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È morto Wilhelm Kurze

 

Sabato 26 gennaio, nel castello di Arcidosso, a una solenne riunione dei Lyons Club dell’Amiata, mentre si accingeva a presentare gli atti di un convegno sugli Aldobrandeschi, Wilhelm Kurze è stato colpito da malore ed è deceduto in pochi minuti.

Nato a Bochum 68 anni fa, Kurze è stato uno studioso del territorio senese appassionato e profondo. Allievo di studiosi come Fedor Schneider, giunto in Italia all’Istituto storico germanico in Roma, ebbe subito come compito principale di ricerca l’edizione delle più antiche carte del monastero benedettino di S. Salvatore del Monte Amiata, l’importante abbazia che ha dato nome alla cittadina ben nota, centro prima minerario e oggi turistico.

Quell’impegno di ricerca, che ha assolto in lunghi decenni di paziente e dotto lavoro, è stato compiuto e ha incentivato la ricerca su un’amplissima area della Tuscia antica, stimolando poderosamente la ricerca sui secoli centrali del Medioevo. Egli stesso ha dato contributi diretti importanti alla storia dell’abbazia di San Salvatore, oltreché di altri insediamenti religiosi di prim’ordine in Toscana, da Sant’Antimo (Montalcino) ad Abbadia a Isola (Monteriggioni) a Marturi (Poggibonsi).

Aveva in preparazione un’opera complessiva sui Longobardi, alla quale lavorava da tanti anni raccogliendo materiali preziosi. Studioso schivo, poco incline alla pubblicità, era invece disponibilissimo a partecipare la sua enorme conoscenza dei problemi storici del territorio senese-grossetano tra VII e XII secolo. Tra l’altro, è stato tra i primi storici del documento ad apprezzare compiutamente le grandi possibilità offerte dall’archeologia medievale.

La comunità scientifica internazionale sentirà la sua mancanza. Siena e il suo territorio hanno in particolare un debito di riconoscenza nei suoi confronti, essendo tra l’altro residente in città da quando si era ritirato in pensione.

Alla signora Helga, stretta collaboratrice di ogni sua attività, le nostre sentite condoglianze.

 

Mario Ascheri

 

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