Nella fase iniziale della ricerca,
quella dedicata alla raccolta dei ragguagli prosopografici, ho potuto ottenere
l’autorizzazione a visitare la Villa della famiglia Carmignani1
(l’ultima rimasta al patrimonio della famiglia), sita in una frazione del
comune di Collesalvetti: Poggio al Pallone2.
L'immobile è attualmente
di proprietà della Cassa Nazionale Forense, che l'acquistò
alla fine degli anni ’70 a tenore del lascito testamentario fatto a suo
favore dall’ultima discendente della famiglia, l’Avv. Giuliana Carmignani3.
La struttura architettonica della
villa è quella tipica del casale di campagna riadattato a residenza
signorile. Vi si trovano anche una chiesa piuttosto ampia , fornita pure
di un campanile4, e una limonaia di grandi dimensioni.
L’interno la villa conserva ancora
in molte parti l’arredamento ottocentesco; in particolare quello dello
studiolo dell’Avv. Giuliana Carmignani, che pare sia stato lo stesso del
giurista nato a S. Benedetto a Settimo.
Si sapeva che all’interno della
dimora Carmignani si trovava una biblioteca di famiglia e si sperava, perciò,
che essa fosse, almeno in parte, quella già appartenuta a Giovanni
Carmignani (o al fratello Vincenzo) : la visita ha invece confermato il
timore iniziale, per cui, probabilmente, il grosso della biblioteca di
famiglia5 sarebbe andato perduto durante il secondo conflitto
mondiale, con la distruzione del palazzo dei Carmignani sito sui lungarni
pisani6.
Nella Villa non esistono locali organizzati a biblioteca: i libri sono disposti in due grossi scaffali nel salotto del primo piano, in un baule ubicato sulle scale che conducono all’ultimo piano in due armadi con sportelli in vetro che si trovano nello studiolo che fu dell’Avv. Giuliana Carmignani.
Gli scaffali del primo piano non contengono libri giuridici, ma soltanto volumi d’argomento letterario. Gli unici volumi a carattere giuridico sono contenuti negli armadietti dello studiolo e nella cassapanca sulla scale, ma sono in numero molto limitato.
Nel baule sul pianerottolo delle
scale sono conservate una decina di copie del libro di Giuseppe Giuliani,
La mente di Giovanni Carmignani6, circa 15 copie dell’estratto,
d’anonimo, dalla Rivista Penale del 1877, intitolato Carmignani
e la pena di morte e, infine, un esemplare del Giornale agrario
toscano dell’anno 1846 (tomi XX e XXI). Vi sono, altresì, varie
copertine di libri mastri della fattoria di Poggio al Pallone e di quella
del Piano7, un esemplare degli Statuti civili e criminali
della città di Piombino (in latino e con testo italiano a fronte)8,
una copia di un Editto di Felice I principe di Lucca e Piombino
dato in Pisa il 14. XI. 18119, vari fascicoli estratti (anzi
strappati) dal "Nuovo Giornale dei letterati"10 contenenti
recensioni curate da Giovanni e Vincenzo Carmignani.
Ma le cose più interessanti,
almeno dal punto di vista più strettamente giuridico, si trovano
nello studiolo al piano terreno. Qui sono infatti conservati alcuni libri
d’argomento giuridico posseduti dall’Avv. Giuliana Carmignani. Oltre a
questi vi sono alcune copie di lavori di Giovanni Carmignani: il primo
volume delle Cause celebri del giurista pisano (nella loro
seconda edizione, che reca in premessa la biografia del giurista scritta
dall’Abate F. Pardini), una copia del terzo volume della Teoria delle
leggi della sicurezza sociale nell’edizione del 1832. Nelle medesimo
vetrine è possibile anche trovare varie memorie processuali e "cause
(forse) celebri" dell’Avv. Della Chiostra, nonché parte11
dell’archivio dell’Avv. Giuliana Carmignani, con fascicoli e atti relativi
alla sua attività professionale12.
Interesse particolare, al di là di quanto sopra scritto, presentano alcuni volumi manoscritti contenenti lavori finora inediti (anche se non del tutto ignoti) di Giovanni Carmignani.
Si sapeva che Giovanni Carmignani, negli ultimi della vita aveva messo mano alla compilazione, certamente ambiziosa, di una Storia dell’eloquenza forense13.
Si trattava di argomento di tanto interesse all’epoca, quanto rilevante era allora il ruolo della classe forense14. Lo stesso professore pisano aveva dato alle stampe un breve excursus di questo lavoro premettendolo al primo volume delle sue Cause celebri.
Di questo lavoro sono conservati presso la villa due grossi volumi accuratamente rilegati, contenenti molte carte manoscritte del Carmignani. Il primo volume contiene il testo, con correzioni, aggiunte, note di alcuni dei capitoli della Storia15, il secondo contiene prevalentemente schede, appunti di lavoro, bozze di scrittura di vari capitoli16. E’ ovvio che in questa seda non potrà essere affrontata l’analisi dettagliata di quest’opera incompiuta17, analisi che del resto si intende senz’altro realizzare, se mai ne sarà data la possibilità, in altre sedi e tempi.
Oltre ai due tomi della Storia dell’eloquenza forense presso la villa Carmignani sono conservati anche, oltre ad una copia della inscriptio pro funere di Giovanni Carmignani18, un manoscritto di Lezioni di diritto naturale, un secondo manoscritto di lezioni di Diritto politico, pubblico e scienza della legislazione ed infine un ulteriore manoscritto recante sulla costola la parola Criminale.
Già il Giuliani (ed a ruota lo Scalvanti) avevano messo in evidenza come il Carmignani, senza incarico ufficiale dell’Università, dettasse a casa lezioni di diritto pubblico e naturale e, secondo quanto riferisce lo Scalvanti stesso (p. 12), "fu uno dei suoi discepoli che le riunì trascrivendole in nitida calligrafia per farne dono all’illustre maestro"19. Vero è poi anche che, a partire dall’anno accademico 1840-1841, dopo essere stato chiamato sulla cattedra di Filosofia del diritto, il Carmignani "dettava" argomenti inerenti al diritto pubblico e politico20, dei quali è rimasto a noi solo un Prodromo, composto da tre lezioni, pubblicato dallo stesso Carmignani nella rivista pisana Giornale toscano di scienze morali21.
Ciò che resta dunque di questa sua attività didattica, la si voglia considerare ufficiale o meno22, dovrebbe essere rappresentato dai manoscritti conservati presso la residenza Carmignani.
A parte il volume dedicato alla materia criminale che pare, almeno ad un primo, ma attento, esame, consistere nelle Lezioni di istituzioni criminali che il Carmignani poi stampò come Elementa Juris Criminalis23, meritano qualche cenno in più gli altri due manoscritti.
Il primo di essi è dedicato alle Lezioni di diritto naturale : il corso non è completo24, e parte dalla lezione n. 16 (§. 224) e termina alla lezione n. 34 (§ 408). L’ultimo paragrafo disponibile non è quello finale di queste lezioni poiché termina col dire: "il che vedremo allorché riprenderemo le nostre ricerche"25.
L’altro volume, che contiene la parte delle lezioni dedicata al diritto politico, stando almeno ad una prima, non approfondita analisi, pare essere completo, anche se risulta dotato solo parzialmente di un indice26. Pure in questo caso si nota l’abituale organizzazione strutturale, suddivisa in lezione fascicolate.
In questa sede si può poi ulteriormente notare come il volume utilizzi una suddivisione interna in tre sezioni. Di esse, la prima è dedicata al diritto politico (dal §. 1 al §. 144), mentre la seconda sezione, più corposa, si occupa invece dei principi della scienza della legislazione, sia civile, sia municipale (dal §. 145 al §. 446); una parte finale è poi dedicata al diritto pubblico. Come riferì Giuseppe Giuliani27, Carmignani teneva privatamente un corso di Diritto pubblico e naturale28, onde non si può non supporre che questi due ultimi manoscritti facciano parte entrambi di una serie coordinata di lezioni, qui raccolte, forse, nella forma di copia predisposta per gli studenti e poi, magari, usate dal Carmignani anche nel momento in cui gli fu conferito l’incarico ufficiale di insegnare Filosofia del diritto.
L’importanza dei documenti pare evidente, non fosse altro per l’importanza innegabile del loro autore. Già ora si può porre in evidenza come questi testi completino, già ad una prima loro sommaria ricognizione, il quadro complessivo della poliedrica cultura del Carmignani, anche a prescindere per ora da ogni valutazione del contenuto d’essa: letterato e penalista principalmente, ma anche studioso di materie in senso lato pubblicistiche e continuatore dell’insegnamento filosofico e teoretico di alcuni dei suoi maestri giovanili (fra i quali spicca, come è noto29, Giovanni Maria Lampredi); insegnamento che, nell’Università di Pisa, era stato ufficialmente soppresso a partire dall’anno accademico 1807-1808 e che fu ripristinato, in qualche modo, con l’istituzione della cattedra di Filosofia del diritto attribuita per la prima volta proprio a Carmignani30.Note bibliografiche