie di Domenico Rossi osservò, che Antonio Galeotti suo Ganzo discorreva con Giuseppe Giusti detto Masini presso l'uscio della propria bottega di legnaiolo. Concepita questa dei sospetti male a proposito, proferì delle ingiurie dirette al Giusti, e quindi trasportata dal suo ardimentoso carattere afferrò e percosse il medesimo con vari pugni, cui essendo munito di un'istrumento perforante gli ammenò con esso due colpi, cagionandoli con questo due varie ferite, una nel labbro inferiore, fino all'estremità del mento, e l'altra nell'ombellicale ; le quali dal chirurgo curante furono giudicate senza pericolo. Nell'atto della rissa passò non molto lungi una Pattuglia di Cacciatori, che richiamata, ed accorsa poser in arresto il suddetto Giusti per stare a disposizione degl'ordini. Intorno le ore nove della sera medesima dalla squadra di Guardiolo fu nel vicolo dietro il Palazzo Prini osservato un soggetto, che all'avvicinarsi di essa si diede alla fuga, che in seguito, raggiunto, e condotto al Guardiolo si annunziò per Antonio Tozzi di Firenze, a cui essendo reperito un'involto contenente una mantiglia di raso nero con fodera di pelo di lupo cerviero, che aveva gettato a terra nel darsi alla fuga, ne impugnò l'esistenza presso di sé nel ricercarlo della provenienza ; e per ciò fu con ordine associato in carcere segrete ; ed in seguito saranno fatti gl'atti opportuni Per il Bargello impedito Onofrio Bonfiglioli Tenente

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 20 Novembre 1801

Si pretende di assicurare da più e diverse persone, che la settimana scorsa il lettore Francesco Vaccà domandasse al Governo la sua dimissione ; che egli, e la moglie si voglia ritirare a Leoli, ed i suoi figli se ne voglino passare altrove. Il ben noto Giovacchino Baldacci dice, che essendo ieri andato alla Posta col noto pure Lorenzo Celi vedesse, che detto Celi ritirò una lettera scrittali dal Ministro Salvatico, colla quale gli dava avviso di aver parlato a S. M. perché l'impiegasse ; che stasse pur di buon'animo, ma che prima voleva stare a vedere, che disposizioni prendeva il Governo ; e che detta lettera avendola Celi fatta vedere all'Avvocato Borghi gl'aveva detto " buona cosa " Francesco Lorenzi dice, che Coppi ha ottenuto l'impiego di Capitano del Porto di Orbetello mediante la protezione del Ministro di Francia. Ottavio Morandini tornato ieri di Firenze dice, che in quella città si parla, che Mozzi sia stato ricercato da S. M. di una nota di patriotti Uffiziali di buona morale, e che saranno impiegati, che Buonarroti si portasse dal Ministro Corsi per raccomandarsi d'impiego, che gli fosse risposto, che erano impiegati, che allora passasse a ringraziarlo, e che fosse accettato il ringraziamento. Finalmente dice che il figlio del Principe S. Felice napoletano Patriotta ha ottenuto un posto di Capitano nella truppa toscana, che per giusta conseguenza le cose prendano buona disposizione per i Patriotti, quali sarranno sicuramente impiegati nel militare, e in progresso nel civile. Vincenzio Bardelli ha detto a qualche persona, che diversi patriotti che si presentarono a Certellini quando fu qua erano da esso atati istruiti di quali mezzi, e Ministri si dovevano volere per ottenere impieghi avendoli fatto di questi il loro distinto carattere.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa de 21 Novembre 1801

Nella scorsa mattina fu arrestato, e con ordine ristretto in carcere segrete certo Gaetano Mochi di Firenze imputato di furto di un lenzuolo a danno di Giovan Battista Morgeni oste dei tre Re di questa città. Come inosservante al precetto dell'Ave Maria dell'Angelus fu nella scorsa sera presso il caffé dell'Ussero arrestato, e con annuenza ristretto in carcere pubblica certo Ranieri Galigani di questa città soprachiamato il figlio del cadetto in tempo che produceva del chiasso presso il caffé dell'Ussero Per Gaetano Chiarini Onofrio Bonfiglioli tenente Quattro giorni scorsi pervenne qua un soggetto che abita in Livorno, che si suppone essere stato Capitano di milizie di S. M. il Re di Sardegna, ed in ultimo al servizio di S. M. Imperiale, e ricercato Luigi Martinotti romano, che tiene il gioco nel caffé del Fuccini, gli commesse con segretezza di rilevare con quali effetti imperiali fossero in Pisa, affidando ad esso tal commissione per non avere qua alcuna relazione, come l'aveva in Livorno ove aveva rilevato tutto relativamente all'oggetto medesimo. Non si sà di questo il nome, né il cognome, ma danno per indicazione, che abitando egli in Venezia di Livorno allorché vi erano i tedeschi, si sparse la falza voce, che vi erano persone, che volevano bruciare Venezia, ed era preparata polvere, e cartuccie per questo effetto, per cui una mattina avendo il supposto Capitano comprato una barrocciata di fascine, e fattele portare a casa, i veneziani concepirono del sospetto, ed inveirono contro l'abitazione di esso, per cui vi accorse alla di lui casa anche i capi della pulizia per l'oggetto di sedare. attualmente non porta alcuna uniforme, ma al cappello, si dice che porti coccarda nera, e bottone giallo.

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Rapporto del Bargello di Pisa de 22 Novembre 1801

Nello scorso giorno oltre le ore tre pomeridiane fu passato in rivista sul prato del Duomo il Corpo pollacco quivi stazionato. Contemporaneamente veniva suonato il doppio delle campane per richiamare il popolo all'Itanie, che da qualche giorno si cantano all'altare di S. Ranieri. Il suono delle campane impediva, che si udisse il Comando diretto ai soldati, sicché dal Comandante, che dirigeva l'evoluzione militare fu commesso, che si desistesse di suonare. Un'uffiziale, e due soldati pollacchi salirono sopra il campanile, e non potendo in altra maniera esprimersi, per mancanza di dialetto toscano, sfoderarono le sciabole facendo l'atto di tagliare le funi, e che in tal guisa inteso a discrizione dal Campanajo Ranieri Bongi fece nell'atto cessare. Il riferito campanajo Bongi ne avvertì nel momento il canonico Morali, che era in Duomo, e questo manifestato il successo a Monsignor Arcivescovo, presso di cui alloggia l'Ispettore del Corpo medesimo, restò convenuto fra entrambi, che in appresso accadendo simili riviste lo rendino noto, affinché se si combinasse qualche funzione possino suonare avanti, e che in questo caso comparendo i soldati nell'atto di suonare è stato dato ordine, che venga nell'istante cessato. Siccome da alcuni fu preteso di magnificare questo, e di alterarlo in specie nella circostanza ; che essendo saliti i pollacchi sul Campanile avevano ferito alcuni di quelli, che suonavano nelle mani colle loro sciabole, perché non volevano desistere, e che alcuni, che stavano ad osservare l'evoluzioni volevano sussurrare, e che per acquietarli vi si fossero interposti il predetto Signor Canonico Morali, ed il signor Da Paulle, e non resultando niente di veridico in questa parte, ha creduto perciò lo scrivente di rappresentare nell'aspetto genuino il successo, nella forma appunto indicata nel primo paragrafo ;

che per ciò

Per il Bargello Impedito Onofrio Bonfiglioli Tenente

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Rapporto del Bargello di Pisa de 22 Novembre 1801

Nello scorso giorno fu arrestato e ristretto in carcere segrete Pietro Martellini di Livorno in conseguenza degl'ordini del Tribunale di Livorno predetto partecipati allo scrivente con lettera di quel Bargello. Nello scorso giorno parimente circa le ore due pomeridiane cessò di vivere quell'Elisabetta Papi moglie di Domenico Rossi di questa città, la quale fu ferita leggermente da Giuseppe Giusti la sera del dì 17 dell'andante nella questione avuta con esso. Essendo andata la sera istessa allo Spedale per curarsi. La mattina del dì 20 sortì da questo circa le ore cinque, e si portò alla casa dell'ostetrica Violante Braschi, stimolata da dolori essendo incinta. Poco dopo diede quivi alla luce un parto immaturo di sesso mascolino che ottenne il Battesimo. Indi gli si manifesto delle affluenti emorragie con febbre, e si vuole, che queste gli abbino cagionato la morte. Questa mattina è stato ritrovato estinto sulla fornace di Lorenzo Gattai del Portone un questuante, che si suppone di Pontremoli, il quale si era posto a dormire presso di essa, e verosimilmente deve esser caduto sopra il suolo dei mattoni, che cocevano dove è perito, avendolo bruciato il naso, un'occhio, un braccio ed una porzione del petto dove giaceva

Per il Bargello Impedito Onofrio Bonfiglioli Tenente

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Rapporto del Bargello di Pisa de 24 Novembre 1801

Nello scorso giorno passando un picchetto di cavalleria francese nella strada, che da porta a mare conduce a Porta Fiorentina fuori delle mura di questa città, raggiunse presso la Croce dei Cappuccini un questuante di nazionalità parmigiana, che per sua disgrazia essendo sorto, non poté scampare al cenno della voce, per cui urtato, e rovesciato a terra riportò delle contusioni, per le quali non potendo muoversi, atteso ancora la sua avanzata età fu condotto allo Spedale dalla Compagnia della Misericordia. Nella scorsa sera alle nove come inosservante al precetto di ritirarsi all'Ave Maria dell'Angelus fu arrestato, e ristretto con ordine in carcere Pubblica quell'Iacopo Matteucci di questa città dedito all'esercizio del Ruffiano.

Per Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 24 Novembre 1801

Essendo stato lo scrivente Bargello della Piazza di Livorno dal 1781 a tutto Ottobre 1799 si rammenta, che i forzati di quel Bagno venivano guardati ai Travagli dalla truppa regolata ; che il custode, e sotto custodi dei forzati, e del Bagno erano paesani, e che vi erano altri otto paesani in qualità di guardiani specialmente per la custodia della notte. Sa che lo stesso sistema si praticava intorno al Bagno, e forzati di Portoferrajo. Sa che in quanto al Bagno di Pisa veniva custodito da certi Laucci e Cecchi custode e sotto custode del Ceto dei Paesani, e da altri paesani in qualità dei guardiani dei forzati, e ciò perché in Pisa non vi era truppa regolata. Per ordine Sovrano ( di cui lo scrivente non si rammenta precisamente l'Epoca, ma che dovrebbe essere verso i 17 anni ) fu tolta a Livorno l'incumbenza ai soldati di guardare ai Travagli i Forzati, e vi furono sostituiti gl'esecutori ; lasciati nel loro impiego i custodi, non meno che gl'otto Guardiani che vi erano. A Portoferrajo fu cambiato soltanto il custode e vi fu sostituito un'esecutore, e la truppa continuò a guardare ai travagli i Forzati. Rispetto al Bagno di Pisa fu cambiato in un'esecutore il custode Laucci, furono levati i Paesani, ad eccezzione di qualcheduno, e sostituiti gl'esecutori per guardare ai travagli i Forzati. Sa finalmente, che dopo la destinazione degl'esecutori all'impiego di Guardiani di Forzati essendo insorte tra loro delle discordie, che inquietavano il Governo, fu presa la risoluzione di levarli dal Bagno di Pisa e di Livorno e di sostituire in quella stessa qualità di Guardiani dei Paesani, e ciò accadde circa due anni dopo che detti esecutori vi erano stati istallati, essendo restati nel Bagno di Pisa, e di Portoferrajo per custodi i due esecutori, che vi furono destinati all'epoca predetta. Lo scrivente non sa poi dare alcuna notizia per qual causa avesse luogo il Motuproprio di S. A. R. del dì Primo Aprile 1794 con il quale tolse ai famigli la custodia del bagno dei forzati di Pisa, e di Portoferrajo

Che è quanto Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 27 Novembre 1801

Il dì 22 cadente Ranieri Garbocci disse aver sentito in quel medesimo giorno nella spezieria Valentini, ( raddotto di patriotti ) che venivano 3.000 cisalpini a prender possesso di Pescia, Pisa, e Livorno. L'ex Bargello Niccolini disse in bottega Campostini Martedì scorso, che il lettore Francesco Vaccà scrisse a Mozzi per la sua dimissione, e che gli fu risposto, che tirasse avanti a leggere, non essendo stati dati ordini da S. M., che gli si facesse un avvertimento, e che era stato un arbitrio della segreteria, disse di più detto Niccolini alle persone esistenti in detta bottega " Vedete : Il Re non dà più udienza, questa non è cosa buona, Il suo Ministro tutte le lettere che riceve, eccettuate quelle delle Corti di Spagna, Francia, e Parma le apre prima di presentarle al Re, e così non gli fanno sapere se non quello gli pare ". Sigismondo Rossi dice, che si vedrà Ottavio Morandini impiegato. Il figlio maggiore di Salvadore Capetti tornato di Firenze ha detto, che Certellini lo indirizzò dal Signor Ministro Corsi per raccomandarsi di un impiego nel militare, e che lo stesso Signor Ministro le disse, che per ora non poteva, ma che stasse sicuro, che lo sarà. Conferito l'Impiego di Correttore in questa Impresa dei Lotti, Rocco Giusti uno dei pretendenti e stato escluso scrisse al suddetto Certellini una lettera di doglianza ; esso Certellini commesse a Gaetano Collodi, che si ritrova a Firenze di scriverli una lettera, che si dice del seguente tenore " Per ordine di Certellini mi sono portato dal Signor Ministro Corsi per il vostro affare. esso mi ha detto, che il capo di quel Dipartimento aveva proposto quello a cui è stato conferito l'Impiego, e che non potevasi scordare, ma che qualcosa vi sarà anche per voi, dite a Certellini, che stasera a veglia mi rammenti come sta quest'affare ". di più esso Collodi gli dice in detta lettera, che Olinto Giusti abbia avuto da Corsi del denaro per ordine di S. M., che 22 Zecchini ebbe Granati, e venti Magini. Finalmente chiude la lettera col dirle, che vada a Firenze, onde ottenere un qualche impiego, e che smonti a casa dello stesso Certellini. Vincenzio Bardelli conta per essere impiegato sulla protezione di detto Certellini cui dice, che ha molta influenza con quelli di Governo. Il dì 25 stante lo scuolare Leporai di Fucecchio Patriotta disse nel Biliardo dell'Ussero a più persone esserli stato scritto da un suo consimile pure di Fucecchio, che l'ex Cancelliere Menicucci di S. Croce aveva ottenuta una Pensione di 30 scudi il mese, e che il Buzzi, e il fratello del Coppi sono stati impiegati nel militare. Il Capo Battaglione Quilici lucchese disse ieri in detto Biliardo, che si voleva dar Lucca al Re d'Etruria, ma che i Lucchesi nobili e ignobili piuttosto, che star sotto un sovrano amavano di restare nello Statu quo, e che il Ministro Lucchesini, con il Re di Prussia faranno tutto il possibile, che quello Stato non soffra cangiamenti.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 30 Novembre 1801

Da più giorni si è introdotto il Giuoco, inclusive del Biribissi nella casa del Signor Cavaliere Mastiani di questa città, nel quale vi sono diversi associati per tenere il Banco, tra quali si vuole l'Ufiziale francese, che vi è alloggiato, ed il Prete Reali si dice esser quello, che tiene il registro della Cassa degl'associati predetti. La moglie di detto Signore Cavaliere si dice, che si dasse tutta la premura di andare a prevenire diverse Persone affinché si compiacessero di concorrere alla conversazione, e al Giuoco, e perciò la ricorrenza non è indifferente anche gli Uffiziali francesi, e Pollacchi. Il Giuoco non è precipitoso, poiché incomincia da una Crazia fino a due pavoli da coricarsi sopra ciaschedun numero. Questo raddotto formato nella guisa predetta essendosi reso pubblico, da per conseguenza luogo a discorrerne pubblicamente in una guisa svantaggiosa a chi lo tiene, non escluso il detto Prete Reali perciò Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dÌ 4 Dicembre 1801

Domenica sera la Banda Pollacca fece diverse sonate Patriottiche nel Caffé dell'Ussero, quali furono plaudite con trasporto da diversi scuolari, non meno che da Vincenzio Bardelli, Girolamo Tempesti, Liborio Stassi, Luigi Adorni, i Giannini, ed altri Patriotti pisani diverse persone morigerate tra le quali i Cavalieri Alliata, Tonini e Sassetti se ne partirono dal detto luogo non potendo soffrire il ributtante contegno di detti soggetti nel precisato riscontro. Vincenzio Pugli disse nel Caffé del Fuccini in presenza di più persone e particolarmente del Cavaliere Borghi, avvocato Bernardi e Prete Pietro Manzi, ( tutti patriotti ) e S. M. partiva di Firenze per Parma a respirare dell'aria nativa per diversi suoi incomodi. Si dice dal Cerusico Miris di Livorno, che trovasi in questa città, che ieri 3 stante i pollacchi tenessero Consiglio di Guerra, e che risolvessero di non voler più seguire, essendoli stato avanti notificato dal Comando francese, che parte sarà dei loro Reggimenti dovevano restare al Servizio della Repubblica Cisalpina e di S. M. il Re d'Etruria, e che perciò siano di cattivo umore dicendo, che i francesi gli avevano promesso di rimetterli alle loro case e non altrimenti. Giuseppe Niccolini ( che parla con tutto il disprezzo di Leonori, Testori, Novi, e altri simili soggetti stati avanzati ) dice, che il Senator Gianni ( ritornato quà Mercoledì sera ) gli ha detto, che non bisogna guardare quello che fanno i nuovi Governi, poiché o bene, o male che facciano non possano durare, tanto più quando fanno male. Parlando anch'egli dalla partenza di S. M. dice, che sarebbe bene, che nell'assenza succedesse qualche inconveniente nei Popoli, o la Guerra tanto più, che torna Ministro in Toscana Windham, che messe in rivoluzione lo Stato per vedere allora se il Re si servisse dei Patriotti o degl'altri per far argine ai disordini ; e finalmente dice che in Firenze vi sarà una guarnigione francese di Cinque Mila uomini.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 9 Dicembre 1801

La scorsa sera verso l'un'ora di notte presentatosi a questa Porta Fiorentina il Prete Filippo di Nasso Curato di S. Ermete sopra un barroccio per sortire di città, richiesto del pagamento del Pedaggio in vece di pagarlo si pose ad insultare tutto il servizio della Porta, ed il Militare dicendo, che il Pedaggio era un Botteghino degl'Inservienti alla Porta medesima. Fu procurato con tutta la buona maniera di farli comprendere, che il pagamento del Pedaggio era un diritto dovuto alla Regia Casa in conformità degl'ordini, ma che invece di persuadersi si rese più insultante, e minaccioso di parole, talmente che il Casiere Pruckmaÿr fu costretto a farlo arrestare, e rilasciare subito, che ebbe dato il nome, e pagato il Pedaggio. In questo mentre si aumentò il Popolo alla detta Porta per sortire, e istruito dal cattivo esempio di detto Prete dava da temere di qualche sommossa secondo l'espressione di cui si serviva, e convenne al Casiere suddetto a scanzo di quell'imminente disordine che prevedeva fare alzare il rastrello, e lasciarlo passar fuori senza pagamento, essendosi in tal riscontro sentito dei fischi del Popolo stesso diretti al servizio della Porta, e al militare ;

che è quanto Gaetano Chiarini

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Rapporto

Illustrissimo Signore, Signor Padrone Colendissimo Il Prete Filippo Nassi Curato di S. Ermete essendosi presentato a questa Porta S. Marco sopra un Barroccio verso l'un'ora di notte, ha preteso di non voler pagare il solito Pedaggio a forma degl'ordini veglianti, insultando tutto il servizio della Porta ed il Militare medesimo di maniera, che, essendosi affollato il Popolo dava da temere anche con ragione di qualche sommossa, che potesse portare delle cattive conseguenze ; E sebbene con tutta la buona maniera si cercasse di persuaderlo, che tali erano gli ordini, egli colla più insultante arroganza, e coi termini anche i più indecenti continuava ad offendere il Servizio talmente, che mi sono trovato obbligato, per riparare in qualche maniera alla mancanza di rispetto al Posto, di farlo arrestare dal Militare, sebbene dopo pochi momenti, assicurandomi del di Lui nome, gli ho permesso di andare alla sua Cura, avendo già il suo contadino pagato il dovuto Diritto del Pedaggio. Questo fatto ha portato la conseguenza, che, se quei pochi, che erano passati dalla Porta prima di Lui pagavano senza la menoma opposizione il restante del Popolo sedotto dal cattivo Esempio del suddetto Curato ha ricusato di più pagare, ed io allora per togliere l'occasione di maggiori sconcerti ho creduto bene lasciarlo passare senza verun Pedaggio. Mi credo di dovere per tanto di rendere intesa di quanto sopra V. S. Illustrissima, acciò si compiaccia di prendere quei provvedimenti che crederà più opportuni per il buon servizio, mentre con tutto il rispetto ho l'onore di protestarmi.

Di V. S. Illustrissima Dalla P.re S. Ill.mo 8 Dicembre 1801

Umilissimo offizio servidore Francesco Pruckmaÿr Cap.

Noi infrascritti siamo stati presenti e testimoni al fatto di là espresso ed in fede Io Carlo Baldini affermo Caporale M. P Io Giuseppe Neri vici Caporale mano propria Io Giuseppe Ciotti affermo quanto in quello si dice e contiene ed in fede mano propria Pisa 9 Dicembre 1801 Io infrascritto mediante il piccolo arresto sofferto dal Prete Filippo Nassi Curato di S. Ermete mi chiamo soddisfatto per quello che riguarda la mia persona, di quanto il medesimo sarebbe tenuto in reparazione del poco rispetto usatomi dal medesimo la sera degli 8 corrente alla Porta S. Marco di questa città, ed in fede Francesco Pruckmaÿr

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 11 Dicembre 1801

Fatte lo scrivente tutte le diligenze opportune in conformità dell'ordine ricevuto non trova esservi in questa città luogo alcuno ove poter collocare i figli Maschio, e Femmina del Forzato Rondoni, neppure a proprie spese dei Parenti per il loro mantenimento, ed educazione ; che per ciò Gaetano Chiarini Illustrissimo Signor, Signor Padrone Colendissimo Ho avuti a me i fratelli di cotesto forzato Francesco Rondoni per obbligarli o a ricevere presso di loro i figli del medesimo, o siccome a provvedere in altra forma alla loro sussistenza, e educazione, e mi hanno in seguito presentata l'annessa rappresentanza, gli mi ho un dovere di compiegarla, ad affetto che V. S. Illustrissima meglio veda la loro disposizione. Io ho avuto luogo di comprendere, che essi per un riguardo alla quiete delle loro famiglie rispettive hanno difficoltà di ricevere detti nipoti presso di loro, ed ho luogo di credere che forse meglio sarebbe anche per detti ragazzi, ché stessero in luogo terso. Giacché detti ragazzi si trovano costì mi occorrerebbe, che V. S. Illustrissima avesse la bontà di commettere a chi crede più opportuno di credere, se vi fosse alcuno, ché si restasse a ritenerli, per il tempo, che detto Rondoni dovrà stare nel Bagno, e per quanto al mese, diversamente prego V. S. Illustrissima di ritornarmi indietro la suddetta rappresentanza, e sarà mia cura di procedere a quella dichiarazione, che secondo le circostanze trovavo convenire alla buona Giustizia dalla quale non posso dipartirmi. In attenzione di che mi dò il vantaggio di confermarvi con la dovuta stima di V. S. Ill.ma S.Miniato 15 Dicembre 1801 Jacopo Apollini Vicario Illustrissimo Signore, Signor Padrone Colendissimo ( rivolto al Maffei ) In replica alla dimanda fattami mi dò l'onore di rendere intesa V. S. Ill.ma, non esservi nel Conservatorio dei poveri Orfanelli di questa città, né posti vacanti non impegnati, né luogo per ricevere un esterno, è forse ancora di quelli, che possino riceversi per circostanze particolari, ma non contemplati dal regolamento del suddetto luogo pio, dal qual Regolamento mi viene più sopra permesso di assegnare dei sussidi piccoli mensuali secondo le forze del patrimonio, e delle rendite in quelli, che non possono, avendo tutti i requisiti necessari, andare nel conservatorio suddetto. Fratanto in asserzione dei pregiatissimi comandamenti passo al più distinto ossequio all'onor di dichiararmi

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[Esposto] 9 Dicembre 1801
D'Avanti V. S. Ill.ma Signore Vicario Regio del Tribunale di S. Miniato
Comp.no Lorenzo, Giuseppe, Luigi Tra di loro fratelli e figli del fu Domenico Rondoni di S . Miniato
Esposizione di fatto

E' con tutto il rispetto narrato che in ordine al richiamo statogli fatto da V. S. Ill.ma, contenente in sostanza, che essi comparenti come zii ex fratre di Giovacchino, Maria Anna figli di Franco Rondoni, che si ritrovano senza madre e senza la vigilanza del padre, per essere questo stato condannato al servizio dei pubblici lavori, e conseguentemente privi affatto di custodia ; avessero essi comparenti invigilato alla custodia di detti loro nipoti con procacciarli un posto a fine di potere essere i medesimi educati, e non vederli vaganti per i paesi e contrade senza mestiere e traffico alcuno. I compadri adunque si trovano in dovere rappresentare a V. S. Ill.ma, come si son dati e si danno ancora tutta la premura di procacciarle un luogo, ove possino essere i medesimi educati, e istruiti in qualche mestiere, ma che fino al presente non è riuscito loro il trovarli cosa alcuna, ma non ostante non mancheranno di ogni premura a fine di poter collocarli ; E qualora si dasse la combinazione, che detti loro Nipoti potessero essere messi sotto qualche direzione, e custodia a fine di apprendere qualche mestiere, di buona voglia i comparenti vi acconsentono, e prestano ogni opportuno e necessario consenso, per essere stata sempre questa la loro volontà, e non altrimenti, e come lo è ancora di presente. Che è quanto rispettosamente rappresentano a V. S. Ill.ma ; Io Giuseppe Rondoni M. P. Io Lorenzo Rondoni non solo in nome mio proprio, quanto ancora di Luigi Rondoni altro mio fratello mano propria Illustrissimo Signore, Signor Padrone Colendissimo Nel ritornare a V. S. Ill.ma il Rapporto qui annesso debbo significarle, che resta pienamente approvato il di Lei parere di limitarsi soltanto, quanto al primo articolo ad invigilare se alcun Paesano frequenti le Adunanze, ed a procurare di rinvenire di quali cose vi si tratti. Rispetto poi all'imprudenza commessa dallo Scolare vien scritto a Monsignor Fabbroni di averlo a sé, e di fargli un calcato avvertimento. Ho l'onore di essere col più distinto ossequio di V. S. Ill.ma

Firenze lì 15 Dicembre 1801

V. Biondi

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 14 Dicembre 1801

Da più giorni, da diversi Uffiziali Francesi, e Pollacchi si è eretta una così detta Loggia di Liberi Muratori nella casa dell'Ebreo Aghib di Livorno situata nella prossimità di questa Chiesa di S. Francesco, Capo della quale si dice Monsieur Chevalier Tenente Comandante d'Artiglieria, che ivi alloggia con altri Uffiziali.  Si pretende che l'apertura di detta Loggia avesse luogo la sera del 6 stante con illuminazione delle stanze destinate all'Unione dei Componenti la medesima, e che in segno d'esultanza fosse alle finestre sparata qualche Arme da fuoco.
Rituale d'iniziazione in una loggia massonica del  XVIII secolo

Vi è un Cerusico Francese addetto alla Truppa, e di cui non è stato fin qui possibile di rilevarne il nome, che procura di reclutar soggetti per la Loggia medesima, e vi sono dei riscontri, che non ha lasciato, né lascia di tentare diversi studenti di ascriversi alla detta Loggia, ma fino ad'ora non si rileva, che alcuno di essi si sia piegato, né altri del Paese ad iscriversi, e facilmente può darsi, che ciò non sia seguito per mancanza in alcuni di denaro, perché si sente, che gl'ammessi devino fare prima uno sborso di sopra lire cento. Nella loro adunanza non si ammette se non gl'Ascritti. La scorsa sera si ritrovava nel Caffé dell'Ussero un Provvisioniere Francese con la sua Moglie ad un tavolino che prendevano il Caffé. Si accostarono al tavolino medesimo diversi studenti squadrando la donna, ed uno di essi che si dice un Rossi di Cortona, o di Castiglion Fiorentino ebbe l'impudenza di dire ai Compagni che quella donna era una Puttana. Sentita dal Marito Francese la predetta espressione sfoderò lo stocco che aveva dando addosso al Rossi, ma la donna presolo per la giubba poté, benché con gran fatica, trattenerlo a segno che detto Rossi, e Compagni ebbero tempo di fuggire. Il bisbiglio posteriore per detto fatto non fu indifferente raggirandosi sull'insolenza della scolaresca.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì Primo Gennaio 1802

Andrea Vaccà tornato da Lucca il giorno di Natale ha detto a diversi, che aveva letta la Costituzione manoscritta ; che aveva parlato molto con Saliceti da cui aveva sentito, che le Repubbliche si potevano contentare, giacché avevano una bell'estensione ; che terminate le sue funzioni in Lucca, sarebbe passato in Toscana per una Commissione, e che per ciò i Patriotti avevano qualcosa da sperare . L'ex-Bargello Niccolini ( che non ha altro da fare ) dice, che il suo figlio Antonio ha mandato a stampare la sua opera fuori di Stato, e che allora sarà più facile farla passare nelle mani di S. M., essendo molto istruttiva per un Governo. Francesco altro suo figlio tornato di Lucca, e parlando di quella Costituzione dice " questa è una delle più belle, a noi ci è andata poco bene, ma ci resta petto e cuore ". Il Cavaliere Borghi in Bottega del Calzolaio Corso, nella quale passa il maggior tempo del giorno disse, che quando aveva preso piede in Lucca la nuova Costituzione contava di stabilirsi colà come cittadino nativo, e che Vaccà, e l'Avvocato Tosi gl'hanno promesso lettere Commendatizie per Saliceti. Luigi Menichelli restituitosi da Firenze a questa sua Patria, che da più mesi ne mancava ha detto al Conte Agostini, e a diversi altri suoi simili, che S. M. anderà a Roma, che la Toscana diventerà dipartimento francese ; che sarà governata da un fratello di Bonaparte, e che in Firenze non ci si vede al presente nel metodo delle cose una stabilità. Lo stesso Agostini in tal riscontro rispose "abbiamo vinto, pochi di noi resteremo in Toscana, e in quanto a me penso di vendere e barattare i miei effetti, e andare a stabilirmi in Lucca ". Finalmente dalla medesima parte dei Patriotti si usa il linguaggio, che adesso potranno parlare più liberi, e che nel caso di qualche sinistro in quattro passi sono a Lucca, ove si proteggono le opinioni.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 7 Gennaio 1802

Poco dopo le ore sette della scorsa sera introdottosi in questa città il Signor Commissario Francese Seneville in compagnia del suo cameriere, occorse di passare Egli dal Ponte di mezzo colla Carrettella tirata da cavalli da freno d'Artiglieria, e guidati da un uomo addetto a tal servizio. Allo scalare del Ponte medesimo, l'uomo indicato che dirigeva il corso dei cavalli non potendo frenarli proseguirono la direzione sulla Piazza del Casino, che per rivolgerli lungo l'Arno per incamminarsi all'abitazione del prefato Signor Commissario, convenne all'uomo accennato di fiancarli presso la Cantonata della Bottega Lottini. In tal contrattempo sboccando dalla Cantonata medesima il Dottor Giovacchino Magagnini unitamente ad Antonio Bargellini d'Empoli, quest'ultimo non poté cansare l'urto dei cavalli che tiravano la Carrettella stessa, e rovesciato a terra gli passò sopra l'imboccatura dello Stomaco una delle ruote, che gli cagionò la lesione dell'intestino Colon, Milza, e Polmone, congiunto per conseguenza un grande stravaso di sangue nella cavità, per cui alle ore undici della sera medesima cessò di vivere. Di tale avvenimento fu fatto l'opportuno rapporto anche al Comandante della Piazza, acciò. Non vi è stato fin qui da rilevare il nome, e cognome dell'uomo, che guidava i cavalli colla Carrettella che per ciò.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 13 Gennaio 1802

L'ulteriori diligenze praticate dallo scrivente relative al Ferimento nella Persona di Francesco Fanfant soldato d'Artigliera Francese di cui fu parlato nel rapporto del dì 10 stante hanno portato a rilevare Che poco dopo le ore otto della sera del dì 8 detto comparve all'Osteria di S. Luca il nominato Fanfant con il suo Camerata ; e manifestò a Giuseppe Casanuova Oste, Giovanni Fiaschi e Giuseppe Cecchi, che era stato ferito da un Paesano col naso piatto, con camiciola rossa, che fa il Giuoco dei Bussolotti, che ha una donna grassa, e che ciò accadde ( secondo la confusa indicazione ) verso la Piazza delle Vettovaglie ; che in tal riscontro fece loro vedere la ferita che aveva riportata, ben'acuta, e creduta da Lui di poco momento; che essendosi il Casanuova suddetto portato nella mattinata del dì 12 stante portato allo Spedale a visitare detto Fanfant, passato a discorrere dell'accadutoli Ferimento gli confermò ciò che detto gl'aveva nella sera predetta del dì 8, cioé che l'aveva ferito quello del Giuoco dei Bussolotti ; Che in detto dì di 12 essendosi portato all'Osteria suddetta il Camerata di detto Fanfant, il nominato Casanuova lo ricercasse sul ferimento del suo compagno Fanfant suggerendoli, che sapendo chi era stato il feritore averebbe fatto bene a manifestarlo perché la Giustizia lo avesse arrestato e che esso Camerata gli replicasse " Chi ha ferito Fanfant non può esser messo Prigione perché fece Duello con uno dei nostri ". Dovendo stare a quello che disse a Fanfant al Casanuova, Fiaschi, e Cecchi sarebbe sembrato allo scrivente che il feritore fosse stato certo Giovanni Spaventi di Siena Giocatore di Bussolotti, che ha il naso piatto, che usa una sottoveste rosa, e che ha per moglie una donna grassa ; ma come Fanfant nel suo esame non ne fece alcuna menzione, si protestò di non conoscere l'offensore, e di nulla pretender da Lui, coll'aggiunta del discorso, che fece il di Lui Camerata al Casanuova, cioé, che aveva fatto Duello con uno de suoi, lo scrivente credé opportuno di presentare nel giorno scorso la sua Querela in questo Tribunale facendo istanza, che fosse nuovamente esaminato Fanfant per avere da Lui a scanso d'equivoci una traccia più positiva dell'Autore preciso del Ferimento, o tale per poterlo rinvenire, acciò. E portatosi il Ministro ad esaminarlo, dopo alcune interrogazioni, e qualche lontana contestazione fattali si protestò, che non sapeva nulla, né di voler più rispondere, conforme non rispose, anzi avanzò qualche proposizione male a proposito contro lo stesso Ministro, con alzarsi dal letto per togliersi dalla sua presenza, onde le convenne ritornarsene al Tribunale senza nulla ottenere da Lui a termini di Giustizia ;

che è quanto Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 16 Gennaio 1802

Nel riscontro fatto lo scorso giorno a Giuseppe Roberti Cacciatore dal Tenente dello scrivente coll'assistenza del Signore aiutante Bini, non gli fu reperita cosa alcuna, che avesse rapporto col furto della Cassetta delle cartucce stata rubata la notte de 13 stante dal magazzino d'Artiglieria, e monizione da Guerra in Cittadella, e soltanto disse che qualche mese scorso comprò da Francesco Ciompi pure Cacciatore, imputato del furto suddetto,diversi mazzi di cariche, tre acciarini da fucile, e una carabina, che gle le vendiede sul Prato di S. Paolo a ripa d'Arno, ed aveva in compagnia un Francese ; che barattò pure col Toracchi sedici libbre di Palle in tanta munizione, le quali conserva tutt'ora.

Gaetano Chiarini

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Rapporto Guardia della Cittadella alla Polveriera Adì 13 Gennaio 1802

Ieri sera alle ore 9 1/2; circa comparve a questa Guardia Il Magazziniere Pollacco, e domandando del Sergente di Guardia lo feci passare sopra. Si presentò, e dimandole cosa voleva, mi rispose che mi pregava ad essere vigilante ai magazzini, giaché nella notte scorsa li era stata portata via una cassetta di cariche, e che aveva trovato alterate le serrature del detto Magazzino ; Essendo di notte li ò ordinato, che venga questa mattina per farmi rilevare tale alterazione, a forma della descrizione fattane, ed à promesso di venire unitamente al suo Ufizziale doppo le ore 8 1/2; Sergente Bottoni di Guardia Francesco Ciompi della Compagnia seconda, che era di Guardia la notte in Cittadella

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 20 Gennaio 1802

La scorsa sera dal caporale della Porta a Lucca fu arrestato nell'atto di sortire di città certo che finalmente disse essere Francesco Landi di Pontelungo Vicariato di Pontremoli desertato nel giorno di ieri da Livorno,ove era soldato nel Reggimento Real Toscano nella Compagnia Ruisti (?), essendo vestito in tutta uniforme, eccettuata la Giubba, che l'aveva dentro un sacco, che portava un suo compagno, che fu reperita, e gli fu fatta porre indosso. Fu in seguito a forma degl'ordini consegnato ad una Pattuglia di Cacciatori, e tradotto in Casamatta al Quartiere di S. Martino, e scritto opportunamente al Bargello di Livorno, onde faccia noto tale arresto al Signor Generale De Lavillette.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa de 20 Gennaio 1802

Prese le debite informazioni da persone imparziali, sul contenuto del rapporto del Tenente Del Rosso Uffiziale di Guardia, ne ha lo scrivente riportato, che oltre il mezzogiorno di questo dì si è presentato a Porta a Mare per transitare da questa città per Porta a Lucca, due Bianti avente una di esse un bambino sulle spalle, alle quali presentatosi la Sentinella le ha intimato di retrocedere, alché le medesime hanno dedotto di volere soltanto passare per andare a Porta a Lucca, e trasferirsi nel Parmigiano loro paese. La Sentinella le ha detto, che potevano passare La Barca, le quali hanno replicato di non aver denaro. Persistendo la Sentinella di non volerle lasciare introdurre, si sono poste a piangere, ed inoltratosi in questo mentre il Caporale della Porta, che aveva intesa la questione, ha detto alla Sentinella, che transitando le medesime per altra Porta poteva lasciarle passare. La Sentinella le ha replicato, che questa era sua ispezione, e che essa badasse al suo mestiere, per cui le ha risposto il Caporale medesimo, che sopra questo oggetto aveva degl'ordini anch'egli, e che per conseguenza presentandosi persone di tal carattere per passo conveniva piuttosto accompagnarle. Di ciò la Sentinella si è mostrata poco soddisfatta, ed ha fatto qualche espressione inclusive di dare il fucile nel Capo, a cui gli è stato replicato, che il fucile nel Capo lo poteva dare ad un contadino, ma non ad'un'esecutore e quindi ha avuto termine il diverbio.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 22 gennaio 1802

Venerdì 15 corrente arrivò in Lucca Leopoldo Vaccà, e la sera stessa giunse quà il Segretario di Saliceti, che immediatamente ricercò di Andrea Vaccà con cui andiede a vedere diversi Palazzi per prenderne uno a pigione per un mese per servizio di detto Saliceti, e si dice esser stato fissato quello di Casa Battaglia. Dopo di ciò il detto Segretario passò all'abitazione della Contessa Ceva, e vi si trattenne per qualche tempo. Nella Domenica i detti Segretario, e Andrea VaccàAndrea Vaccà Berlinghieri

si trasferirono a Lucca, ed al ritorno che fece lo stesso Vaccà disse che i Lucchesi contrastano il posto di generale a Leopoldo suo Fratello, e che perciò hanno spedito a Parigi ; Che ai primi dell'entrante settimana sarà quà Saliceti, e il detto Leopoldo per passare in seguito unitamente a Firenze, avendo esso Saliceti una commissione segreta da eseguire. Il figlio del Moretti Cassiere dice aver sentito dire dal Dottore Menici che Saliceti debba andare a Firenze per una Commissione vantaggiosa ai Patriotti, e per dare la Costituzione al Re, e che anche il Torti di Ripafratta dicesse Martedì scorso, che Saliceti, e Vaccà hanno una Commissione particolare per la Toscana. Il Cavalier Perera, ed il Cavalier Borghi essendo in bottega Mercoledì scorso del calzolaio Corso discorrendo degli affari correnti disse il primo al secondo che la nomina dei Patriotti all'Impieghi era stata fatta con troppa passione, ma che per altro quelli restati impiegati si eran portati fin qui plausibilmente : Che in quanto ai Cavalieri dimessi era di loro vantaggio, che la risoluzione andasse a lungo, e non ne facessero premura ; E che rispetto poi alla considerazione in generale dei Patriotti disse lo stesso Perera che discorso facendo nella conversazione di Gianni, Vaccà, et altri considerando l'un per cento fra la popolazione da levarsi, i Patriotti erano un numero così debole che non incuteva timore ad un Sovrano che era della stessa stirpe degl'altri, e che perciò ne sarebbero restati Impiegati uno ogni mille. Ieri Francesco Ricci di Lucca Fratello del Capo Battaglione Lucchese essendo quà disse, che era verissimo, che i Lucchesi contrastano a Vaccà il Posto di Generale. Disse inoltre che la loro repubblica sarà ingrandita per la parte della Val di Nievole. Dice Francesco Slop che Bonaparte fa stima grande dell'Amicizia di S. M. C., e che gl'interessi dei Patriotti non anderanno bene, poiché il Ministro di Francia alla Corte di Toscana non ha potuto ottener'altro che sia impiegato il Coppi. La Loggia Framassonica, di cui è stato parlato in altri Rapporti manca quasi affatto della sua adunanza nel luogo fissato, e quei pochi restati, ed ascritti si dice che si adunino in conversazione nella Casa Baltiani in via S. Martino. Ieri sera arrivò quà Milord Hamilthon, ed andiede a smontare al Palazzo della Mastiani, volendosi che passerà con essa quanto prima in Firenze.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 22 Gennaio 1802

L'appalto del Giuoco del Faraone, et altri, che era stato dato per Tredici zecchini il giorno all'Ebreo Sazias Francese come fu parlato in altro rapporto gli è stato levato, ed è stato nuovamente dato a Luigi Chelli e compagni. Si dice alle stesse condizioni che lo aveva ottenuto il nominato Sazias. Per tre sere non vi sono stati Giuochi perché sospesi d'ordine del Comandante di Piazza, ma in questa Sera sono stati ripresi. Il nominato Sazias come esiliato dalla Toscana ha avuto l'intimazione di partire dalla medesima.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 3 Febbraio 1802

La scorsa sera si presentarono alla Porta dell'abitazione di Giuseppe Bombet, ove si faceva una veglia di Ballo, Olinto Giusti, due Ufiziali Pollacchi, e qualche altra Persona in loro Compagnia, e volendo entrare furono dalla sentinella dei cacciatori ricercati se avevano il biglietto per l'entratura. I Pollacchi non sapendo altro dei Biglietti, e supponendo, che si vendessero come al Teatro gli richiesero con questa condizione alla Sentinella, ma questa rispose sempre con maniere improprie, e con voce alta, cui dai due Pollacchi le fu detto, che parlasse con moderazione, ed erano al punto di darle addosso se non venivano dal Giusti, e Compagni dissuasi a non farlo, nel quel mentre pensarono di far chiamare per mezzo di Giovanni Collanini il padrone della Casa, cui comparso col Caporale dei Cacciatori permisero ai Pollacchi, che passassero conforme passarono, ma il suddetto Cacciatore nel tempo che salivano la scala gli si sfilò dietro minacciando il Giusti suddetto con il fucile puntato trattandolo nel tempo stesso di Baron Fottuto, e simili, dicendole che lo conosceva e che gle l'averebbe pagata. di questo suo implausibil contegno fu ripreso dal caporale, e da altri suoi compagni. Per quanto gl'Ufiziali e Compagni fossero pregati dal Padrone di Casa, e da altri a trattenersi alla Veglia, dopo poco tempo se ne partirono. Lo scrivente sa che di questo fatto ne è stato fatto rapporto al Militare Francese.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 12 Febbraio 1802

Domenica mattina al caffé dell'Ussero dal figlio del Sarto Vannucci fu messa in ridicolo la Processione da farsi in occasione dell'ingresso, e della partenza delle Ceneri di Pio Sesto, dicendo pubblicamente che se avesse dovuto dispor Lui le cose in tal circostanza le avrebbe messe sopra di un asino. I Patriotti in generale, e Luigi Menichelli, detto Vannucci, il Venturini, e Lorenzo Celi in particolare hanno parlato col massimo disprezzo della Funzione stata fatta alle suddette Ceneri, e del soggetto a cui appartengono. L'ex Capitano Niccolini dice che Saliceti abbia confidato a qualche Patriotta che questo ceto si comporti bene, che le cose non gli anderanno sinistramente quant'altri si figurano, poiché se prima i Francesi avevano un'occhio sopra l'Italia, adesso ve gl'hanno tutti e due, ed una mano. Francesco suo figlio dice che i Cacciatori non hanno interpretato bene il significato delle Lettere che hanno nel loro Gaschetto, poiché essi credono che spieghino " Lodovico Primo " e significhino in sostanza " Libertà Italiana ". Giuseppe Niccolini altro figlio dice che si sa con dispaccio che la Repubblica Italiana resterà per adesso nei suoi confini, e i Principati d'Italia non soffriranno verun cangiamento fino allo scioglimento del Congresso d'Amiens, ma che il Re d'Etruria passerà a Napoli, e che la Toscana sarà parte della Repubblica Italiana. Il suddetto Lorenzo Celi dice, che è stato ammazzato un Corriere suo amico nell'ultimo viaggio che faceva da Lione a Lucca, che lo abbiano ammazzato i soldati tedeschi e gli abbiano levato il dispaccio che portava. Il Conte Agostini, Silvestro Menichelli, Ranieri Garbocci, e Dottor Menici parlano di nuova Guerra a motivo che i due Imperatori non vogliano in verun conto che l'Indennizazzioni devino farsi con gl'Elettorati Ecclesiastici, e che il Re di Prussia di concerto con la Francia insista per detta indennizazzione con gli Stati di detti Elettori. Pezzella di Porto Ferrajo che fu quà due giorni sono disse, che in questa settimana i Francesi entrerebbero in Porto Ferrajo. Saliceti Martedì si portò a Livorno, e si rimesse il giorno susseguente, oggi è passato a Lucca. Martedì, o Mercoledì sera prossima sarà data una Festa di Ballo nella sala Mecherini, chi dice a spese di Saliceti, e chi d'Ufiziali Francesi, chi di questa Comunità. La bottega del libraio Antonio Peverata è del continuo piena di Partitanti ove si fanno dei continui discorsi sugl'affari correnti. Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 15 Febbraio 1802

La scorsa sera essendo al Teatro un Moro all'attual servizio di Milord Hamilthon, vestito quasi consimile all'Uniforme degl'Artiglieri Pollacchi, con berretto simile in Testa, da un Ufiziale Pollacco, di cui detto Moro ai giorni addietro era servitore gli fu levato di capo il Berretto, e calpestato, e poscia per un soldato Francese distaccato al Teatro lo fece porre fuori del medesimo, con ordine di non lasciarlo più rientrare. Il Moro si presentò di nuovo al rastrello del Teatro con cappello tondo in Testa per entrare, ma gli fu negato l'Ingresso come aveva ordinato l'Ufiziale. Si sente che Milord Hamilthon ha fatto il suo reclamo al Comandante della Piazza del procedere dell'Ufiziale predetto, che è quanto Gaetano Chiarini Illustrissimo Signore, Signor Padrone Colendissimo Nel ritornare a V. S. Illustrissima il Rapporto qui annesso debbo incaricarla di Commissione del Regio Consiglio di avere a sé separatamente l'Autore dello scandaloso discorso sulle ceneri di Pio Sesto, come pure il figlio dell'ex Capitano Niccolini che ebbe l'impudenza di dare una delittuosa spiegazione alla cifra del caschetto dei nostri soldati, e senza entrare nella individualità delle espressioni da essi pronunziate, ammonirli seriamente e farli sentire la necessità di mutar tema nei loro discorsi, e di variar contegno, altrimenti si esporranno a delle severe misure, che verranno prese irremissibilmente contro di essi. Si compiacerà di render conto del resultato, mentre pieno di rispetto sono Firenze lì 13 Febbraio 1802 V. G. Mozzi

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Rapporto Gran Guardia Adì 3 Febbraio 1802

Circa alle ore due doppo mezza notte avendo distaccato una Pattuglia di questa Gran Guardia composta del Caporale Gaetano Pardelli, Mannucci, Anselmi, Mariotti, e Attanasio ed al principio del Borgo a incontrato la Guardia d'un sol famiglio con la sua lanterna accesa ove a risposto la Pattuglia nelle regole, e proseguendo la Pattuglia il suo cammino a trovato in fondo Borgo della gente sdraiato a Canto la Bottega del Mei pizzicagnolo, a domandato chi va là ove anno risposto, La Guardia, dicendo andate a fare il vostro dovere, ed a tal risposta, il Caporale della Pattuglia avendoli richiesto dove avevano il lume distintivo della Guardia a dato la suddetta Guardia la presente risposta, ché volete un paro di Co..ni il Caporale della Pattuglia a tali parole glià intimato l'arresto. La Guardia dei famigli era composta da seguenti Serrafini, Ferrini, Baldacci, Ciuti e Cademartori, e mentre gli portavano in arresto il Ciuti a detto questa parole, un giorno ò l'altro cià da seguire qualche cosa, e tanto che bolle, e sempre con atti minaccianti son giunti al Corpo di Guardia, eccettuato che uno, che e scappato, e il Caporale della Pattuglia avendomi fatto il presente Rapporto, sono andato in Corpo di Guardia per esaminare il fatto ove il detto Ciuti alla mia presenza a detto al Comune Giuseppe Mariotti scuotendo il capo, un giorno ò l'altro persistendo sempre a minacciare ove gliò licenziati, e mandati a fare il loro dovere ; Onde prego V. S. Illustrissima a prendere qualche riparo a scanso d'ogni inconveniente, che potrebbe nascere. dai Rapporti non abbiamo nulla di nuovo Michelazzi detto Tenente di Guardia

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 3 Febbraio 1802

Verso le ore due di questa mattina comparso il Caporale dei Famigli Serafino Ferrini a lanterna chiusa Giuseppe Ciuti, e Pietro Cademartori, che erano di guardia sulla cantonata del Matraini quasi in fondo Borgo, dalla Pattuglia dei Cacciatori gli è stato detto per tre volte " Chi va là ? " e per altrettante gli è stato risposto " La Guardia ". Il Capo Pattuglia, o altro dei componenti la medesima ha soggiunto " La Guardia ha la Lanterna " ed il Ferrini ha ripreso " La ho la lanterna, e non sono obbligato di farla vedere a veruno ". A questa risposta il Capo Pattuglia ha ordinato l'arresto degl'esecutori colla minaccia di darle il fucile sulla testa, e di fatto è stato eseguito l'arresto con essere stati i tre esecutori tradotti nel Corpo di Guardia, ed avendo il Caporale fatte le sue proteste per l'arbitrario proceder della Pattuglia, e di ciò che poteva accadere per mancanza di vigilanza per la città per quell'ora che gli restava da far la Guardia, l'Ufiziale dopo un quarto d'ora circa gli ha fatti rilasciare dall'arresto. In questa mattina poi la Guardia dei Cacciatori ha ripiena tutta la città col maggiore entusiasmo di aver messo in arresto i Famigli. Lo scrivente non entrerà in altri dettagli lusingandosi che sarà preso un provvedimento per il già operato, e perché nel tratto successivo non seguino simili sconcerti, che potrebbero portare a delle serie conseguenze.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 22 Febbraio 1802

Con mio rapporto de 14 Dicembre passato prossimo 1801 esposi a V. S. Illustrissima di essere stato informato, che da diversi Ufiziali Francesi, e Pollacchi si era eretta una così detta Loggia di Liberi Muratori nella casa dell'Ebreo Aghib di Livorno situata nella prossimità della Chiesa di S. Francesco, che Capo di essa si pretendeva Monsieur Chevalier Tenente Comandante d'Artiglieria, con quel di più, che dicevo in detto mio rapporto, e nell'altro de 18 detto, non avendo omesso di notare tutte le circostanze contenute in detti due rapporti in quello settimanale diretto al Signore Presidente del Buon Governo a forma degl'ordini, ed istruzioni veglianti. Devo adesso aggiungere, che la detta Loggia è stata dai componenti traslata dalla precitata Casa d'Aghib nei quartieri della Dispensa Vecchia, e per ora non mi è riescito di farci penetrare veruna persona quantunque abbia fatte delle offerte, giacché due sere, che vi è stata Cena, neppure in tempo della medesima sono penetrati i servitori degl'Ufiziali, i quali hanno dovuto mettere tutto in tavola, e poi son partiti. Umilissimo Devotissimo Obbligato Servitore di V.S. Illustrissima

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 22 Febbraio 1802

Appena la scorsa sera ricevuto lo scrivente l'avviso, che da Luigi Rovini di Pisa era stato presso la chiesa di S. Giuseppe con colpo di coltello privato di vita il Caporale dei Cacciatori Ulivo Menichini, e che trovavasi arrestato a Porta a Lucca, mandò il Caporale di Campagna Agostino Ciuti e famigli compagni per ricevere detto delinquente, e tradurlo alle Carceri. Ivi giunta la Squadra fu dal signore Ufiziale Luigi d'Abramo introdotta nel Corpo di Guardia dei Cacciatori, e gli fu detto, che ivi si trattenesse per aspettare gl'ordini dell'Ufiziale di Guardia per sentire se doveva consegnarsi e fu il Caporale di detto Signore d'Abramo incumbensato di far perquisire in dopo il Rovini per riscontrare se avesse il coltello, con cui aveva commesso l'omicidio conforme fu eseguito, ma ma non li fu ritrovato armi di alcuna sorte. Di lì a non molto Sebastiano Brandini capoposto a Porta a Lucca incominciò con le seguenti espressioni " Fuori Per Dio Sagrato, qui non ci entra sbirri, fuori, fuori altrimenti vi straccio i calli " Il Caporale Ciuti rispose " Adagio a dare " nel mentre che detto Brandini col calcio del fucile lo batteva in terra presso i piedi degl'esecutori, ed avendo veduto il Signore Capitano Mazza le disse, che il minacciare di dare non stava bene, e ciò perché facesse contenere nei suoi doveri il capoposto, ed egli replicò " altro è il minacciare, altro è il dare, andate fuori " e gl'esecutori se ne vennero : Questa invettiva male a proposito, e che non è coerente sicuramente agl'ordini veglianti concernenti la buona armonia per il servizio pubblico e di Giustizia, che deve passare tra gl'esecutori e il militare fu fatta alla presenza di dimolto popolo. Il detto Brandini è quel medesimo, che era Capopattuglia. La notte de due corrente allorché si permesse di condurre in arresto alla Granguardia la Squadra degl'esecutori che era di Guardia ; però l'arrestato Rovini fu in seguito da una Pattuglia tradotto alle carceri, e lo scrivente ricevé di poi dal Signore Ufiziale di Guardia una sottana di seta a liste di diversi colori, ed altra bianca, colle quali era mascherato detto Rovini, nelle quali alla presenza di due testimoni nelle quali furono riscontrati dei segni di sangue, come pure la maschera, ed un cappellino di paglia bianco, ed una pezzola a righe scure e gialle, che il tutto fu sigillato per presentarsi in Corte, acciò.

Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 24 Febbraio 1802

Non è a notizia che Giuseppe Coradi abbia dato sospetti d'infedeltà nel servizio ; E' ben vero, che egli è un poco negligente, demerito, che non sembra sufficiente a toglierli un avanzamento, che ha meritato per la sua anzianità, potendosi credere, che sarà più attento allorquando averà un maggior guadagno. Riccardo Rosini è giovine attivo, né ha dato mai luogo di ridire su la sua condotta e fedeltà. Siro Ceccherelli sembra poco abile per la sua età e piccola statura, non essendovi peraltro nulla da rimproverarli per il servizio. Angiolo Ciuti è assai più attivo del suddetto Ceccherelli, ed è ancora più bisognoso essendo privo di genitori, e sopra la di lui condotta non vi è da ridire cosa alcuna. Gaetano Ceragioli soffrì esso realmente una Processura ne la sostenne per il fratello, ma come da questa non resultò dolo alcuno contro di lui pare che abbia il diritto di chiedere avanzamento, tanto più che è il quarto individuo degl'anziani, subordinato ed attento. Massimo Fabbrini è il meno anziano dei suddetti, ma è attivo ; né fin qui ha dato che ridire del servizio e condotta. Che è quanto, salute. Gaetano Chiarini

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[Nota spese di Giustizia] 24 Febbraio 1802

Illustrissimo Signor Commissario Gaetano Chiarini Bargello di Pisa Umilissimo servo di V. S. Illustrissima devotamente le rappresenta, che dal dì 18 Novembre prossimo passato 1801 a tutto il dì 28 dello scaduto Febbraio 1802, per il servizio di giustizia si trova in disborso della somma contenuta nell'ingiunta nota ; che perciò supplica la bonta di V. S. Illustrissima a volersi degnare di partecipare un tal disborso al Governo, onde ne possa l'oratore essere reintegrato, non trovandosi in grado senza un tal mezzo di supplire alle spese future per il servizio medesimo in ogni tempo resisi indispensabili, ma specialmente in questi momenti, che i delitti si sono notabilmente ovunque aumentati, che però…
Gaetano Chiarini

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[Nota spese di Giustizia] A  dì Primo Marzo 1802

Nota di spese fatte "con tutti i riguardi di Economia " per il servizio di Giustizia dal Capitano Gaetano Chiarini Bargello di Pisa dal dì 18 Novembre passato prossimo 1801 a tutto il 28 Febbraio 1802. A più e diversi amici impiegati tanto per la città, che in Campagna, che da dett'epoca a questa parte hanno scoperti più, e vari delitti, fatti ridurre in forze i delinquenti et altro, come è noto al Tribunale..................................................................................... £ 137 : 13 : 4----

All'amico particolarmente incaricato di vigilare per rilevare se si facciano discorsi sediziosi, complotti, adunanze, e tutt'altro, che riguardi il perturbamento della pubblica quiete, come viene premurosamente ingiunto con circolare del Sig. Presidente del Buon Governo de 16 Aprile 1801 e di che si rende conto in rapporto separato, convenuto con esso a £ 40  il mese..............................................................................................£ 133 : 6 : 8-----
somma .........................................................................................£ 291

(la nota spese viene sottoscritta dal Commissario)
Cavalier Gherardo Maffei Commissario
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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 22 Febbraio 1802

Sabato mattina essendo a cavallo nel Lungarno il Conte Ciflenga Piemontese, il cavallo stesso posto il piede in una pozzanghera, gli schizzi che fece andiedero in parte a posarsi sulle calze di un Ufiziale francese. Questi ammenò una legnata sulla groppa al cavallo per cui il Conte se ne dolse, e da ciò ebbe principio tra loro l'altercazione a segno che il francese ammenò una legnata anche al Conte, e questi lo corrispose col frustino, che aveva in mano. Smontato da cavallo gl'andò d'avanti, e scambievolmente con tutto il calore si minacciarono, e sarebbero venuti alle mani e all'armi se il Conte ne fosse stato munito come il francese se non vi si interponevano delle Persone. Il Conte andò alla sua abitazione, e vestitosi in Uniforme Sarda colla sciabola si portò in traccia dell'Ufiziale, e trovatolo lo sfidò a duello, ed ambidue si portarono in casa Tonini, ove alloggia Ciflenga per fissare il luogo e l'ora ove battersi, ma interpostovisi il Conte Viani si appacificarono. Nella sera di detto giorno fu rapportato a Ciflenga, che l'Ufiziale in una conversazione aveva detto, che dal medesimo gl'era stata chiesta scusa in Casa Tonini. Offesosi di ciò lo stesso Ciflenga, nella mattina posteriore andato in traccia dell'Ufiziale, e trovatolo lo sfidò nuovamente a duello, ed in fatti ebbe questi luogo fuori di Porta alle Piagge, e per quanto durassero a battersi per qualche tempo, e per tre volte prendessero respiro nessun di loro si offese ;

che è quanto Gaetano Chiarini

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 5 Marzo 1802 

I discorsi che si tengono da più giorni specialmente dai Patriotti si raggirano a dire, che S. M. abbia dimandata un'anticipazione di danaro per quattro mesi ; che sia per dimandarsi ai sudditi un'Imprestito di Ottocento Mila Lire ; che il dì 17 del passato Febbraio fosse in Madrid fatta la renunzia della Toscana ; che la M. S. si dispone a partire per Napoli, che la Toscana, e la Corsica formeranno la Repubblica Etrusca ; che la Repubblica Italiana sarà detta Lombarda, e dentro ai suoi limiti ; che Murat passerà a Livorno con Michò Capo Ordinatore, chi dice per passare in rivista la Truppa ; chi per prender possesso di Pisa, e Livorno ;e chi per mandare della Truppa a Longone per assoggettare Portoferrajo. I più fanatici in questi discorsi sono Clemente Patriarchi, Salvadore Casetti, Gallini, Giacomelli, Giannini, Menichelli, Lorenzi, Gherardi, Stassi, Garbocci, Avvocato Bernardi, Dottor Menici, Borghi, Bardelli, tutta la famiglia Niccolini, etc. Il Presidente della Consaputa Loggia Framassonica si rileva essere l'Avvocato Villecrose Francese uno dei primi emigrati di Francia, e che per il suo attaccamento alla Monarchia fu tanto perseguitato dai democratici allorché trovavasi a Livorno, inclusive col precetto d'Esilio dalla Toscana nel termine di ore 24 per ordine del Governo Francese. Si vuole che il tesoriere di detta Loggia, col pretesto di andare a Pistoia sia passato più avanti col Peculio, né sia più per ritornare. Sabato sera salvo furono fra gl'altri chiamati a suonare nella detta Loggia lo Sforzi e Giuseppe del Sera, quali dopo aver eseguite le ordinateli suonate vennero mandati in stanza a parte, acciò non sentissero né vedessero cosa vi si faceva, e trattava. Costoro sono stati fatti destramente interpellare se all'adunanza vi avessero veduti dei Paesani, ma si son fatti intendere, che avevano prestato il giuramento di non parlare. Si dubita, che qualcheduno ve ne sieno, e specialmente il suddetto Bardelli, Panajotti Greco, e Francesco N. Credenziere di Miladi Enei. Si continuano le diligenze acciò Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 12 Marzo 1802

Le Nuove date dal Cavalier Borghi, Gallini, et altri loro simili sono che Mercoledì scorso arrivasse un corriere a Lucca speditovi dal Ministro Lucchesini al suo fratello con la Nuova che riprincipiavano le ostilità tra la Francia contro la Russia, e l'Imperatore, e si espressero che queste notizie le avevano da Francesco Niccolini. Lo stesso Borghi dice aver saputo dal citato Francesco Niccolini che la Bustelli scrivesse lettera ad un suo corrispondente in Firenze, e che da ciò sia nata la voce del ritorno del Gran Duca Ferdinando, ma che ciò non può essere. Si pretende che i Capi di questa Loggia abbiano ricevuta la Costituzione delle Madri Loggie di Marsilia, ed Amburgo ; Che questa porti a consegnare a quelli che vi si vogliano ascrivere un Diploma in Carta Pecora ; l'inviolabile segretezza di ciò che vi si faccia e vi si tratti, giusta il Giuramento che gli si fà prestare ; Che non sia permesso a veruno sotto qualunque pretesto, e quesito colore di non dimettersi, e tutt'altro che porta la detta Costituzione.
Il Venerabile di detta Loggia si pretende che sia oggi Monsieur Dalman dei Paesi Bassi, si pretende che vi siano stati ammessi qualche Paesano, ma non essendo la cosa sicura, si omette per ora il nominativo di quelli che vengano supposti ammessi. Si pretende ancora che il Libraio Antonio Peverata sia Creditore di qualche somma per Carta Pecora, et altro somministrate alla Loggia, e che non potendo ritirare, possa essere nell'assoluta determinazione di repetere il suo Credito dal Tesoriere per via Iuridica.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 18 Marzo 1802

La scorsa sera fu arrestata, e posta in carcere l'avventuriera Carolina Gerbi di Firenze inosservante al precetto d'esilio da questa città e Giurisdizione, colla quale ha l'amicizia fissa Benedetto Romani in grave danno, e pregiudizio della di Lui famiglia. La scorsa notte essendo di posto il famiglio Tognanni, essendo stato veduto sotto le Logge di Borgo da due Cacciatori è stato da medesimi ricercato, chi egli fosse, ed egli li ha risposto essere il famiglio  di posto facendo loro vedere anche la Lanterna. dopo aver camminato otto o dieci passi sono tornati indietro, ed uno di essi, che si crede Atanasio ha ammenato un pugno al famiglio, e questi lo ha corrisposto con un altro. A questo sono accorsi altri due Cacciatori per rimediare, ed hanno condotto via il detto Attanasio, cui non lasciava di trattare di Bracco il Boja il famiglio, e di esprimersi di volerli tutti ammazzare, sebbene fosse ripreso del suo mal procedere dagl'altri Cacciatori, come lo hanno ripreso fortemente nel Corpo di Guardia. Lo scrivente ha notizia che detto Attanasio non ha molti giorni che fu posto in Casamatta per cause note al Corpo dei Cacciatori, volendosi anche che gli fossero applicate delle legnate, e che è un vero rompicollo. Lo scrivente medesimo torna a ripetere, che se non vi è la sicurezza degl'esecutori per parte dei Cacciatori specialmente quando i primi sono obbligati a fare il loro servizio, non potrà accadere per tutti i rapporti che dei disordini, però ... Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 19 Marzo 1802

La sera de 13 stante vi fu Adunanza non completa della Loggia Framassonica. Furono veduti entrare nella Porta d'Ingresso della Dispensa vecchia, ove esiste nelle stanze a palco Ottavio Morandini, Ippolito Tiribilli impiegato alla Dogana, e Vincenzio Bardelli Patriotti, e perciò si dubita che vi sieno ascritti. quest'ultimo, che dice non esservi ascritto, ha recitato intanto a qualche suo simile la Costituzione della Loggia medesima nei seguenti precisi termini. Che questa ordina solenne Giuramento di Segretezza, Fedeltà, e Fratellanza di non far male ad alcuno degl'associati, ma di giovarsi a vicenda inclusive di sovvenzione a chi si trovasse nel caso di urgenza, di poter riconoscere in apparenza, o in sostanza qual Culto, o Religione, che loro piace di odiare i Monarchi, e rispetto ad essi secondo le circostanze che quelli da ammettersi siano provati con manovre spaventose, e chi non resiste a questa prova sia escluso come pusillanime, che dovendosi trattare di cose d'importanza, l'Adunanza si componga del Venerabile, " capo di essa " e degl'altri che hanno delle cariche di riguardo, e ciò perché tutti gl'altri ascritti non venghino in cognizione di quello che si è trattato onde conservare maggiormente il segreto, che finalmente il solo Venerabile sia quello a cui resta affidato il Registro di tutti gl'ascritti. Dice di più il detto Bardelli, che i Capi delle Loggie tengono delle corrispondenze per tutte le parti ad oggetto di esser ragguagliati, e prevenire qualunque sorpresa, che potesse esser loro fatta, e che perciò ammettano nella loro società Persone di riguardo non esclusi impiegati nei governi, né i Capi di esecutori purché siano riconosciuti di tutta prova.Tutto questo discorso porta a credere, che costui o sia ascritto, o che da qualcheduno di essi vi sia stato istruito su questo proposito. Sigismondo Rossi ha detto a diversi suoi simili, che Belleville disse qui a persona, che gli dispiaceva partire dalla Toscana, e non trovarsi a ciò che doveva succedere senza spiegarsi di più. Il suddetto Morandini ha detto al nominato Bardelli, e ad altri Patriotti, che egli ritornerà al suo impiego di Direttore della Posta delle lettere di Livorno, che gli fu conferito dal Governo Chiarentino, e perché il Bardelli si oppose al suo discorso si protestò di scommessa di qualunque somma con chi non l'avesse creduto. L'Ex capitano Niccolini dice pure ai Patriotti suoi simili, che Saliceti ha ricevuto l'ordine da Parigi di trattenersi in Firenze fino a nuov'ordine. Il Conte Agostini, e Giuseppe Niccolini dicono, che il dì 28 del passato mese fu firmata la Pace definitiva tra l'Inghilterra e la Francia ; all'opposto Ranieri Garbocci dice, che vi son lettere, che annunziano nuova Rottura. In quanto alla special Commissione ricevuta posso dire, che i discorsi che si tenevano dai Patriotti nei passati giorni, cioé di cangiamenti, di smembramenti, et di che ho parlato nei precedenti Rapporti " per quanto è a mia notizia " sono quasi del tutto cessati, e questi non si sono da costoro tenuti nei pubblici luoghi, né con Persone diverse dal loro carattere, e che sarebbe moralmente impossibile di verificarli, poiché sebbene arditi quanto basta, hanno altresì l'avvedutezza di osservare con chi parlano.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa de 20 Marzo 1802

Fino degl'ultimi di Gennaio il Custode del Camposanto Francesco Venturi, aprì il vecchi Camposanto situato al Ponte delle Catene in cui vi ha tumulato da quell'epoca dodici cadaveri d'Anatomia di questo Spedale di S. Chiara. Presume di non aver commesso arbitrio, quantunque abbia ciò eseguito di propria volontà, poiché avendolo ottenuto in affitto dallo Spedale medesimo fino del 1787, continuò per qualche tempo ivi a sotterrare i cadaveri. Li fu levato in tal intervallo il Cancello di ferro che esisteva all'ingresso, e fu impiegato per l'oggetto medesimo al giardino dello Spedale, rimpiazzandone al Camposanto uno di legno, pagato per conto dello Spedale, che dopo qualche poco di tempo essendo marcito, e per conseguenza restando libero l'ingresso nel Camposanto medesimo anche alle bestie, ne nacque dei reclami al custode per parte dei contadini adiacenti derivanti da superstizione religiosa riguardo ai defunti ivi tumulati. Fu allora, che egli fece noto agl'amministratori dello Spedale quanto sopra, e fu preso, dic'egli il compenso di chiudere l'ingresso del Camposanto istesso con muro scempio per servirsene all'occorrenza, essendo queste giunte attualmente per l'affluenza dei cadaveri, credé di gettare atterra il muro predetto, sostituendovi un Cancello ; che modernamente avendo portato il conto dell'importare di questo in Comunità le fu inibito di tumularvi i cadaveri, rimproverandoli chi presiede alla Magistratura l'arbitrio; e che da quel momento non ha ivi più interrato i cadaveri.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 22 Marzo 1802

Avendo la scorsa notte verso il tocco e mezzo, veduto la Squadra di guardia venire impastranato un'uomo dalla parte della Piazza S. Silvestro li è stato detto " ferma la guardia " ed egli senza rispondere ha tirato avanti rinforzato il passo. Allora gl'esecutori lo hanno inseguito e raggiuntolo lo hanno ricercato del nome, ma egli si è posto a strapazzare di parole gl'esecutori medesimi, senza voler dare il nome, nel qual mentre hanno veduto che egli era un Cacciatore. In questo tempo è comparso un'altr'uomo, cui pure ricercatolo del nome non voleva darlo sentendo, che il Cacciatore allora distante dai famigli seguitava ad ingannarli, ma finalmente ha detto essere il Bardi, e così è terminata la questione. Sembra, che costoro fossero assieme, e che il Cacciatore avesse abbandonato il posto, giacché era privo di fucile, e che al Ponte della Fortezza non vi era sentinella, come frequentemente accade, e non più di ieri il posto di Porta a Mare restò per del tempo con un semplice Cacciatore, talché il Casiere non potè fare porre in arresto un passeggero, che strapazzò e minacciò di legnate lo stradiere Fabbri che voleva visitarlo. Gaetano Chiarini P. S. Posteriormente al fatto suddetto, sono venuti dei Cacciatori a strisciare le sciabole alla soglia dell'uscio del Guardiolo

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto della Gran Guardia Adì 22 Marzo 1802

All'ore 7 della scorsa sera fu fatto rapporto a questa Gran Guardia dal Comune Benedetto Franchi Padrone dell'Osteria di S. Orsola, che gli si presentarono quattro caporali dei Cacciatori, che uno dei quali non conobbe, e l'altri tre sono i seguenti Forti, Cecchini, e Medici, ed avendo chiesto da bere e le carte, ove le carte gli furono negate, ma uno dei suddetti s'alzò e andò a comprarle il che avendo veduto il suddetto Franchi li disse, che nella sua Osteria, non ci voleva giuoco, a tali parole i suddetti caporali s'inveirono contro il suddetto Franchi, dicendoli ce la pagherete quando siamo di guardia alla Gran Guardia, e ricordatevi che l'avete fatta a quattro Caporali, e queste parole furono dette alla presenza di Gaetano Bertelli e Ranieri Cosi, ed altri. -Porta alle Piagge - Nella notte scorsa alle ore 1 il Comune Ubaldo Malcontenti andando da la muta alla sentinella esistente sul Ponte della Fortezza, s'incontrò con tre famigli, e questi li domandarono dove andava, al che rispose il Comune suddetto " io vado dove mi pare " alla quale rispose uno di questi famigli sotto Caporale chiamato Serafino Ferrini li saltò addosso, e li dette uno schiaffo. Il suddetto Comune Malcontenti trovatosi offeso corse tosto a chiamare la Guardia, che corse sul Ponte, e non ci trovò alcuno. Nel tempo, che il Malcontenti suddetto tornava per dare la muta trovò il Caporale Ferrini con sciabola sfoderata, che rincorse il Comune Malcontenti sulla Piazza di S. Silvestro, ove si trovò posto un certo Pardi Comune della Quinta Compagnia, che esso pure fu arrestato dai suddetti famigli e li fu domandato dove andava, ed in tale occasione sentì che detto Ferrini disse, che voleva tagliare a pezzi il Comune Malcontenti. Dai Rapporti di questa mattina, e dalla scorsa sera non abbiamo altro di nuovo.

Michelazzi Sotto Tenente di Guardia
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 9 Aprile 1802

Lunedì scorso giunse quà proveniente da Lucca Leopoldo Vaccà assieme con Belluomini di Lucca. Furono a farle visite il Senator Gianni, Borghi, ed altri soggetti, ai quali fece sentire che era stato fatto Aiutante del Generale Trivulzi, e che presto sarebbe passato a Milano. Partì poscia per Livorno, e Mercoledì sera retrocedé per Lucca col suo compagno, e certo Podestà di Genova. Giuseppe Pardini zio di detto Vaccà dice che fra otto giorni il predetto suo nipote parte per Milano, e Saliceti per Parigi. Il Padre, e gli altri fratelli di detto Vaccà sono adesso molto riservati ne loro discorsi anche coi loro simili. Il nominato Cavaliere Avvocato Borghi dice, che gli fu scritto di Firenze, che in una conversazione, ove trovavasi il Signore Consigliere Corsi fu parlato di Lui e della già sua Commenda, e che il precitato Signore Consigliere si esprimesse " riguardo ad ottenere la sua Commenda me ne comprometto io ". Si vuole, che Certellini sia quello che di ciò lo prevenisse con lettera. Il Balí Roncioni abitante ora in Firenze scrive al Cavaliere Montemerli che faccia sentire al suddetto Borghi che gli spedisca una supplica per S. M. colla quale chieda la sua Commenda, e un impiego nel tempo stesso, che egli ha mezzi di poterla far patrocinare in guisa di ottener quel che domanda, ma che esso Borghi abbia risposto al Montemerli, che la supplica l'ha già fatta e indirizzata al prelodato Signor Consigliere Corsi. La Loggia continua le sue Adunanze ma senza progressi.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 16 Aprile 1802

Martedì scorso giunse quà da Lucca Saliceti, si portò a pranzo dall'Ispettor Generale alloggiato all'Arcivescovado, e verso le ore dieci della sera ripartì per detto luogo. Francesco Niccolini scrive da Livorno al suo fratello Giuseppe, che dalla parte dalla Lombardia caleranno delle Truppe francesi in Toscana. Quest'ultimo sostiene che la Repubblica Italiana sarà ingrandita con una porzione del territorio di questo Regno. Uliviere Piazza, e qualche altra persona dice, che restano al servizio di S. M. 2500 soldati Francesi per tre anni, o fino a tanto che la M. S. abbia organizzate le truppe sufficienti. Il Cavaliere Borghi ha letta a diverse Persone sue confidenti una lettera scrittali da Firenze, chi dice da Certellini, chi da Roncioni, ( giacché non ha manifestato lo scrivente ) che ricevé Mercoledì scorso, colla quale gli si dice, che il Governo ha decretato la riammissione della Croce agl'ex Cavalieri di S. Stefano ; che questa la devono repetere dalla premure di S. Eccellenza Corsi, come il solo che vi ha influito, e che detto Borghi ha molto da sperare per un impiego avendo lo scrivente avute delle buone parole. Il noto Lorenzo Celi ex corriere del Lotto si portò Lunedì scorso a Lucca " ove stiede carcerato qualche tempo nell'anno 1799 "per repetere da quel Governo indenizzazione dei danni sofferti, ma Egli dice che non fu neppure ascoltato. Si diresse a Leopoldo Vaccà implorando per quest'oggetto la sua assistenza ma da esso, gli fu risposto, che nulla poteva. Egli adesso secondo il suo solito sbraita contro il suddetto Governo. Iersera presso la Chiesa di S. Frediano incontratisi "per quanto dicesi " scambievolmente con gl'occhi il Dottor Arrighi, ed il fratello di Tito Manzi tra loro nemici, passarono a qualche scambievole diverbio, e minacce. Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 18 Aprile 1802

Avendo fatta attenzione alla nota dei soggetti, che devono essere impiegati nell'Opera seria, da rappresentarsi in questo Teatro nella corrente Primavera trova che la figurante Maddalena Ferrari genovese per il suo vivere libertino, e scandaloso non solo ha riportato il precetto d'esilio dal Regno da questo Governo, quanto da quello di Firenze e di Livorno, e che in tanto da questo gli fu accordato di figurare tutto il passato carnevale a condizione, che subito terminate le sue funzioni Teatrali obbedisse al precetto, ma ella disprezzante degl'ordini si trattiene quà, ed ha avuto il coraggio di farsi scritturare ;che la figurante Rosa Mugnaini per un simil pessimo contegno è stata esiliata da Firenze e cinque miglia attorno, che il figurante Ignazio Bonanno napoletano abbia riportato il precetto d'esilio dallo Stato per ordine del Governo di Firenze, e di Livorno, non solo per essere accompagnato con una donna libertina, quanto per essere molto sospetto ed equivoco.

Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 19 Aprile 1802

La scorsa sera il ruffiano Jacopo Matteucci di questa città, si portò alla locanda di Gaetano Pratesi in via l'Amore, e da quella con lusinghe condusse via certa Teresa Ghilardi di Livorno ragazza di anni 14 circa, e quando fu fuori di essa le disse di condurla da un'uomo per farla prostituire. Trovati di là dal Ponte dai famigli di Guardiolo che contrastavano fu arrestato il Matteucci come inosservante al precetto della notte riportato appunto per essere uno scandalosissimo ruffiano. Questi è quello che fu mortificato con più giorni di carcere e staffilato non ha molto per l'oggetto medesimo, e che fu abilitato col detto precetto, colla promessa del di lui fratello di mandarlo a Livorno per rimettersi soldato, ma che dopo la sua scarcerazione riprese le sue funzioni di ruffiano, ed ebbe l'abilità di tentare reiterate volte la moglie di luigi galli bottegajo presso il collegio Ricci a prostituirsi a persona, che egli gli averrebbe condotta fino in casa, per cui ebbe luogo della discordia tra marito e moglie. Questi è quello che circa un mese fa voleva portare degli uomini dalla donna di certo Castelli, cui avendolo rimproverato, esso Matteucci unitamente a Ranieri Galigani altro ruffiano gli saltavano alla vita gli ammenarono dei pugni. Egli altresì ha l'abilità di vender fumo, facendo credere alle donne di partito di aver mezzi di far sfrattare e restare chi più gli pare e piace, che perciò ... Gaetano Chiarini
 

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Rapporto del Bargello di Pisa del dì 23 Aprile 1802

E' stato parlato con precedenti rapporti del giuoco del trentuno, et altri, che si tiene in casa del Cavalier Mastiani, e degli altri suoi simili in esso interessati. Questo scandalizza il Pubblico, oltre il nocumento che arreca alle famiglie le perdite che vi si fanno ; e molto più lo stesso Pubblico è restato scandalizzato nel sapersi che nei passati giorni della settimana santa, si è tenuto detto giuoco fino alle ore una, e due dopo la mezzanotte, quando in detti giorni furono tenuti chiusi i giuochi da quelli che gl'hanno in appalto dal Comandante Francese. Si dice che da alcune signore che intervengono al giuoco in detta casa siano state inclusive alienate alcune suppellettili per far denaro, e giuocarselo, non senza ciò aver prodotto delle dissenzioni domestiche. Domenica scorsa giunse quà da Lucca Leopoldo Vaccà, e nel medesimo giorno vi si restituì, da dove Lunedì mattina partì con Saliceti per Viareggio, ove furono a pranzo da Begliuomini, e poscia proseguirono per Genova da dove Saliceti dicesi si restituirà a Parigi, Vaccà a Milano, giacché gli è svanito il vantato posto di Generale in Lucca. La pubblicazione seguita Domenica della notificazione riguardante gl'ecclesiastici ha dato luogo a vari discorsi, e induzioni. In generale è stata gradita dal Pretismo, non peraltro da quelli amanti del piacere, e dell'intrigo. Questa ha scosso i Patriotti, poiché dai discorsi fatti dai medesimi, e segnatamente da Faustino Giorgi, Garbocci, Piazzini, Borghi, Dottor Menici, Celi, Moretti figlio si preconizza che questa deve portar seco la nuova erezione del soppresso Tribunale del S. Ufizio, e con ciò venirli preclusa la strada di vivere come vivono, e passano a dire, che non essendo questa piaciuta al Ministro Francese residente a questa Real Corte siano stati perciò spediti due corrieri, che uno a Parigi, l'altro a Madrid. Dice Giuseppe Niccolini ai suoi simili, che il Console Bonaparte venga a Milano per motivo, che i Cisalpini gli abbiano fatta pervenire una nota di Quarantamila firmati contro quell'attual Governo riconosciuto propenso per gl'Aristocratici, onde dare delle nuove disposizioni, e per dichiarare nel tempo stesso quelle contrade Repubblica Lombarda e non altrimenti Italiana. Si dice che diversi Patriotti, fra i quali Nozzolini come Speziale, Malanima, Leonardi, giovani di questo Spedale siano determinati di andare colla spedizione di S. Domingo addetti a quello Spedal Militare ; Il Figlio di Tommaso Stassi come segretario del Pagatore, Gallini, Giannini, et come addetti all'Armata. Martedì scorso transitando di quà come proveniente da Livorno il Cappelletti Capitano Militare distaccato a Viareggio disse, che Cornelio Filippi di Livorno passava Commissario di Governo in Lucca, e che era stato riformato il Battaglione di detto luogo, con l'esclusione di cinque Ufiziali tra quali tre nobili, un cisalpino, e un cittadino lucchese. I Patriotti che sentirono questo discorso dissero a Cappelletti " Il Filippi sarà Impiegato in Lucca,nella guisa in cui è stato impiegato Leopoldo Vaccà che gli è convenuto partire ". I discorsi dei Patriotti ( che non hanno altro che dire, e che fare ) son vari : alcuni dicono che il Golfo della Spezia sarà incorporato nella Repubblica Italiana ; altri dicono, che il re di Torino sarà rimesso al suo luogo, e che il General Murat sia andato a prenderlo per tale oggetto ; altri finalmente dicono, che allo stesso Re per indennizzazione del Piemonte, gli sarà dato Genova, tutta la riviera di Ponente, Alessandria e Tortona, e così si confondono gl'uni con gl'altri.

Gaetano Chiarini
 

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(Dei seguenti Rapporti si propone per ora una sintesi)

30 Aprile 1802

Segue una nota del Bargello di Pisa in relazione alle spese sostenute per il servizio di Giustizia dal Primo Marzo al 30 Aprile 1802, per un totale di Lire 246, che viene accolto e firmato dal Commissario Maffei in fine di nota.
 

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11 Maggio 1802

Prepotenze di un Capo della Dogana nei confronti di un Casiere
 

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23 Maggio 1802

Elenco di alcuni giuochi : Faraone, Palline e Tombola
 

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4 Giugno 1802 Viene assalito vicino a S. Guido il Corriere di Livorno, che si dirigeva a Firenze, un Dragone che scortava la diligenza viene fatto segno di un colpo d'arma da fuoco al quale risponde mettendo in fuga gli aggressori, seguono poi le testimonianze rese dai testimoni al bargello in relazione a questo tentativo di crassazione.
 

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7 Giugno 1802

I Patriotti commentano la legge sugli Ecclesiastici. Si dice che a Parigi vi sia stato un attentato al Primo Console, e si fanno i nomi dei congiurati : Massena, Fournier, Le Brun ed un Colonello del Reggimento detto dei Cappucini che era stato anche in Italia. I loro beni furono confiscati ed essi relegati nella Cajenna.
 

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9 Giugno 1802 Nell'Osteria di Giuseppe Baiocchi detto Rombino si trovano diverse avventuriere, e ciò è motivo di continue risse e scontri tra paesani e Francesi
 

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9 Giugno 1802

Tal Giuseppe Giusti, contrae un debito di giuoco con un Prete Bertagna al quale dà in pegno il suo orologio, detto Prete poi fugge con l'orologio, segue la sua ricerca ed un alterco tra i due. Spese sostenute dal Bargello di Pisa per il Servizio di Giustizia dal Primo Maggio al 30 Giugno 1802, in misura di Lire 146 : 13 : 4 ; sottoscritta dal Commissario Maffei.
 

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11 Giugno 1802

Francesco Valentini è proprietario di due Caffé e un acquacedratajo, con dieci persone impiegate, tutte scapole precisa il bargello. Vi sono a Pisa tre luoghi ove si giuoca al Biliardo e Trucco : al Caffé dell'Ussero, dalla Masera, e alla Rosa ; tutti pagano la tassa annua, i biliardi sono sempre superiori ai giocatori ; Il Valentini è ricco di Capitali
 
 
 
 

 
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