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Lo stato delle risorse Internet per gli studi
medievistici  di Andrea Zorzi  
L'articolo è stato pubblicato con il titolo redazionale "Medioevo su internet" sull "Indice", nel n° 9 di ottobre 1997, p. 50; ringraziamo l'Autore per avercene comunicato il testo, con l'autorizzazione alla pubblicazione su Iura communia.

 

 

 

 

 

 

L'anno accademico 1996-97 sarà ricordato come quello in cui le Facoltà umanistiche delle Università italiane hanno cominciato a dotarsi in maniera sistematica di strumenti di accesso alle reti telematiche. La tendenza andrà molto probabilmente consolidandosi negli anni a venire. Un segnale significativo, in questo senso, è stato dato dal Ministero dell'Università col rendere obbligatorio dal 1997 l'uso di Internet per inoltrare le richieste di finanziamento. E' ipotizzabile dunque che la mutazione telematica investa stutturalmente nei prossimi anni anche le istituzioni della ricerca umanistica.

 

Che essa finisca col coinvolgere nella stessa misura le pratiche della ricerca e i modi della comunicazione dei suoi risultati non è invece altrettanto scontato. E ciò non solo per le diffidenze e le resistenze che i nuovi strumenti continuano a suscitare nelle abitudini del mondo accademico, ma anche per la povertà di contenuto informativo e per l'utilità relativa palesata finora complessivamente dalle realizzazioni telematiche umanistiche.

 

Il panorama di risorse che alcuni interventi su questa rivista hanno cominciato a delineare appartiene alla fase pionieristica di impianto delle iniziative1. Fase dominata dalle istituzioni di ricerca nord-americane. Nel momento in cui sta avviandosi anche in Italia (e, più generalmente, in Europa) la creazione di siti dedicati alle discipline umanistiche, è opportuno avviare anche un approfondimento critico delle caratteristiche delle risorse attualmente disponibili e delle politiche di utilizzazione dei nuovi strumenti. Gli studi storico-medievistici possono essere un campo di osservazione valido anche per i settori contigui.

 

L'offerta di risorse Internet per gli storici è già relativamente abbondante. Essa però è il più delle volte generica, ripetitiva e spesso povera di informazioni realmente utili. Ciò perché, per quanto di origine accademica, essa muove da iniziative volontaristiche prive quasi sempre di sistematicità. Le finalità didattiche finiscono, a loro volta, col condizionare pesantemente le caratteristiche dei siti, soprattutto per gli studiosi non anglosassoni.

 

Basterà misurarsi con la qualità media di alcune realizzazioni, per farsene un'idea. Le numerose banche dati di testi, per esempio, sono costituite ancora, in larga misura, da repertori di traduzioni inglesi dei testi originali3: se esse rendono fruibili a uno studente anglosassone fonti di primaria importanza, inutili si rivelano invece per lo specialista. Le stesse banche dati bibliografiche consultabili on-line sono l'esito di selezioni asistematiche, per lo più anch'esse di origine didattica4. Ancora più casuale è l'offerta di trascrizioni documentarie: si va, per esempio, dalla pubblicazione 'istituzionale' della Magna Carta alla messa a disposizione degli statuti di Biella del XIII-XIV secolo, del giuramento pisano del 1228 di alleanza con Siena e Pistoia, o del catasto fiorentino del 14275. Anche le cosiddette "liste di discussione" si risolvono il più delle volte in un mero scambio di informazioni pratiche. Il fatto che a "moderarle" siano ancora, in larga misura, studiosi anglosassoni determina inoltre la scelta di argomenti e questioni che si rivelano spesso lontani da quelli elaborati dagli studiosi europei6.

 

Anche nell'ambito degli studi medievistici si osserva cioè quella che appare essere una delle caratteristiche della fase attuale di sviluppo della rete: lo iato - solo apparentemente contraddittorio - tra la sopravvalutazione ideologica del mezzo e la sua sottoutilizzazione pratica. Su questa condizione ambigua occorre concentrare l'attenzione, tanto più in un momento in cui il successo della rete si accompagna a chiare tendenze imprenditoriali.

 

Le iniziative individuali e volontaristiche che avevano dato corpo alle prime realizzazioni appaiono perdere slancio7, e sempre più numerosi sono i siti 'fossili' abbandonati dopo le prime immissioni di dati. Gli enti e le istituzioni di ricerca medievistici - soprattutto quelli europei - sono invece ancora complessivamente molto indietro nell'assumere un ruolo attivo nella realizzazione di siti e di banche dati8. Mentre le università devono assolvere, in primo luogo, gli obblighi didattici, con tutti i limiti potenziali già evidenziati.

 

Benché siano ancora pochi, esempi di buone e talora eccellenti realizzazioni non mancano, e si propongono come potenziali prototipi dei siti medievistici che potrebbero essere realizzati in futuro. Si tratta di siti di argomento ben definito, riservati a specialisti: l'enciclopedia ipertestuale della storia della Chiesa fino alla Riforma; la storia delle crociate e del Vicino Oriente; gli studi bizantini; i rapporti tra le culture letterarie mediterranee; risorse sul diritto romano e su quello comune; lìarchivio virtuale su Francesco d'Assisi; o quello di commenti danteschi, per limitare gli esempi ad alcune delle realizzazioni migliori9. Interessanti sono anche alcuni forum di discussione, che si distinguono dalle "liste" per una maggiore selezione e una più curata articolazione degli interventi: i temi dibattuti sono, per esempio, i terrori dell'anno Mille (curato da Richard Landes), la mistica di Angela da Foligno (curato da Claudio Leonardi), o le gerarchie nella natura dell'uomo nel Medioevo (curato da Agostino Paravicini Bagliani)10.

 

Nel luglio 1997 è stato inoltre messo in linea "Medioevo latino"11, il bollettino bibliografico degli studi sulla civiltà medievale redatto dalla Società internazionale per lo studio del medioevo latino (SISMEL) e finora pubblicato a stampa12. La consultazione si limita, per il momento, all'ultimo volume pubblicato (il XVII, 1996): è imminente infatti la commercializzazione di un CD-ROM con gli indici delle prime dieci annate. In un certo senso, si tratta di un'occasione mancata. Per mesi infatti era stata annunciata la messa on-line dell'intero archivio di oltre centomila records. L'evento si sarebbe proposto positivamente quale esempio del servizio istituzionale che dovrebbero offrire gli enti di ricerca finanziati con risorse pubbliche.

 

La decisione finale, assai prudente, si adegua peraltro alle tendenze che stanno conducendo alla progressiva chiusura degli accessi alle banche dati on-line organizzate sistematicamente. E' appunto questo uno dei settori in cui la transizione dalle sperimentazioni volontaristiche alle iniziative istituzionali sta dando luogo a prodotti di impresa a pagamento13. Sarà questa, probabilmente, un'altra questione oggetto di discussione nel prossimo futuro. Il rischio è che come per gli archivi testuali prodotti su supporto ottico - a cominciare, per esempio, dalla Cetedoc Library of Christian Latin Texts14- e già riservati, di fatto, a un'utenza finanziariamente privilegiata15, i costi di accesso alle risorse più ricche e meglio organizzate si rivelino insostenibili non solo per il singolo studioso ma per le stesse istituzioni universitarie e di ricerca italiane.

 

Lo stato delle risorse telematiche per gli studi medievistici è dunque ancora molto fluido e suscettibile di sviluppi positivi come di potenziali involuzioni. L'impressione è che i siti migliori siano quelli ancora da realizzare. Avranno utilmente un futuro, per esempio, siti di collegamento e di informazione sui risultati delle ricerche curati da comunità di studiosi su temi ben circoscritti: l'agiografia, l'archeologia medievale, l'Italia comunale, o la storia agraria, per fare esempi di iniziative già avviate o in cantiere16. Agli istituti di ricerca potrà invece dischiudersi il compito di produrre non solo home-pages di informazione sulle proprie attività17, ma appunto banche dati (bibliografiche, documentarie, testuali, iconografiche, musicali, etc.) sistematiche e ad accesso agevolato18.

 

In conclusione: le nuove iniziative in ambito medievistico e umanistico dovrebbero puntare a realizzare pagine qualificate e articolate, che si rivolgano a utenze molto specialistiche e che - a differenza dello stato presente - sfruttino appieno le caratteristiche del mezzo. La sperimentazione deve infatti ancora compiere un salto di qualità e darsi a una reale esplorazione dei limiti di utilizzazione delle sue specificità: l'ubiquità, l'interattività, la multimedialità, l'ipertestualità, per tacere delle prospettive che saranno aperte dai nuovi linguaggi web.

 

Per sostenere queste realizzazioni occorrerà però che anche le università comincino a dare risposta alla domanda di formazione di nuove figure professionali di operatori del settore: web-masters che sappiano coniugare competenze avanzate di programmazione informatica e telematica con la formazione umanistica e storica. Potrebbe essere questa una chance importante per quel rinnovamento degli ordinamenti didattici delle facoltà umanistiche che rende ormai indifferibile il superamento del modello di formazione imperniato sulla tradizionale figura di insegnante.

 

  1. Cfr. M. Lana, Riviste elettroniche, "L'Indice", settembre 1996, p. 42; G. Abbattista, Risorse internet per gli storici, ivi, febbraio 1997, p. 50; e R. Ridi, Biblioteche in linea, ivi, aprile 1997, p. 50.
  2. Cfr. The history highway: a guide to Internet resources, ed. by D.A. Trinkle, Armonk (N.Y.), M.E. Sharpe, 1996, e il connesso sito di aggiornamento: http://www.uc.edu/www/history/highway.html. Ricchi siti di collegamento alle risorse medievistiche sono anche: http://www.georgetown.edu/labyrinth/labyrinth-home.html; e http://www.cua.edu/www/hist/netserf/home.htm.
  3. Cfr., per esempio: http://www.fordham.edu/halsall/sbook.html; e http://sunsite.berkeley.edu/OMACL/.
  4. Cfr., per esempio: http://www.lib.muohio.edu/serial-bibliographies/; http://www.cc.ukans.edu/ftp/pub/history/Europe/Medieval/; e http://history.cc.ukans.edu/history/subject_tree/e3/c1/index.html.
  5. Cfr. http://portico.bl.uk/access/treasures/magna-carta.html; www.ukans.edu/ftp/pub/history/Europe/Medieval/latintexts/biella-1.txt; http://library.byu.edu/~rdh/eurodocs/italia/pisani.html; http://www.stg.brown.edu/projects/catasto/overview.html. Per un primo censimento dei documenti disponibili in rete, cfr. anche http://library.byu.edu/~rdh/eurodocs/medren.html.
  6. Si va, per esempio, dalla letteratura arturiana alla Cina del primo medioevo, dal 'medieval feminism' alla storia del diritto, etc. Cfr. aggiornati repertori di liste in http://www.fas.harvard.edu/~medieval/medstudnewsgroups.html; e http://juppiter.fltr.ucl.ac.be/FLTR/ressources/res_list.html#LisMed.
  7. Eccellenti home-pages rimangono, per esempio, quelle di Thomas Head della Washington University sull'agiografia: http://www.artsci.wustl.edu/~tfhead/#hagbibs; di James J. O'Donnell della University of Pennsylvania sul tardo antico: http://ccat.sas.upenn.edu/jod/wola.html; o di Otfried Lieberknecht su Dante: http://members.aol.com/lieberk/welcome.html.
  8. Hanno aperto siti di rilievo, per esempio, i Monumenta Germaniae Historica: http://www.mgh.de/; il Pontifical Institute of Medieval Studies: http://www.epas.utoronto.ca:8080/~pontifex/intro.html; o la Société des Bollandistes: http://mx500i.kbr.be/~socboll/. Tra gli enti italiani spicca ancora l'assenza, per esempio, di un sito del Centro italiano di studi sull'Alto Medioevo di Spoleto.
  9. Cfr., rispettivamente: http://cedar.evansville.edu/~ecoleweb/; http://www.wcslc.edu/pers_pages/m-markow/ssclehome.html; http://www.bway.net/~halsall/byzantium.html; http://silos.unile.it/miraggi/main_lecce.htm; http://www.jura.uni-sb.de/Rechtsgeschichte/Ius.Romanum/origo.html; http://www.idr.unipi.it/iura-communia/; http://www.ici.net/cust_pages/panther/francis/index.html; http://www.princeton.edu/Main/Departments/dante.html.
  10. Cfr., rispettivamente: http://www2.humnet.ucla.edu/webx?14@^392@.ee6b330; http://forum.quipo.it/mistica/home.html; e http://forum.quipo.it/alchimia/home.html.
  11. Sul ricco sito della Fondazione Franceschini e della SISMEL: cfr. http://sismel.meri.unifi.it/mel/ita/mel.htm.
  12. "Medioevo latino. Bollettino bibliografico della cultura europea da Boezio a Erasmo (secoli VI-XV)", Spoleto, Centro italiano di studi sull'Alto Medioevo, (1980 -).
  13. Cfr., per esempio, la banca dati di oltre 17.000 riviste di scienze sociali in lingua inglese offerta da UnCover: http://uncweb.carl.org/; o quella delle principali riviste di storia americane offerta da Jstor: http://www.jstor.org/; o la bibliografia sul Rinascimento europeo offerta da Iter: http://utl1.library.utoronto.ca/www/iter/index.htm.
  14. Edita in numerose serie di CD-ROM da Brepols: cfr. il catalogo in http://www.brepols.com/publishers/pubcdrom.htm.
  15. Basterà ricordare come la versione elettronica integrale in 5 CD-ROM della Patrologia Latina di Jacques-Paul Migne (edita da Chadwyck-Healey) sia in vendita al prezzo di 76 milioni più IVA; il primo CD-ROM degli MGH (Brepols) a 1.382.000 lire più IVA; e l'opera omnia di Francesco Petrarca (Lexis Progetti Editoriali) a sole 1.700.000 lire più IVA.
  16. Già avviato è il sito agiografico Sanctorum: http://www.unifi.it/unifi/storia/aissca/aissca.htm. Gli altri faranno capo al sito del Dipartimento di storia dell'Università di Firenze: http://www.unifi.it/unifi/storia/Welcome.html.
  17. Come, per esempio, quello dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo: http://rmcisadu.let.uniroma1.it/isime/index.htm.
  18. Potrebbe essere il caso, per esempio, dell'ambizioso progetto di una Biblioteca italiana telematica annunciato da un Centro Interuniversitario costitutito da 14 atenei italiani: cfr. il sito (per ora vuoto) http://www.humnet.unipi.it/cibit/.
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