INCURSIONE IN VILLA
 
Portone d'ingresso di Villa Carmignani a Collesalvetti, in provincia di Livorno
VISITA ALLA VILLA DELLA FAMIGLIA CARMIGNANI PRESSO COLLESALVETTI E RINVENIMENTO D’ALCUNI INEDITI DEL GIURISTA PISANO GIOVANNI CARMIGNANI

a cura del Dr. Marco Geri (geri@idr.unipi.it)

Nell’ambito del corso di Dottorato di ricerca in Storia del diritto italiano con particolare riferimento alla Storia del diritto moderno presso l’Università di Siena (XIII ciclo), sto conducendo una ricerca sulla figura del giurista pisano Giovanni Carmignani (1768-1847).

Nella fase iniziale della ricerca, quella dedicata alla raccolta dei ragguagli prosopografici, ho potuto ottenere l’autorizzazione a visitare la Villa della famiglia Carmignani1 (l’ultima rimasta al patrimonio della famiglia), sita in una frazione del comune di Collesalvetti: Poggio al Pallone2. 
L'immobile è attualmente di proprietà della Cassa Nazionale Forense, che l'acquistò alla fine degli anni ’70 a tenore del lascito testamentario fatto a suo favore dall’ultima discendente della famiglia, l’Avv. Giuliana Carmignani3.
Giovanni Carmignani, da un ritratto conservato nella villa di Collesalvetti
La struttura architettonica della villa è quella tipica del casale di campagna riadattato a residenza signorile. Vi si trovano anche una chiesa piuttosto ampia , fornita pure di un campanile4, e una limonaia di grandi dimensioni.
 
L’interno la villa conserva ancora in molte parti l’arredamento ottocentesco; in particolare quello dello studiolo dell’Avv. Giuliana Carmignani, che pare sia stato lo stesso del giurista nato a S. Benedetto a Settimo.
lo studiolo
Si sapeva che all’interno della dimora Carmignani si trovava una biblioteca di famiglia e si sperava, perciò, che essa fosse, almeno in parte, quella già appartenuta a Giovanni Carmignani (o al fratello Vincenzo) : la visita ha invece confermato il timore iniziale, per cui, probabilmente, il grosso della biblioteca di famiglia5 sarebbe andato perduto durante il secondo conflitto mondiale, con la distruzione del palazzo dei Carmignani sito sui lungarni pisani6.

Nella Villa non esistono locali organizzati a biblioteca: i libri sono disposti in due grossi scaffali nel salotto del primo piano, in un baule ubicato sulle scale che conducono all’ultimo piano in due armadi con sportelli in vetro che si trovano nello studiolo che fu dell’Avv. Giuliana Carmignani.

Gli scaffali del primo piano non contengono libri giuridici, ma soltanto volumi d’argomento letterario. Gli unici volumi a carattere giuridico sono contenuti negli armadietti dello studiolo e nella cassapanca sulla scale, ma sono in numero molto limitato. I pochi libri rimasti in villa

Nel baule sul pianerottolo delle scale sono conservate una decina di copie del libro di Giuseppe Giuliani, La mente di Giovanni Carmignani6, circa 15 copie dell’estratto, d’anonimo, dalla Rivista Penale del 1877, intitolato Carmignani e la pena di morte e, infine, un esemplare del Giornale agrario toscano dell’anno 1846 (tomi XX e XXI). Vi sono, altresì, varie copertine di libri mastri della fattoria di Poggio al Pallone e di quella del Piano7, un esemplare degli Statuti civili e criminali della città di Piombino (in latino e con testo italiano a fronte)8, una copia di un Editto di Felice I principe di Lucca e Piombino dato in Pisa il 14. XI. 18119, vari fascicoli estratti (anzi strappati) dal "Nuovo Giornale dei letterati"10 contenenti recensioni curate da Giovanni e Vincenzo Carmignani.
la Limonaia
Ma le cose più interessanti, almeno dal punto di vista più strettamente giuridico, si trovano nello studiolo al piano terreno. Qui sono infatti conservati alcuni libri d’argomento giuridico posseduti dall’Avv. Giuliana Carmignani. Oltre a questi vi sono alcune copie di lavori di Giovanni Carmignani: il primo volume delle Cause celebri del giurista pisano (nella loro seconda edizione, che reca in premessa la biografia del giurista scritta dall’Abate F. Pardini), una copia del terzo volume della Teoria delle leggi della sicurezza sociale nell’edizione del 1832. Nelle medesimo vetrine è possibile anche trovare varie memorie processuali e "cause (forse) celebri" dell’Avv. Della Chiostra, nonché parte11 dell’archivio dell’Avv. Giuliana Carmignani, con fascicoli e atti relativi alla sua attività professionale12l'Avv. Giuliana Carmignani, da un suo ritratto conservato in villa a Collesalvetti

Interesse particolare, al di là di quanto sopra scritto, presentano alcuni volumi manoscritti contenenti lavori finora inediti (anche se non del tutto ignoti) di Giovanni Carmignani.

Si sapeva che Giovanni Carmignani, negli ultimi della vita aveva messo mano alla compilazione, certamente ambiziosa, di una Storia dell’eloquenza forense13.

Si trattava di argomento di tanto interesse all’epoca, quanto rilevante era allora il ruolo della classe forense14. Lo stesso professore pisano aveva dato alle stampe un breve excursus di questo lavoro premettendolo al primo volume delle sue Cause celebri.

Di questo lavoro sono conservati presso la villa due grossi volumi accuratamente rilegati, contenenti molte carte manoscritte del Carmignani. Il primo volume contiene il testo, con correzioni, aggiunte, note di alcuni dei capitoli della Storia15, il secondo contiene prevalentemente schede, appunti di lavoro, bozze di scrittura di vari capitoli16. E’ ovvio che in questa seda non potrà essere affrontata l’analisi dettagliata di quest’opera incompiuta17, analisi che del resto si intende senz’altro realizzare, se mai ne sarà data la possibilità, in altre sedi e tempi.

Oltre ai due tomi della Storia dell’eloquenza forense presso la villa Carmignani sono conservati anche, oltre ad una copia della inscriptio pro funere di Giovanni Carmignani18, un manoscritto di Lezioni di diritto naturale, un Frontespizio del manoscritto delle lezioni di diritto naturalesecondo manoscritto di lezioni di Diritto politico, pubblico e scienza della legislazione ed infine un ulteriore manoscritto recante sulla costola la parola Criminale.

Già il Giuliani (ed a ruota lo Scalvanti) avevano messo in evidenza come il Carmignani, senza incarico ufficiale dell’Università, dettasse a casa lezioni di diritto pubblico e naturale e, secondo quanto riferisce lo Scalvanti stesso (p. 12), "fu uno dei suoi discepoli che le riunì trascrivendole in nitida calligrafia per farne dono all’illustre maestro"19. Vero è poi anche che, a partire dall’anno accademico 1840-1841, dopo essere stato chiamato sulla cattedra di Filosofia del diritto, il Carmignani "dettava" argomenti inerenti al diritto pubblico e politico20, dei quali è rimasto a noi solo un Prodromo, composto da tre lezioni, pubblicato dallo stesso Carmignani nella rivista pisana Giornale toscano di scienze morali21.

Ciò che resta dunque di questa sua attività didattica, la si voglia considerare ufficiale o meno22, dovrebbe essere rappresentato dai manoscritti conservati presso la residenza Carmignani.

A parte il volume dedicato alla materia criminale che pare, almeno ad un primo, ma attento, esame, consistere nelle Lezioni di istituzioni criminali che il Carmignani poi stampò come Elementa Juris Criminalis23, meritano qualche cenno in più gli altri due manoscritti.

Il primo di essi è dedicato alle Lezioni di diritto naturale : il corso non è completo24, e parte dalla lezione n. 16 (§. 224) e termina alla lezione n. 34 (§ 408). L’ultimo paragrafo disponibile non è quello finale di queste lezioni poiché termina col dire: "il che vedremo allorché riprenderemo le nostre ricerche"25.

L’altro volume, che contiene la parte delle lezioni dedicata al diritto politico, stando almeno ad una prima, non approfondita analisi, pare essere completo, anche se risulta dotato solo parzialmente di un indice26. Pure in questo caso si nota l’abituale organizzazione strutturale, suddivisa in lezione fascicolate.

In questa sede si può poi ulteriormente notare come il volume utilizzi una suddivisione interna in tre sezioni. Di esse, la prima è dedicata al diritto politico (dal §. 1 al §. 144), mentre la seconda sezione, più corposa, si occupa invece dei principi della scienza della legislazione, sia civile, sia municipale (dal §. 145 al §. 446); una parte finale è poi dedicata al diritto pubblico. Come riferì Giuseppe Giuliani27, Carmignani teneva privatamente un corso di Diritto pubblico e naturale28, onde non si può non supporre che questi due ultimi manoscritti facciano parte entrambi di una serie coordinata di lezioni, qui raccolte, forse, nella forma di copia predisposta per gli studenti e poi, magari, usate dal Carmignani anche nel momento in cui gli fu conferito l’incarico ufficiale di insegnare Filosofia del diritto.

La Chiesa della VillaL’importanza dei documenti pare evidente, non fosse altro per l’importanza innegabile del loro autore. Già ora si può porre in evidenza come questi testi completino, già ad una prima loro sommaria ricognizione, il quadro complessivo della poliedrica cultura del Carmignani, anche a prescindere per ora da ogni valutazione del contenuto d’essa: letterato e penalista principalmente, ma anche studioso di materie in senso lato pubblicistiche e continuatore dell’insegnamento filosofico e teoretico di alcuni dei suoi maestri giovanili (fra i quali spicca, come è noto29, Giovanni Maria Lampredi); insegnamento che, nell’Università di Pisa, era stato ufficialmente soppresso a partire dall’anno accademico 1807-1808 e che fu ripristinato, in qualche modo, con l’istituzione della cattedra di Filosofia del diritto attribuita per la prima volta proprio a Carmignani30. 
Dr. Marco Geri (geri@idr.unipi.it)

Note bibliografiche

 

  1. La villa faceva parte del più vasto patrimonio immobiliare della famiglia, che comprendeva anche altri edifici e numerose terre in località S. Benedetto a Settimo (paese di origine dei Carmignani) nel piano di Pisa ed un palazzo sui lungarni di quella stessa città..
  2. Per qualche notizia sulla comunità di Collesalvetti si veda E. Repetti, Dizionario Geografico fisico e storico della Toscana […], vol. I, Firenze 1843, pp. 770-774 e 79 dell’appendice stampata nel 1846.
  3. Le ultime volontà della de cuius erano quelle che la dimora di famiglia fosse, tra l’altro, adibita a casa di riposo per avvocati, ma i lavori a tutt’oggi non sono ancora iniziati e la villa, francamente, sta subendo troppo velocemente l’ingiuria del tempo.
  4. La chiesa, adibita a cappella della famiglia Carmignani, fu costruita da Giovanni Carmignani e dal fratello Vincenzo fra il 1845 e il 1848, mentre il campanile fu edificato una decina d’anni dopo (Memoriale per la chiesa di S. Giovanni Evangelista al Poggio al Pallone, fo. 5. Si tratta di un manoscritto autografo di Vincenzo Carmignani che narra vicende familiari della metà dell’Ottocento e che è ancora oggi conservato presso la Villa Carmignani. L’intenzione del fratello del giurista era quella di aprire un lungo memoriale di famiglia, destinato ad essere continuato dai suoi successori, ma i discendenti vi aggiunsero ben poco).
  5. E dunque, probabilmente, anche quella parte acquisita da Giovanni Carmignani, che da quanto si può ricavare dai resti del suo carteggio conteneva molti libri d’argomento giuridico.
  6. Edito per i tipi Nistri in Pisa nel 1874.
  7. Si dovrebbe trattare della fattoria del Carmignani a S. Benedetto a Settimo, paese conosciuto anche volgarmente come Madonna del Piano. Dall’esame della scrivania dell’Avv. Giuliana Carmignani si capisce che questi libri mastri furono da lei sventrati per farne cartelle per documenti. Conti della Fattoria di Poggio al pallone
  8. La stampa non indica né la data, né il luogo di edizione.
  9. I Carmignani, infatti, s’erano anche imparentati con i Baciocchi, principi di Piombino dal 1805 al 1814.
  10. Rivista pisana, per un certo numero di anni, alternativa e parallela alla più nota Antologia del Vieusseux.
  11. Così si direbbe dalla consistenza. Ciò che ne resta si trova nei vari sportelli e cassetti della scrivania posta nello studio.
  12. Si tratta di atti risalenti tutti al periodo seguente la seconda guerra mondiale.
  13. Una breve excursus di questo lavoro, il Carmignani, l’aveva già dato alle stampe come premessa alle sue Cause celebri (cfr. Escursione storico-giuridica sulle vicende della Eloquenza giudiciaria antica e moderna, in Cause celebri discusse dal Cav. Commendatore G. C. professore dell’I. e R. Università di Pisa socio di più accademie italiane e straniere, vol. I, Pisa Nistri, 1842, pagg. 1-40ss.
  14. Si vedano le indicazioni ora fornite da P. Beneduce, Il corpo eloquente. Identificazione del giurista nell’Italia liberale, Bologna 1996. Per il caso toscano ritengo basti citare Lorenzo Collini, Sull’eloquenza forense, lezione […] detta nell’adunanza dell’Accademia della Crusca del 10. 01. 1815, in Atti della Imperiale e Regia Accademia della Crusca, Firenze 1819, tomo I, pagg. 177-189, e il fatto che presso lo studio pisano la materia Eloquenza italiana (insegnata dal noto letterato Giovanni Rosini) era inserita negli insegnamenti del "collegio legale".
  15. Dopo una parte introduttiva relativa alle vicende della eloquenza forense (si tratta più o meno di ciò che Carmignani pubblicò nel primo volume delle sue Cause celebri), l'Autore tratta delle origini dell’antica eloquenza, dei soggetti dell’antica eloquenza, del "carattere" della stessa, della eloquenza parla e scritta, dell’influenza della eloquenza forense nelle materie attinenti la giustizia ed infine passa a trattare della eloquenza greca e latina.
  16. Da alcuni indici manoscritti contenuti nel volume secondo si può risalire anche alla struttura del lavoro così come pensata dal Carmignani. Nel secondo volume erano trattate le cause della decadenza dell’eloquenza forense e, dopo la fine di questa parte, iniziava la raccolta di schede, materiali preparatori, annotazioni bibliografiche e bozze destinate all'elaborazione dell'opera..
  17. Nonostante quanto riferì Oscar Scalvanti nel suo saggio introduttivo alle corrispondenza tra Valeri e Carmignani (p. 11), mi sento di concordare col Giuliani.
  18. E’ edizione che non contiene la parte biografica curata dal bibliotecario della Biblioteca Universitaria Michele Ferrucci. Entrambe sono però edite per i tipi di Nistri in Pisa nel 1847.
  19. Ma si potrebbe pensare anche trattarsi delle dispense distribuite a corredo delle sue lezioni.
  20. Lo riferisce, allegando fonti dell’archivio dell’Università di Pisa, D. Barsanti, L’università di Pisa dal 1800 al 1860 […], p 180 e si cfr. anche ASPi, Università II versamento, C. I. 5,6 (Ruoli degli anni accademici 1840-41 e 1841-42).
  21. Prodromo d’un insegnamento della filosofia del diritto esposto in tre lezioni dal prof. G. C. dette nell’Imperiale e Regia Università di Pisa nel Dicembre 1840, in Giornale toscano di scienze morali, sociali, storiche e filologiche pubblicato da professori dell’Imperiale e Regia Università di Pisa, Tomo I, 1841, pp. 1-26.
  22. Il manoscritto contenente le lezioni di diritto politico, pubblico e scienza della legislazione pare effettivamente contenere le lezioni di Filosofia del Diritto, di cui parla anche il Giuliani (il quale, appunto, specifica che esse sono inedite e si trovano presso la famiglia del giurista pisano), che il Carmignani tenne negli ultimi anni del suo insegnamento pisano.
  23. Si tratta in particolare delle lezioni attinenti ai "giudizi" contenute nel secondo libro degli Elementa. Il volume, di complessive 640 pagine, è composto dai fascicoli numerati corrispondenti alle lezioni dalla n 12 alla n 27. Il testo e il numero dei paragrafi non sono però esattamente corrispondenti all’edizione definitiva degli Elementa.
  24. Il manoscritto è qualificato come vol. II e non è autografo al contrario di quello circa la storia dell’eloquenza forense. Il volume, al paragrafo indicato nel testo, inizia con: " Le dispute agitate sin qui tra i dotti […]".
  25. Già da queste parole si può intuire il tenore didattico del testo.
  26. L’indice termina al §. 529 mentre il testo comprende §. 738.
  27. Sia nel suo lavoro su Carmignani del 1874 (p. 140), che in una nota alla edizione di una lettera che G. C. gli inviò nel 1836 e che egli, a maggior pubblicità, pubblicò in premessa alle sue Istituzioni di diritto criminale (le quali, almeno per ciò che concerne il quarto libro, furono a Carmignani stesso dedicate), insieme con altre lettere di giuristi italiani ed a recensioni della prima edizione del suo lavoro (p. 23-24). I conti della fattoria del piano
  28. Non si sa da quale periodo egli abbia iniziato tale attività, certo è solo che a partire dall’anno accademico 1838-39 egli fu esonerato per motivi di salute da una lezione settimanale di Istituzioni di diritto criminale con l’obbligo, però, di tenere esercitazioni settimanali casalinghe.
  29. Anche se il Carmignani, e lo possiamo ben verificare nelle pagine degli scritti inediti dedicate al progresso storico della filosofia del diritto, non ebbe scrupoli a sottoporre a critica alcune delle opinioni del suo maestro.
  30. Cfr. C. Laviosa, L’insegnamento della filosofia del diritto nell’Università di Pisa, in Rivista internazionale di filosofia del diritto, anno XXXI – serie III, 1954, pp. 243-272.
 

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